Nonostante le numerose segnalazioni di irregolarità, l’Amministrazione va avanti La minoranza: “Perché si vuole fare a tutti i costi?”
Si è conclusa, secondo i termini di legge, la fase di pubblicizzazione del progetto Borgo Protetto che richiede di apportare una significativa variante al Piano Regolatore Comunale per la costruzione di una cittadella di case albergo per anziani con servizi annessi.
Il progetto è stato presentato da una srl, che da anni esiste solo sulla carta, partecipata da una nota società che possiede già numerose strutture sanitarie e socio-sanitarie sia sul territorio nazionale che all’estero.
L’iniziativa privata è fortemente sostenuta da tutta la compagine della maggioranza del sindaco De Lillis composta da PD, Movimento per l’Autonomia di Giulianello, PSI e Italia Viva – con il consigliere Antonio Betti eletto come indipendente ma successivamente passato nelle file di Italia Viva-.
Per essere precisi la posizione del Consigliere Aristide Proietti del PSI è critica sulla localizzazione del progetto, e, proprio recentemente, ha lasciato la coalizione per dissensi sulla gestione dell’ampliamento dello stabilimento Fassa di Artena.
Nel corso dell’iter che ha portato alla conclusione positiva della Conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto del Borgo Protetto, non sono mancate polemiche e contestazioni attivate dalla minoranza.
“Già nel giugno scorso, abbiamo presentato l’istanza di annullamento in autotutela della conclusione positiva della Conferenza dei Servizi – ricorda Evaristo Silvi, capogruppo de L’Altra Città. Senza entrare nel merito delle scelte politiche di questa Amministrazione, abbiamo segnalato evidenti elementi di illegittimità e irregolarità del procedimento. Primo fra tutti, l’occultamento dell’incendio che nel 2022 ha interessato l’area agricola sulla quale si vorrebbe costruire la cittadella, attestato sia dai verbali della Polizia Locale che dei Vigili del Fuoco. Secondo la normativa, sui terreni percorsi dal fuoco, non si possono realizzare nuove costruzioni per i successivi 15 anni. Tra l’altro, la stessa società, sugli organi di stampa, ha confermato che l’incendio c’è stato, ma secondo lei era di poca entità e quindi, sempre secondo lei, non scatterebbe il vincolo paesaggistico. Ma la norma non dice questo!”.
L’Amministrazione comunale, sia la parte politica che quella amministrativa, non hanno preso in considerazione la richiesta di annullamento in autotutela del procedimento, ed ha proseguito l’iter con la pubblicazione dell’avviso per andare verso la variante al Piano Regolatore.
A quel punto, contro la realizzazione del progetto, sono scesi in campo anche soggetti della società civile con capofila il Comitato Civico di Cori, che da anni si batte per i servizi sanitari territoriali.
“Per l’annullamento dell’avviso avevamo già fatto istanza anche noi – precisa Silvi. Ma sono trascorsi i giorni e l’Amministrazione non si è espressa, né sulla nostra richiesta né, per quanto mi risulta, su quella del Comitato”.
Sulla base degli atti resi disponibili nell’Avviso, il gruppo di minoranza ha rilevato numerose illegittimità e carenze che ha riproposto anche nelle osservazioni presentate recentemente, nei termini di legge.
Oltre alla mancata certificazione che l’area è stata percorsa dal fuoco, accompagnata dalla grave omissione dell’aggiornamento obbligatorio del catasto incendi per gli anni 2022 e 2023, nelle osservazioni si legge che si va a costruire consapevolmente in zona con elevato rischio sismico e idrogeologico.
Infatti, il parere regionale, sebbene favorevole, prescrive che “in ogni caso, tutte le previsioni progettuali sono realizzabili a condizione di effettuare studi geologico-tecnici e di caratterizzazione sismica specifici le cui risultanze ed indicazioni costituiscano condizione necessaria per l’attuazione di quanto previsto. Tali studi dovranno essere redatti da professionisti abilitati secondo le norme vigenti”.
“Siamo di fronte ad una situazione paradossale – sottolinea Silvi. Stiamo valutando una variante puntuale al Piano regolatore e il progetto potrebbe non essere realizzabile se le successive analisi prescritte come obbligatorie facessero emergere gravi e insanabili situazioni di rischio sismico e idrogeologico”.
Un’ulteriore osservazione riguarda l’occultamento della presenza di vincoli idrogeologici. Infatti da un’attenta analisi della relazione geologica predisposta dal professionista della società proponente, emerge che si omette costantemente di fare riferimento alla particella catastale gravata da vincolo idrogeologico, che corrisponde al fosso con area boscata, che verrà interessata dai lavori per la canalizzazione degli scarichi delle acque piovane.
