Operazione anti-droga a Formia: chieste le condanne nel processo presso il Tribunale di Cassino per 12 imputati
È in dirittura d’arrivo il processo che vede sul banco degli imputati il gruppo che, secondo gli inquirenti dell’Antimafia di Roma, che hanno coordinato le indagini del Commissariato di Polizia formiano e della Guardia di Finanza di Latina, aveva costituito un sodalizio tra Formia e il sud pontino dedito al traffico di sostanze stupefacenti.
Un processo iniziato a febbraio 2023, davanti al collegio del Tribunale di Cassino composto dai giudici Gioia-Sangiovanni-Cerase, che è andato spedito fino alle richieste di condanna formulate oggi, 20 marzo, al termine della sua requisitoria, dal pubblico ministero della Procura/DDA di Roma, Francesco Gualtieri. Il sostituto procuratore capitolino ha chiesto condanne per gli imputati; le più pesanti: 17 anni di reclusione per Carmina Fustolo e 15 anni e 6 mesi per suo marito Italo Ausiello. A seguire tutti gli altri: 12 anni per il militare della Finanza, Roberto De Simone; 11 anni per Gianfranco Simeone; 12 anni per Emanuele Tornincasa; 10 anni per Angelo Lombardi; 8 anni e 6 mesi per Civita Lombardi; 9 anni per Giuliano D’Urso; 8 anni e 6 mesi per Luca Centola; 8 anni e 4 mesi per Enrico De Meo; 9 anni per Ivan Calenzo; 9 anni e 4 mesi per Laura Supino.
Subito dopo le richieste di condanne, è stato il turno delle arringhe difensive. All’udienza odierna, conclusasi intorno alle ore 19, hanno discusso gli avvocati Walter Marrocco, Matteo Macari e Pasquale Di Gabriele. Il prossimo 28 marzo sarà la volta degli altri avvocati del collegio difensivo: Vincenzo, Macari, Pasquale Cardillo Cupo e Alfonso Furgiuele.
Per il momento, due degli imputati, coinvolti nella operazione anti-droga eseguita il 24 maggio 2022 a Formia, sono stati già giudicati in due gradi di giudizio, rimediando due condanne, seppur dimezzate in sede di Appello: si tratta di Marco Massimiani e Alì Abbassi Ali.
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LA VICENDA GIUDIZIARIA – A ottobre 2022, il Giudice per le indagini preliminari Tribunale di Roma Francesco Patrone, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Corrado Fasanelli, aveva disposto il giudizio immediato per tutti i 14 soggetti colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare emessa a fine maggio (12 arresti in carcere e 2 ai domiciliari.
La decisione del Giudice per le indagini preliminari era arrivata a distanza di quasi un mese dalla richiesta del Pm Fasanelli. Ad affrontare il processo sono coloro destinatari del provvedimento di restrizione della libertà eseguito a maggio: Italo Ausiello (classe 1964) nato a Ceva (Cuneo), Carmina Fustolo (classe 1967) detta “Mina” di Formia, Enrico De Meo (classe 1990) nato a Gaeta, Luca Centola detto “Fruscichetta” (classe 1983) di Formia, Giuliano D’Urso detto “Lupo” (classe 1975), Ivan Calenzo nato a Napoli (classe 1978), Laura Supino di Formia (classe 1985), Roberto De Simone detto “Moncicci” o “Roberto il finanziere” o “El Chapo” di Formia (classe 1971), Marco Massimiani detto “Ue ue” nato a Cori (classe 1980), Emanuele Tornincasa detto “Manuel”, “Luciano” o il “Piccoletto” di Napoli (classe 1996), Civita Lombardi detta “Gnocca” o “Zoppa” di Formia (classe 1985), Angelo Lombardi di Formia detto “Dentino” (classe 1972), Gianfranco Simeone detto “Melone” di Formia (classe 1969) e Alì Abbassi di Velletri ma residente a Cisterna (classe 1989). Risultano, comunque, ancora indagati, a piede libero, altre sedici persone accusati di aver fatto parte dell’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga nel sud pontino.
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Le accuse per gli indagati sono gravi: associazione finalizzata al traffico, cessione e detenzione di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo.
La peculiarità e la pericolosità sociale dell’indagine era data anche dal fatto che due dei principali soggetti promotori dell’organizzazione criminale, (Ausiello e la compagna Carmina Fustolo, sorella di Salvatore Fustolo colpito da provvedimento di sorveglianza speciale e anche da un attentato incendiario), erano titolari di un minimarket ubicato al centro di Formia (in realtà un piccolo alimentari chiamato “Più Gusto”, non sempre aperto) e nei pressi di alcuni Istituti scolastici, dell’Ospedale Dono Svizzero, del locale S.E.R.T. e non molto lontano dai luoghi della movida formiana frequentata da giovani che pertanto diventano potenziali clienti.
A gennaio 2023, la Corte di Cassazione, pronunciandosi su un ricorso respinto da parte di uno degli imputati che chiedeva l’annullamento della misura cautelare, ha utilizzato parole nette sul sodalizio formiano fatto emergere dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Latina. Gli ermellini hanno scritto che il gruppo guidato da Ausiello-Fustolo è una “organizzazione piramidale”.
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