L’inchiesta della Procura di Cassino riguarda episodi avvenuti tra il 2014 e il 2017: appalti afferenti ai fondi europei, alla pubblica illuminazione e alla Pedemontana. I protagonisti sono, oltre all’ex Sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo, tutti personaggi che all’epoca dei fatti contestati ricoprivano incarichi come dirigenti, dipendenti e assessori nella Giunta. Coinvolti anche gli imprenditori che avrebbero giovato dei favori dei pubblici amministratori.
Deve essere solo posta la parola fine con la prescrizione di reati già ampiamente estinti. Si tratta del processo che vede sul banco degli imputati per reati contro la pubblica amministrazione, tra gli altri, l’ex sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo, il quale, dopo essere stato rinviato a giudizio a luglio 2023, annunciò che avrebbe rinunciato alla prescrizione.
Se l’ex primo cittadino rinuncerà di fatto alla prescrizione, si capirà il prossimo 2 dicembre quando il processo riprenderà davanti a un altro giudice monocratico del Tribunale di Cassino, il dottor Marco Gioia. Oggi, infatti, la collega, Martina Di Fonzo, ha dovuto dichiarare la sua incompatibilità in quanto, a luglio 2023, fu lei stessa a rinviare a giudizio tutti gli imputati. Nel frattempo il magistrato è passato dall’ufficio Gip-Gup del Tribunale ciociaro al ruolo di giudice monocratico. Ecco perché è venuta formarsi una incompatibilità nel giudizio.
Ma cosa contestano gli inquirenti a Bartolomeo e gli altri imputati? Innanzitutto le altre persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta svolta dal sostituto procuratore di Cassino Chiara D’Orefice vede tra di loro vecchie e presenti conoscenze che hanno ricoperto ruoli nell’amministrazione formiana. Marilena Terreri ex Dirigente del Comune e destinataria a luglio 2020 anche dell’avviso conclusioni indagini in riferimento all’inchiesta Portobello.
Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno ed ex consigliere regionale della Campania. Gennaro Santoro, l’imprenditore napoletano, di casa a Formia, già indagato con il predetto, persino con l’interessamento della Dia, sugli appalti pubblici per la realizzazione di grosse infrastrutture, tra cui la Pedemontana (strada che doveva collegare Formia a Gaeta). E ancora l’imprenditore Raffaele Garofalo di San Cipriano d’Aversa, i campani d’origine Vincenzo e Antonio Buffolino residenti a Formia il primo dei due responsabile funzionario dei servizi manutentivi nel Comune di Formia. Giuseppe Caramanica, ex Dirigente a Formia, dal 2019 nel Comune di Itri, poi ancora a Formia scelto dall’attuale Sindaco Gianluca Taddeo, infine al momento in forza all’Ater di Latina. La funzionaria del Comune di Formia e segretaria dell’allora sindaco Antonietta Franciosa, Gioconda Terreri anche lei dipendente del Comune di Formia, la responsabile del Servizio Economico del Comune Vienna La Valle originaria di Coreno Ausonio ma residente a Formia, il manager fondano Davide D’Arcangelo, l’imprenditore anche lui di Fondi Massimo Di Fazio, l’originario della provincia di Terni e residente a Roma Edmondo Tordi, l’ex consigliere comunale di Formia ed ex Assessore ai Fondi Europei con la Giunta Barolomeo Giovanni Costa, l’impiegato del Comune formiano Pierluigi Russo e, infine, l’ex Dirigente dell’Urbanistica del Comune di Formia Sisto Astarita.
I reati contestati a vario titolo sono turbata libertà degli incanti, più la falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Tutti reati che, secondo l’ipotesi degli investigatori, sono stati commessi in concorso.
Verità giudiziaria che, ad ogni modo, non verrà mai raggiunta, così come ribadito più volte dal collegio difensivo composto dagli avvocati Pompei, Buffolino, Scipione, Matteo e Vincenzo Macari, Zeppieri, Signore, Griffo, Magliuzzi, Pollino, Sacco, Ricci, Garofalo e Jappelli.
L’INCHIESTA
EPISODIO CONTESTATO CHE VA DA APRILE 2016 A MAGGIO 2017 – All’ex Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo, l’indagato più illustre del procedimento cassinate, vengono contestati alcuni episodi tra cui la turbata libertà di incanti con Fabozzi, Santoro, le due Terreri, D’Arcangelo, Franciosa, Costa, La Valle e Di Fazio.
