RIFIUTI, LA MAPPA DEI SITI: “APRILIA ASSEDIATA DAGLI IMPIANTI, VENTRE MOLLE DEL LAZIO”

Mappa dei siti ad Aprilia: in giallo i siti dei rifiuti, in viola i siti contaminati, in arancio il chimico, in rosso gli incendi

“Aprilia assediata dagli impianti di rifiuti”, il report della città spiegato da Carmen Porcelli per La Città degli Alberi, Rosalba Rizzuto per Aprilia Libera e Andrea Ragusa per Cittadini Pentastellati

“La città è il ventre molle della regione per quanto riguarda la costruzione di impianti di trattamento, adesso e’ il momento di chiedere alla regione l’istituzione di un’area ad elevato rischio ambientale”

“Nuove discariche, un nuovo impianto di CSS, un impianto per il trattamento di fanghi: ogni giorno un apriliano si sveglia con l’incubo di nuove minacce alla salute umana e all’ambiente nel quale viviamo eppure nulla, o quasi, sembra scalfire i nostri amministratori comunali, distratti dalle scalate al potere, dalla ricerca di un posto al sole, al punto da ribaltare gli scenari politici in consiglio comunale senza che la città abbia compreso minimamente su cosa si costruiscono gli accordi, con una maggioranza che riteneva gli impianti di trattamento rifiuti i fiori all’occhiello della città.

Aprilia è destinata, anche grazie a chi sosteneva con orgoglio l’esigenza di chiudere ad Aprilia il ciclo dei rifiuti, a diventare la città dell’immondizia. È un continuo attacco su tutti i fronti che lascia pensare che la nostra città sia il ventre molle per le operazioni che a livello regionale si ipotizzano nel campo dei rifiuti.

Dei due impianti per trattare i fanghi dei depuratori pontini, avevamo non il 50% di probabilità, ma la certezza che almeno uno venisse realizzato ad Aprilia: se avessimo scommesso, avremmo vinto. Eppure, reduce dalla transazione del contenzioso con Acqualatina (dove, dopo anni di battaglie per esigere i rimborsi dei mutui, il Comune di Aprilia ha chiuso la partita come debitore), il sindaco di Aprilia alla Conferenza dei sindaci dell’ATO 4 si è astenuto: malgrado Acqualatina sia il gestore degli impianti e non il proprietario delle opere e terreni e che, qualunque progetto ricada all’interno del territorio comunale, rientra nella sfera di competenza comunale, il sindaco di Aprilia è totalmente all’oscuro del progetto.

Non solo: diversamente da altre conferenze dei servizi – dove ha invece rilasciato pareri favorevoli, nonostante la presenza di nuclei abitati, all’ampliamento di impianti con la scusa “tanto il territorio è compromesso” – si è ricordato che nelle prossimità di via del Campo esiste un centro abitato, dimenticando che esistono anche un impianto di trattamento del compost e un impianto a biogas, ma evidentemente è poca cosa in una città che considera “con orgoglio” i siti che trattano rifiuti.

Come se non bastasse, abbiamo il pericolo incombente di una discarica, nel territorio di La Cogna, anche questo compromesso da preesistenti discariche che in trenta anni gli amministratori di Aprilia (compreso l’esemplare decennio delle amministrazioni civiche 2009 – 2019) non sono stati in grado di affrontare, preferendo paradossalmente che a farlo fosse lo stesso privato che vuol realizzarvi sopra un invaso, per ospitare – magari – anche l’immondizia della Capitale.

Considerato che il primo cittadino scalpita per entrare nell’area metropolitana, perché Aprilia in provincia di Latina conta come il due di coppe quando regna bastoni, ci sembra che il privato faccia bene a nutrire queste aspirazioni. Poi però assistiamo alla levata di scudi in consiglio comunale che, con un po’ di tenerezza, ci riporta alle pagine straripanti di buonismo patetico da libro Cuore, ove di fronte al “parere” del solerte tecnico di Ardea, che acconsente alla “bonifica” di Paguro, gli stessi amministratori che hanno definito gli impianti di trattamento TBM e Kyklos “fiori all’occhiello del territorio” si stracciano le vesti perché ammettono “che il territorio di Aprilia è inquinato”. E’ accaduto perché si vuol distogliere l’esposizione mediatica da sé? Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.

Non ci interessa su quali argomenti si consumino gli accordi di spartizione del potere tra maggioranza e opposizione, ma se oltre al solito “Aprilia ha già dato” ci fossero conseguenti atti che dimostrino davvero chi ha a cuore il futuro della città, allora sin da subito non si dovrebbe esitare a chiedere alla Regione Lazio di istituire un’area ad elevato rischio ambientale. È giunto il momento di perimetrare il nostro comune con uno strumento di tutela“.

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