Una contestazione di particolare rilievo riguarda l’assenza di elementi oggettivi che attestino l’interesse pubblico alla variante richiesta al PRG.
“Il sindaco De Lillis ha più volte sostenuto che si tratta di un progetto di pubblico interesse, ma negli atti resi pubblici, manca la Convenzione Urbanistica con i relativi obblighi assunti dal privato, che dovrebbero giustificare l’interesse pubblico a fronte della concessione di una variante di tale rilevanza.
Ad esempio, non si conosce il valore del contributo straordinario che la società dovrebbe versare nelle casse comunali a fronte della rilevante valorizzazione immobiliare che verrebbe generata dall’approvazione di questo progetto. Su questo aspetto la legge stabilisce che la plusvalenza può essere calcolata nella misura massima del 66% del maggior valore immobiliare che si verrebbe a determinare con la realizzazione del progetto”.
“Poiché il “maggior valore immobiliare” sarebbe veramente elevato, in quanto si andrebbero a trasformare 5 ettari di oliveto, abbandonato e di scarso valore, in una città con miniappartamenti per 240 posti letto, garage, negozi, bar, ristoranti, piscina, palestra, sala convegni, locali amministrativi e di servizio, parcheggi e quant’altro, è lecito pensare che il valore della plusvalenza potrebbe essere milionario, sempre che non si vogliano fare sconti”.
Anche l’assenza del calcolo degli oneri di urbanizzazione rappresenta una carenza fondamentale, nonché l’assenza della definizione degli standard urbanistici, vale a dire di quelle aree che debbono essere cedute al servizio della collettività. “Di cosa stiamo parlando? – si chiede Silvi – quali aree potranno essere messe a disposizione della collettività se il “Borgo” è una cittadella chiusa e inaccessibile?”.
Manca inoltre la definizione delle “condizioni agevolate di servizi/locazioni” per anziani residenti nel comune di Cori. “Per il momento queste agevolazioni sono solo vaghe promesse senza fondamento. E comunque, qualche affitto calmierato per un appartamento nella struttura di lusso, forse potrebbe essere alla portata solo di pochissimi dei nostri concittadini”. A tutto ciò, la minoranza fa rilevare che mancano alcuni pareri vincolanti, tra cui quello dell’ASTRAL.
“Noi abbiamo ripetutamente espresso la nostra posizione politica su questo progetto: saremmo favorevoli se venisse realizzato all’interno del centro storico, dando la possibilità di una riqualificazione urbana a Cori, che ne avrebbe veramente bisogno, a beneficio non solo dei potenziali clienti del “Borgo”, ma anche dei cittadini di Cori. Siamo stati accusati di essere “strumentali dal punto di vista politico”. E l’assessore all’urbanistica, l’architetta Elisa Massotti, ha dichiarato che il centro storico ha tanti vincoli e non vi si può realizzare un progetto del genere. Certamente per realizzare una rete di case albergo nel centro storico non si può andare con i caterpillar per sbancare un’intera collina, come si farebbe con questo progetto!”.
“Ora la palla è in mano all’Amministrazione che dovrebbe, innanzitutto, valutare le istanze di annullamento sulla base delle motivazioni presentate dalla minoranza e dal gruppo di cittadini con a capo il Comitato Civico di Cori. Se l’Amministrazione decidesse di andare avanti, dovrebbe predisporre le deduzioni alle osservazioni, che a loro volta dovrebbero essere controdedotte dai soggetti che le hanno presentate. E alla fine si andrebbe in Consiglio comunale”.
“Al responsabile amministrativo che dovrà rispondere alle nostre osservazioni spetta un compito delicato e, per molti aspetti, ingrato – sottolinea Evaristo Silvi. Vedremo come si muoveranno gli Uffici Comunali, perché è su di loro che ricadono le maggiori responsabilità: amministrative e non solo”.
“Abbiamo letto sui giornali che qualcuno ha già parlato di speculazione edilizia. E quello che colpisce – conclude Silvi – è l’ostinazione con la quale tutta la maggioranza sta sostenendo, a tutti i costi, il progetto del Borgo Protetto. Dobbiamo ritenere che la posizione favorevole del sindaco, l’unico legittimato a parlarne, valga per tutta la sua maggioranza. Vale il principio: chi tace acconsente. Ma se si dovesse arrivare in Consiglio comunale per l’approvazione della variante al Piano Regolatore per la realizzazione del Borgo, tutti i Consiglieri dovranno tener ben presente che votare favorevolmente un progetto inficiato da tante illegittimità e irregolarità, può avere gravi e pesanti ripercussioni, perché anche i politici non sono esenti da responsabilità”.