NDRANGHETA. NELL’OPERAZIONE “RINASCITA-SCOTT” SPUNTA UN AVVOCATO DEL FORO DI LATINA

avvocati

Finisce in carcere un avvocato iscritto al Foro di Latina implicato nell’operazione Rinascita-Scott coordinata dal giudice anti-ndrangheta Nicola Gratteri della Procura di Catanzaro

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

È sicuramente una maxi indagine quella che ha portato nella mattinata di oggi all’arresto di trecentotrenta persone.
250 capi d’imputazione dall’associazione mafiosa in poi, migliaia di pagine di ordinanza di custodia cautelare, persone fermate in 11 regioni d’Italia, compreso il Lazio, oltreché in Germania, Svizzera e Bulgaria. Azzerate tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta che operavano nel Vibonese e che facevano capo alla cosca Mancuso di Limbadi. Arrestati politici, avvocati, commercialisti, funzionari infedeli dello Stato e massoni, un’operazione monumentale condotta all’alba dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 334 persone emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della procura distrettuale.

tre quartino
Durante le perquisizioni, i carabinieri hanno trovato un pizzino con scritta la formula di affiliazione. Si tratta di una frase recitata per l’investitura a trequartino, ossia il terzo grado, uno dei più importanti ruoli della gerarchia mafiosa dopo quello di padrino e quartino

I carabinieri hanno notificato anche un provvedimento di sequestro beni per un valore di circa 15 milioni di euro. Come noto, sono finiti in carcere rappresentanti del mondo imprenditoriale e politico, a iniziare da Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia e passato nel 2017 a Fratelli d’Italia, ritenuto la “cerniera” verso i mondi con cui la famiglia Mancuso, mentre “assoggettava e opprimeva” il territorio, voleva fare affari. In manette anche il sindaco di Pizzo e presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo (Pd), l’ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro Giorgio Naselli, adesso comandante provinciale a Teramo, l’ex consigliere regionale del Pd Pietro Giamborino; divieto di dimora in Calabria per l’ex parlamentare ed ex assessore regionale del Pd Nicola Adamo, indagato per traffico di influenze.

Tribunale di Latina
Tribunale di Latina

Tra gli arresti, per così dire inaspettati, quelli che lo stesso Gratteri definisce come “professionisti organici alle cosche“, si trova inaspettatamente un avvocato iscritto al Foro di Latina: Francesco Stilo, classe ’72, di Catanzaro, con uno studio a Lamezia Terme. Secondo quanto si può leggere nell’ordinanza l’avvocato del Foro pontino “avrebbe fornito all’organizzazione criminale uno stabile contributo, reperendo notizie coperte dal segreto istruttorio e garantendo il flusso di notizie proveniente da esponenti di vertice detenuti“. 

Stilo è iscritto all’Albo dal 2003 e non è possibile non notare la stranezza del caso: iscritto sì a Latina ma con lo studio giù in Calabria. Nulla di illegittimo, ma quantomeno preoccupante sopratutto perché non è la prima volta che, in provincia, la ndrangheta dei colletti bianchi si fa silente, portandosi al centro del capoluogo come accaduto ad aprile scorso quando furono sequestrate due società, con sede legale a Latina, riconducibile all’imprenditore Toppetta (non indagato). Anche in quel caso, i provvedimenti a carico di una persona gravitante nella provincia pontina avvennero nell’ambito di una indagine che colpì una cosca di ‘ndrangheta, gli “Alvaro-Pajechi” di Sinopoli. Le due società che finirono sotto sequestro, I.Ge.Co. Srl e Pontina Costruzioni Srl, hanno la loro sede in Via Gramsci e in Piazza della Libertà nel capoluogo.

Come riporta un articolo dell’Agi del 2013, Francesco Stilo era difensore di un appartenente alla ‘ndrina Soriano, Giuseppe Soriano, e, proprio in quell’anno, ebbe uno scontro con un collega che difendeva gli interessi un altro Soriano, Leone. Dall’agenzia si legge che l’avvocato Brancia minacciò di portare Stilo dinanzi al Consiglio dell’ordine degli avvocati di Latina affinché fosse stato valutato il comportamento deontologico tenuto in un’udienza da Stilo medesimo. L’avvocato Brancia contestò duramente le domande rivolte dall’avvocato Stilo ai testimoni del processo (ufficiali dei carabinieri) riguardo la posizione di Leone Soriano, imputato non direttamente assistito dall’avvocato Stilo. 
Guardia di FinanzaOggi Stilo è finito in manette insieme a tutti e due i parenti Soriano, sia Leone che Giuseppe. Ma Stilo è anche avvocato del pentito del Vibonese, Andrea Mantella, e difensore dell’uomo che, qualche settimana fa, ha cercato di varcare il confine con la Svizzera portando con sé un assegno di 100 milioni di euro emesso dal Credit Suisse. Il 4 dicembre, infatti, i militari della Guardia di Finanza di Ponte Chiasso fermarono per un controllo Giuseppe Zinnà, 56 anni, di San Calogero (Vibo Valentia), già condannato per narcotraffico internazionale e Alì Khanniarak, 38 anni, cittadino iraniano. I due sono finiti indagati dalla Procura di Como per il reato di riciclaggio, oltre al sequestro di un contratto stipulato fra l’iraniano e il vibonese relativo al pagamento di 14 milioni e mezzo di euro, all’atto dell’incasso dell’assegno da 100 milioni di euro.

Ora, resta da comprendere se l’Ordine si domandi o meno chi venga a iscriversi qui a Latina. L’avvocato, in provincia, è poco o per niente conosciuto, nel senso che non opererebbe qui, ma la domanda necessaria è: come mai un professionista che, secondo Gratteri, può essere definito organico a una cosca potentissima come i Mancuso di Limbadi, lavora a Lamezia Terme ma sente la necessità di iscriversi a centinaia di chilometri di distanza, proprio qui, a Latina?

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