OPERAZIONE ANTI-DROGA A FORMIA, DAL MINIMARKET AL SODALIZIO CRIMINALE: 14 GLI ARRESTI, CONTESTATO UN TENTATO OMICIDIO

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Operazione anti-droga a Formia: 14 gli arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Latina

Nella mattinata odierna – si legge in una nota ufficiale di Guardia di Finanza e Questura di Latina -, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, il personale del Commissariato della Polizia di Stato di Formia e i Finanzieri del Comando Provinciale di Latina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma Francesco Patrone, su richiesta del sostituto procuratore di Roma Corrado Fasanelli, nei confronti di 14 persone (di cui 12 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), gravemente indiziate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, tentato omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, estorsione nonché detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo (artt. 81, 110 c.p., artt. 73 e 74 D.P.R. 309/90, artt. 56, 575, 605, 612, 629 c.p., artt. 10, 12, 14 L. 497/74). Tra i coinvolti anche il finanziere di Formia, appartenente alla Squadra Navale di Gaeta, Roberto De Simone che, fermato a gennaio 2021 con un quantitativo di droga, patteggiò a marzo 2021 una pena di un anno e otto mesi.

I nomi delle persone coinvolti dagli arresti eseguiti da Polizia e Guardia di Finanza: Italo Ausiello (classe 1964) nato a Ceva (Cuneo), Carmina Fustolo (classe 1967) detta “Mina” di Formia, Enrico De Meo (classe 1990) nato a Gaeta, Luca Centola detto “Fruscichetta” (classe 1983) di Formia, Giuliano D’Urso detto “Lupo” (classe 1975), Ivan Calenzo nato a Napoli (classe 1978), Laura Supino di Formia (classe 1985), Roberto De Simone detto “Moncicci” o “Roberto il finanziere” o “El Chapo” di Formia (classe 1971), Marco Massimiani detto “Ue ue” nato a Cori (classe 1980), Emanuele Tornincasa detto “Manuel”, “Luciano” o il “Piccoletto” di Napoli (classe 1996), Civita Lombardi detta “Gnocca” o “Zoppa” di Formia (classe 1985), Angelo Lombardi di Formia detto “Dentino” (classe 1972), Gianfranco Simeone detto “Melone” di Formia (classe 1969) e Alì Abbassi di Velletri ma residente a Cisterna (classe 1989). Quest’ultimo, Tornincasa e Massimiani sono ritenuti dagli inquirenti i fornitori della droga. Abbassi e Supino hanno ottenuto gli arresti domiciliari.

Risultano indagati altre sedici persone accusati di aver fatto parte dell’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio:  Giuseppe Basco, 45 anni di Gaeta (secondo una segnalazione della Sqaudra Mobile casertana risulterebbe affiliato al clan Bidognetti); Elvira Oliva, 32 anni di San Cipriano D’Aversa; Enzo Scipione, 48 anni, detto “Cavallo Pazzo” di Formia Luca Cassetta, 25 anni di Latina; Rosario D’Acunto, 49 anni di Formia; Salvatore Fustolo, 50 anni di Formia; Milena Maddalena, 46 anni di Formia; Gelsomina Tarallo, 32 anni di Itri; Marco Morabito, 33 anni di Minturno; Maria Luisa Cotugno, 47 anni di Formia, Domenico Onorato, 40 anni di Arzano; Sergio Scudiero, 44 anni di Formia; Giuseppe Sorrentino, 47 anni di Formia; Antonio Tornincasa , 52 anni di Arzano e Abassi Ouail, 45 anni residente a Cisterna, originario della Tunisia.

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Il provvedimento cautelare si basa sulle risultanze acquisite nel periodo 2019-2020 da un’indagine congiunta eseguita dal Commissariato, agli ordini del vice questore aggiunta Aurelio Metelli, e dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Formia, coordinati dal Tenente Colonnello Luigi Galluccio, che ha consentito di raccogliere elementi gravemente indiziari in ordine all’esistenza di una strutturata e pericolosa organizzazione criminale, dedita al traffico di consistenti quantitativi di sostanze stupefacenti – “cocaina” – attiva nel Comune di Formia.

L’indagine trae origine da due arresti in flagranza di reato eseguiti separatamente dal Commissariato Polizia e dai Finanzieri di Formia nel 2019, rispettivamente di un soggetto campano sorpreso a cedere una dose di cocaina ad un assuntore e di un soggetto, poi risultato tra i promotori dell’associazione, Italo Ausiello, trovato in possesso di 116 grammi di cocaina e di circa 16.000 euro in contanti.

