“ORA MUORE ANCHE IL MARITO DI PAOLA VILLA”, IL GIOCO MACABRO A FORMIA

A commentare l’ultima baracconata sul caso Villa a Formia anche il blogger Adriano Pagano sulla sua pagina Facebook.

Non poteva passare inosservato l’articolo o pseudo tale apparso ieri sul blog Gaeta.it in cui si dava per morto il fantomatico marito di Paola Villa, recentemente destinataria di un mazzo di rose sul parabrezza della sua. Un gesto su cui stanno indagando i Carabinieri di Formia, ma che è stato commentato dalla politica locale e da un imprenditore formiano. Commenti per lo più tesi a deligittimare la figura dell’ex sindaca di Formia.

A intervenire anche il blogger Adriano Pagano, esperto delle vicende del sud pontino.

“Con la presente pubblicazione – scrive Pagano – io e tutti quelli che hanno pensato anche solo per un istante che la deposizione di un mazzo di rose rosse e bianche sull’auto della consigliera comunale di Formia Paola Villa fosse un vile gesto intimidatorio dalla simbologia funebre, devono chiedere immediatamente scusa.

Ci scusiamo anzitutto con il Presidente del Consiglio comunale di Formia, l’avvocato esponente di Fratelli d’Italia Pasquale Cardillo Cupo e con il suo compagno di merende e di scivoli acquatici, l’imprenditore milionario titolare di ormai qualsiasi cosa, anche della nostra liberta’ di parola a quanto pare, e pure di ogni indagine dalla Polinesia all’Africa (cit.) Roberto Sorrenti, che sin da poche ore dopo il ritrovamento dei fiori, hanno giustamente gridato allo scandalo circa la secondo loro vergognosa denuncia pubblica nei confronti di una possibile matrice mafiosa dell’affettuoso lascito anonimo, perche’ loro non vogliono che si parli mai di mafia, in questo caso giustamente, come gia’ sapevano e andavano profreticamente dicendo da tempo, la Mafia e le intimidazioni, non c’entrano proprio nulla. Anzi, immediatamente dopo l’apertura delle indagini da parte dei carabinieri ci hanno detto che i mazzi di fiori camminano. Non solo, il gruppo politico del Presidente Cupo ha addirittura azzardato l’ipotesi che la Villa se lo sia messo da sola quel mazzo di fiori sulla sua auto.

E infatti oggi apprendiamo dalla valente giornalista Donatella Ercolano – questa si’ e’ di quelle che piacciono a Cardillo Cupo e a Sorrenti – che quei fiori sono stati lasciati dai cittadini solidali con la Villa per la morte di suo marito. Cioe’, secondo la Ercolano – che nel frattempo gia’ che c’era ci dice pure che Paola Villa oltre a essere stata sindaco di Formia e’ stata pure sindaco di Minturno – la scomparsa del marito della Villa e’ appena accaduta e persino il Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli avrebbe espresso solidarieta’ alla Villa per la morte del marito. Speriamo almeno non abbia sofferto. Il marito intendo, la Villa non credo, considerando l’immagine truce e sanguinaria che ne fanno i suoi detrattori, tanti. Troppi.

Tutto giusto, peccato solo che Paola Villa un marito non ce l’ha e non ce l’ha mai avuto, e dunque a occhio e croce credo che tantomeno potrebbe aver avuto l’occasione di morire. Anche perche’ altrimenti almeno la bomboniera a qualcuno che si preoccupa per qualsiasi cosa dica o scriva, l’avrebbe mandata. Il puzzle si compone di un nuovo pezzo, perfettamente coerente con la strategia criminale di qualcuno progettata in questi giorni.

