Progetto Ambiente: prosegue il processo scaturito dall’indagine della Guardia di Finanza su una serie di affidamenti diretti dal 2014 al 2020
Il processo a Valerio Valeri, l’ex amministratore della Progetto Ambiente, la società in house, completamente partecipata dal Comune di Aprilia, che si occupa tuttora per il Comune del nord pontino della raccolta e smaltimento rifiuti, subisce una battuta d’arresto in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legittimità della Riforma Nordio. Come noto il Governo Meloni, per volere del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha abrogato il reato di abuso d’ufficio, ossia proprio contestato a Valeri nel processo che si tiene dinanzi al I Collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana.
Ci sono state diverse ordinanze di più Tribunali, tra cui Firenze (tre volte), Busto Arsizio e Lodi, che hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale, denunciando il contrasto sia con i vincoli derivanti dagli obblighi internazionali assunti dall’Italia con l’adesione, ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata a Merida nell’anno 2003, sia con il principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione.
È stato proprio il Comune di Aprilia, assistito assistito dall’avvocato del Foro di Milano, Carlo Antonio Maria Brena, a investire il Tribunale di Latina della questione pendente alla Corte Costituzionale, chiedendo che fosse valutata, proprio nell’ottica di poter discutere nel merito delle accuse mosse a Valeri. Una mossa a cui si è rimessa anche la difesa di Valerio Valeri, assistito dagli avvocati Francesco e Camillo Auteri, a cui l’estinzione dell’abuso d’ufficio naturalmente va bene, considerato che farebbe uscire dal processo l’imputato. Il Collegio del Tribunale, in ragione dell’attesa per la decisione della Consulta, ha rinviato il processo al prossimo 14 maggio nella speranza che per quella data i giudici della Corte Costituzionale si siano espressi sulla legge che abroga l’abuso d’ufficio.
La difesa di Valeri ad ogni modo ha ribadito che il Comune di Aprilia non deve essere parte civile perché dalla Progetto Ambiente ha ottenuto solo benefici per i rapporti costi servizi e anche perché l’ente è stato premio per tre volte come comune “riciclone” per via della raccolta differenziata.
Frazionamenti o spacchettamenti per scendere sotto soglia e affidare direttamente alle solite società, tra cui quella in cui era assunto il figlio dell’ex amministratore della Progetto Ambiente di Aprilia, Valerio Valeri. È questo il nucleo del processo già emerso nella precedente udienza svoltasi lo scorso febbraio. Poco prima del rinvio a giudizio arrivato a maggio 2022, Valeri fu sostituito alla guida della municipalizzata di Via Delle Valli dall’attuale amministratore Stefano Cicerani.
Nel merito delle contestazioni, a dare conto dell’indagine del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Latina era stata la stessa società municipalizzata del Comune di Aprilia che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani nella città del nord pontino. La stessa società finita al centro delle polemiche, anche da parte dei sindacati, a cui seguì un dettagliato esposto da parte dell’allora opposizione consigliare – Roberto Boi e Vincenzo La Pegna – in merito all’assunzione di lavoratori interinali, sebbene fosse stato svolto e ultimato un concorso con tanto di graduatoria, al noleggio degli automezzi.
Mesi fa, ad essere dal Pubblico Ministero Giuseppe Bontempo, in qualità di testimoni, furono proprio i suddetti Boi e La Pegna, all’epoca consiglieri comunali d’opposizione, e al momento dell’escussione all’interno della maggioranza (Boi era assessore all’Urbanistica) che sosteneva il Sindaco di centrodestra, Lanfranco Principi, che da luglio è agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa. Sembra passata un secolo, nel frattempo la città è stata commissariata ed è un probabile un nuovo commissariamento per infiltrazione mafiosa.