I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di ricostruire, nei dettagli, i rapporti tra i vari indagati delineando in maniera puntuale e precisa l’associazione a delinquere, individuando i compiti e ruoli di ogni singolo affiliato. In tale cornice, è stato altresì provato che i vertici del sodalizio sono stati mandanti di azioni di violenza tese al recupero dei crediti vantati dai vari pusher, secondo i canoni tipici delle più strutturate associazioni di stampo mafioso.

Il gruppo malavitoso indagato, caratterizzato da un marcato spessore criminale, era in grado di trattare, in brevissimo tempo, l’acquisto e la successiva rivendita sul mercato locale di ingenti quantitativi di droga.

I rifornimenti nelle zone del Sud Pontino avvenivano circa due/tre volte alla settimana alimentando la fiorente piazza di spaccio di Formia ma anche diversi Comuni limitrofi.

La peculiarità e la pericolosità sociale dell’indagine era data anche dal fatto che due dei principali soggetti promotori dell’organizzazione criminale (Ausiello e la compagna Carmina Fustolo, sorella di Salvatore Fustolo recentemente arrestato per la detenzione di circa 3 chili di droga), erano titolari di un minimarket ubicato al centro di Formia (in realtà un piccolo alimentari chiamato “Più Gusto”, non sempre aperto) e nei pressi di alcuni Istituti scolastici, dell’Ospedale Dono Svizzero, del locale S.E.R.T. e non molto lontano dai luoghi della movida formiana frequentata da giovani che pertanto diventano potenziali clienti.

Nello specifico, le investigazioni consentivano di documentare:

• le fasi di approvvigionamento, preparazione e spaccio della sostanza stupefacente che, proveniente dai diversi fornitori all’occorrenza interessati, veniva finanziata dai promotori, custodita e “tagliata” da alcuni sodali per poi essere venduta ai tossicodipendenti locali;

• seppur non direttamente, il sequestro di persona di un componente del gruppo (indagato a piede libero) a scopo di estorsione nonché il tentativo di omicidio ai danni da uno dei sodali non destinatario di misura cautelare (Giuseppe Basco), per un debito di circa 31.000 euro riconducibile ad una partita di droga non pagata. Più precisamente, il gruppo criminale investigato (furono coinvolti due degli arrestati odierni: De Meo e Tornincasa; oltreché all’indagato Tornicasa, padre del più giovane Emanuele) aveva condotto la vittima nei pressi di un lago e dopo averlo legato mani e collo con una fune, aveva minacciato di gettarlo in acqua documentando l’accaduto tramite social facendo assistere alla scena la compagna della vittima al fine di intimorirla ulteriormente e convincerla a saldare il debito.

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Nel corso delle investigazioni svolte dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza, si è proceduto, oltre ai normali riscontri eseguiti con i sequestri amministrativi, ex art. 75 DPR 309/90 a carico di 7 assuntori, all’arresto in flagranza di reato di 6 persone per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti con il conseguente sequestro di circa 314 grammi di cocaina.

I provvedimenti odierni hanno riguardato 14 soggetti di cui 10 residenti a Formia, 2 residenti a Cisterna di Latina mentre ad altri due la misura è stata notificata in carcere in quanto già ristretti per altre causa. Eseguite anche 15 perquisizioni domiciliari nel corso delle operazioni, scattate all’alba di questa mattina, che hanno visto impiegati oltre 50 tra Poliziotti e Finanzieri.

“La presenza dello Stato, la prova del funzionamento di certe istituzioni, l’impegno delle forze dell’ordine, della magistratura, l’occhio attento della direzione distrettuale antimafia, l’affermazione del principio della legalità, sono conferme fondamentali che questa mattina sono arrivate nell’ambito dell’operazione, l’ennesima in pochi mesi, condotta ai danni di composite organizzazioni dedite a reati gravissimi come l’associazione per delinquere, il traffico di sostanze stupefacenti, il sequestro di persona e addirittura un tentato omicidio. Il nostro territorio è affamato e necessita di operazioni di questo tipo per sfamare la propria voglia di legalità, di sviluppo e di libertà, e per questo il mio più grande ringraziamento va alle istituzioni che funzionano in questo modo e grazie alle quali possiamo vincere le nostre battaglie. Voglio inoltre sottolineare due aspetti: anzitutto la reiterazione di certe operazioni a danno di sempre maggiori organizzazioni criminali di spessore e composte da giovani e giovanissimi del territorio, sul quale tenere alta l’attenzione dal punto di vista sociale e poi la necessità di scalare anche certe piramidi criminali che ovviamente oltre ad avere una base operativa che si sporca le mani hanno anche un vertice che beneficia di enormi quantità di guadagni per lo spaccio sulle piazze del Golfo di Gaeta. Quindi dobbiamo insistere e continuare su questa strada, intensificando e aiutando le forze investigative e la magistratura a compiere questa fondamentale attività di contrasto”. A dichiararlo il deputato originario del sud pontino Raffaele Trano. 

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