E qui c’è tutta la sottigliezza delle menti raffinatissime che hanno escogitato questo gioco macabro e inquietante. Perche’ questa notizia, artatamente sbagliata o solo equivocamente sbagliata – ribadisco che non importa e non importera’ la matrice dinanzi al bersaglio che sara’ comunque colpito nel segno – lancia inequivocabili messaggi funerari di morte, di cordoglio e di sofferenza. E non lo fa naturalmente direttamente nei confronti di Paola Villa o di persone a lei vicine realmente esistenti, perche’ questo configurerebbe un reato anche piuttosto grave di stalking, atti persecutori e minacce, ma lo fa nei confronti di una persona che non esiste e mai e’ esistita, e quindi non puo’ configurarsi un reato, ma che nella bizzarra iperfake news e’ comunque vicino, vicinissimo a Paola, o forse e’ proprio Paola Villa.

La simbologia del mazzo di fiori e il suo messaggio, potevano essere infatti equivocati, se fosse effettivamente stata la mano di una distratta giornalista a scrivere questa porcheria, con la madre, o con la sorella o con qualche altro parente in vita, ma in quel caso sarebbero stati guai seri. Oppure sarebbe potuto essere un mazzo di fiori di un inventato ammiratore, o se proprio glielo si voleva affibiare sto marito, magari il mazzo di fiori poteva essere per un anniversario di matrimonio, un compleanno della dolce meta’ e cosi via. E invece no, cordoglio, funerali, morte: il tutto e’ scientifico.

Ora, a questo punto bisognerebbe chiedere conto alla giornalista Ercolano, se veramente esistente e se veramente giornalista, che ha pubblicato la notizia su un fantomatico sito internet che si chiama Gaeta.it – vi allego il link nel primo commento – del perche’ e chi gli abbia eventualmente commissionato una tale infamata. Dico fantomatico perche’ le cose che non tornano e rivendicano a gran voce chiarezza circa questa nuova follia sono parecchie. Anzitutto non si tratterebbe di un sito ma di un blog come l’autore ci tiene a farci sapere nel disclaimer perche’ pubblica “senza alcuna periodicita’”, e questo appare evidentemente falso visto che la pubblicazione avviene senza sosta e solo la creatrice del marito della Villa ha quasi 12mila pubblicazioni. Della valente Ercolano poi pare non esserci alcuna traccia nella vita reale, cosi’ come altri suoi “colleghi”, rappresentati nella loro bio solo da avatar di loro stessi, e forse sarebbe meglio cosi’. Persino il testo puo’ sembrare ad una prima analisi scritto da una qualche tipo di intelligenza artificiale cosi’ in voga in questo momento, tuttavia le centinaia di altri post pubblicati appaiono tutti veri e reali e quindi e’ molto strano che solo quello sui fiori e su Paola Villa potrebbe aver avuto questa particolare attenzione. Ma andiamo avanti.

Cio’ che proprio non puo’ sfuggire anche ad uno sguardo distratto poi e’ una bella immagine del logo del Comune di Gaeta, appiccicata su ogni pagina di questo sito, dove viene segnalato che il Comune di Gaeta – citando persino la Provincia di Latina – patrocinano questa roba. D’altra parte – per citare la Ercolano – il presidente della Provincia di Latina Stefanelli avrebbe espresso cordoglio per la morte del marito della consigliera Villa. Chissa’ se il sindaco di Gaeta Leccese avra’ fatto lo stesso? E soprattutto chissa’ se effettivamente il Comune di Gaeta, la Provincia di Latina e il Presidente provinciale approvino, sostengano e patrocinino tutto questo?

Ma non finisce qui, infatti cercando la pagina Facebook di questo sito agghiacciante, denominato “Gaeta Magazine” sul social di Zuckeberg, troviamo nella sezione informazioni, e piu’ precisamente in quella “Trasparenza della pagina”, che la pagina social ha modificato il nome nel novembre del 2022 ma soprattutto che e’ stata creata da una qualche altra pagina madre che si chiama “Visit Gaeta”.

Ora, forse non tutti sanno che di Visit Gaeta su Facebook, scritta in questo modo, c’e’ n’e’ una sola, ed e’ quella associazione – ufficialmente di promozione pubblicitaria – che fa riferimento a Paolo Iorio, un tizio costantemente finanziato dall’amministrazione comunale di Gaeta e che defini’ il recidivo usurpatore della spiaggia pubblica di Fontania, Peppe Valente, come una grande risorsa per la sua citta’, forse proprio perche’ vicino alla spiaggia Libera (ripetiamo Libera) di Fontania, lo stesso Iorio ha un B&B.