In concorso tra loro, e con più azioni esecutive, secondo l’accusa, brigavano con collusioni e altri atti fraudolenti, pilotando anche delibere, consistiti nell’attivazione di una procedura negoziata, senza la preliminare pubblicazione di un bando di gara bensì mediante l’invito a partecipare alla gara rivolto a tre ditte, per l’affidamento del servizio di formazione ed assistenza per l’accesso ai fondi europei negli anni 2017 e 2018 in favore della Prometeo srl dell’imprenditore fondano Massimo Di Fazio e dell’Amministratore unico Davide D’Arcangelo. In particolare, la responsabile Servizio Economico del Comune I.a Valle si mise, secondo la Procura, a completa disposizione della Dirigente Terreri (all’epoca, di fatto, braccio destro amministrativo del Sindaco Bartolomeo), compiendo una serie di atti finalizzati alla certa assegnazione dell’incarico di consulenza alla Prometeo mantenendo continui contatti con la stessa società, nonché predisponendo la determinazione risalente al 10 gennaio 2017. Anche la segretaria del Sindaco, Antonietta Franciosa, si attivò, rassicurando gli imprenditori, affinché fosse approvata la delibera a favore della società Prometeo per portarla portata in Giunta.
EPISODIO DA MAGGIO 2015 A LUGLIO 2015 – La vicenda vede coinvolti Bartolomeo, Marilena Terreri, Fabozzi, Santoro, Astarita, Garofalo, Buffolino, Caramanica e Di Russo. Secondo il pm D’Oreficie, in concorso tra loro si accordavano preventivamente e clandestinamente, turbando la gara per la realizzazione di impianti di pubblica illuminazione nel Comune di Formia pilotando l’assegnazione alla ditta casertana di Casapesenna Garofalo Costruzioni srl tramite continui contatti al di fuori dei normali canali istituzionali, sia nelle fasi precedenti alla definitiva assegnazione dei lavori, sia prima dell’inizio dei lavori, sia nel corso e alla fine dei medesimi, sfruttando le relazioni esistenti con funzionari politici regionali e nazionali, e ricorrendo, con la delibera 15 maggio 2015, alla ”procedura ristretta del cottimo fiduciario“, iter non previsto nel caso di “realizzazione di nuovi impianti di pubblica illuminazione”.
Inoltre i dirigenti e funzionari, nella procedura, hanno operato un frazionamento dell’appalto che avrebbe eluso i limiti di valore previsti al solo fine di affidarlo senza ricorrere alla gara pubblica. C’è di più: non fu acquisita la prevista comunicazione antimafia relativa a Raffaele Garofalo, turbando così il procedimento per la scelta del contraente così da arrivare all’aggiudicazione fraudolenta della procedura relativa alla “realizzazione di pubblica illuminazione” per un importo iniziale di C 89.701,33 (ribasso di oltre il 42%) in favore della suddetta “Garofalo Costuzioni” e nonostante il parere contrario dell’Avvocatura Comunale.
EPISODIO DAL 24 DICEMBRE 2014 AL 6 LUGLIO 2016 – Coinvolti Vincenzo Buffolino, Domenico Caramanica e Pierlugi Di Russo i quali, con più azioni, nella loro qualità di tecnici del Comune di Formia, redigevano falsamente atti pubblici al fine di far ottenere all’imprenditore Raffaele Garofalo un ingiusto vantaggio patrimoniale, certificando falsamente l’esecuzione di opere in realtà eseguite parzialmente e/o in difformità con il relativo capitolato d’appalto e approvando opere per ulteriori lavori di circa 30mila euro.
EPISODIO DEL GENNAIO 2017 – Coinvolti Bartolomeo, Marilena Terreri e l’amministratore unico della “S.A.T.P.I. Consulting Engineers s.r.l.” l’ingegner Edmondo Tordi. I tre, in concorso tra loro, predisposero un bando di gara per la progettazione preliminare dell’opera pubblica “Pedemontana” da realizzarsi nel territorio di Formia indicando parametri predeterminati atti ad assicurare l’aggiudicazione della gara alla società romana “S.A.T.P.I. Consulting Engineers s.r.l., compiendo atti diretti a turbare il procedimento amministrativo così da condizionare le modalità di scelta del contraente.
EPISODIO FATTO RISALIRE AL 26 LUGLIO 2017 – Coinvolti Bartolomeo, Marilena Terreri e i due Buffolino, i quali con più azioni esecutive disposero un certificato pubblico attestante parametri urbanistici diversi da quelli reali al fine di offrire all’imprenditore casertano di Casaluce Gennaro Santoro la possibilità di realizzare, sull’area interessata dal medesimo certificato, un parcheggio nel territorio di Formia. Tramite accordi preliminari, fu rilasciato un certificato di destinazione urbanistica attestante parametri urbanistici diversi da quelli reali e con due firme, diverse tra loro, apposte sotto due timbri uno dei quali in luogo di quello del Dirigente del settore Urbanistica Sisto Astarita assente dal servizio.