Non solo, indagando sul suo sito e la sua associazione, – guarda a volte le coincidenze – io stesso scoprii perche’ Iorio e Valente fossero cosi’ amici, semplicemente perche’ lo stesso Iorio era usurpatore di un altra pubblica proprieta’, ovvero un altro logo, quello del Parco Regionale Riviera di Ulisse che infatti si accorse di non aver affatto patrocinato il sito di Iorio, intimandogli di togliere immediatamente il logo del Parco appunto. Sito alla cui realizzazione ha naturalmente partecipato anche lo stesso Valente, d’altra parte ognuno vanta il compagno di merende che si merita. E che merende. Ma Iorio da furbo quale crede di essere, tolse il logo del Parco dalla Home Page, lasciandolo pero’ sulla brochure ufficiale senza alcuna autorizzazione e contro le inequivocabili indicazioni di legge in materia, naturalmente impunemente. Circostanza tutt’oggi in essere.

Ora, non sappiamo se effettivamente la creatrice della pagina Facebook “Gaeta Magazine” sia effettivamente la Visit Gaeta di Iorio, e se Iorio c’entri qualcosa con la creazione della pagina Facebook del sito Gaeta.it (o Gaeta Magazine), come riporta in maniera chiara la sezione interna di Facebook, tuttavia la circostanza dell’uso improprio di loghi di pubbliche amministrazioni apparentemente non autorizzati sembra proprio essere la stessa.

Tuttavia la societa’ editrice di questo blog e’ la Influencer srls, fondata nel 2018 e che ha sede in via Luca Bati 57 a Roma. Non conta nessun dipendente, ma nel 2022 dichiara un fatturato di oltre 200mila euro ma un capitale sociale al 2024 di appena 2mila euro. Sul suo sito internet ci fa saper di aver addirittura avuto come ultimi clienti Disney Channel, Gillette e Vincenzo Capuano, solo per citarne alcuni, ma che in realta’ la sua attivita’ andrebbe avanti da molto di piu’ che gli appena sei anni dalla fondazione, e cioe’ da almeno venti secondo quello che scrivono. “Il nostro team – si legge nel sito – vanta una grande esperienza internazionale in sviluppo e lancio di nuovi brand, di start-up e nuove linee di prodotti, nell’aumento delle vendite e nel generare valore sia economico che reputazionale”. Alla faccia della reputazione.

Resta da capire a chi faccia riferimento, e soprattutto chi si e’ divertito o si stia divertendo con questo gioco macabro e se le pubbliche amministrazioni hanno intenzione di far rispettare la legge in materia di rilascio dei loghi e patrocinio di porcherie del genere. Intanto questo tritacarne che politici, mafiosi, imprenditori e fantomatici siti si divertono ad alimentare, continua a macinare sempre la stessa persona, una donna, una insegnante, una consigliera comunale, sola e coraggiosa, perche’ parla della camorra, dei suoi affari e delle sue contiguita’ con la politica e con l’imprenditoria locale: ecco perche’ ci sono i fidanzatini, gli spazzini, i fiori che camminano da soli e che da soli si poggiano sul parabrezza dell’auto della Villa e infine pure un marito morto.

Forse tutto si risolvera’ in un nulla di fatto e in un grande equivoco, e me lo auguro, purtroppo pero’ solo a quel punto chi di dovere dovra’ iniziare a capire chi sia stato a mettere in piedi tutto questo circo e per quale motivo, perche’ intanto il messaggio a Paola Villa di smetterla di rompere il cazzo a parlare di certi argomenti e di certe persone e’ arrivato chiaro e diretto, e questo, non lo potra’ cancellare mai nemmeno un funerale. Vergogna e figli maschi!”.

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