Concorsopoli all’Asl di Latina: nuova udienza del processo che vede tra gli imputati l’ex senatore del Partito Democratico Claudio Moscardelli
Oggi, 12 ottobre, davanti al Collegio presieduto dal Giudice Laura Morselli – a latere i giudici Simona Sergio e Paolo Romano -, sono proseguiti gli interrogatori dei testimoni chiamati dal collegio difensivo composto dagli avvocati Archidiacono, Giudetti, Zeppieri e Mancini.
Nella scorsa udienza, a marzo, erano chiamati ad essere interrogati i testimoni della difesa di Mario Graziano Esposito, segretario delle Commissioni esaminatrici che giudicarono i concorrenti dei due concorsi al centro del processo. Il suo avvocato difensore, Luca Giudetti, ha interrogato una collaboratrice amministrativa, assunta il primo gennaio 2021 nella Uoc Reclutamento Personale dell’Asl di Latina e l’avvocata dell’azienda sanitaria locale, Massimo Valleriani, oggi nella veste di testimone ma, fino alla scorsa udienza, avvocato di parte civile della stessa Asl costituitasi nel processo.
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La concorrente aveva confermato quanto già detto da altri testimoni: il suo concorso era pieno di parenti di addetti alla vigilanza e almeno quattro dei partecipanti in conflitto d’interessi hanno superato la prova d’esame. La donna ha raccontato di uso di cellulari durante la prova scritta per l’esame da 23 posti e persino un segnale in codice di cui alcuni candidati, a fine prova, parlavano: un colpo di tacco a terra per utilizzare il telefonino, due colpi per nasconderlo.
Un processo sui concorsi della Asl, che è nato, come noto, da due indagini separate (una della Squadra Mobile e l’altra della Guardia di Finanza di Latina), poi unite in un unico procedimento giudiziario, che hanno messo sotto la lente altrettanti procedure: quella da 23 posti come collaboratore amministrativo professionale cat. D indetto in forma aggregata tra Asl di Roma 3, Asl Latina (ente capofila), Asl Viterbo e Asl Frosinone e quella da 70 posti di assistente amministrativo-categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina (ente capofila), Viterbo e Roma 3.
All’ex senatore dei Dem Moscardelli, nonché ex membro della Commissione parlamentare Antimafia, vengono contestate le ingerenze per far sì che due candidati al concorso da 23 posti – l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Minturno Giuseppe Tomao e il figlio dell’esponente politica di Gaeta (Pina Rosato), Matteo Di Domenico (destinatari di un avviso conclusioni indagini per una costola del procedimento penale) – fossero agevolati nel superamento delle prove d’esame, con tanto di domande concordate con uno degli altri tre imputati: Claudio Rainone all’epoca Presidente della Commissione d’esame ed ex Direttore amministrativo facente funzione dell’Asl di Latina (oltreché a direttore Uoc Reclutamento, funzione da cui il manager della sanità è stato sospeso). Rainone e il funzionario dell’Asl Mario Graziano Esposito devono rispondere di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio. Moscardelli, invece, è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.
Nell’udienza odierna, sono stati ascoltati i testimoni della difesa dell’avvocato Mancini che cura gli interessi di Claudio Rainone. Uno dei testimoni, Luciano Corinti, all’epoca componente della commissione che aveva esaminato i test dei concorrenti per il concorso da 70 posti, era assente. Ad ogni modo, con il consenso delle parti, è stato acquisito il suo interrogatorio.
Alla fine sono stati interrogati due partecipanti ai due concorsi incriminati: quello da collaboratore amministrativo (23 posti) e quello da assistente amministrativo (70 posti), successivamente cancellato dai provvedimenti dell’Asl con l’emergere dell’inchiesta che terremotò azienda sanitaria e il Partito Democratico locale.
In particolare, uno dei partecipanti al concorso ha significato per la difesa di Rainone una sorta di passo falso. Perché se è vero che il testimone, che partecipò al concorso da 70 posti, ha asserito che non vi furono anomali il giorno in cui si svolse il test scritto al liceo G.B. Grassi di Latina, è altrettanto vero che le domande dell’avvocato Giulio Mastrobattista, che assiste una donna partecipante a quel concorso e parte civile nell’attuale processo (insieme alle Asl coinvolte, a Comune di Latina e Regione Lazio, più l’associazione “Caponnetto”), hanno messo in seria difficoltà i propositi della difesa.
Infatti, è emerso (come peraltro scritto in tempi non sospetti su questo sito d’informazione: leggi link sotto), che il testimone di oggi è figlio di un dipendente UOC Reclutamento ASL. Non un dipendente qualsiasi, ma uno di coloro che svolgevano il ruolo di controllore al concorso da 70 posti che costituì il centro dell’indagine della Guardia di Finanza di Latina.
“Non le pare strano che in un concorso pubblico ci fosse come controllore suo padre?“, questa è la domanda che l’avvocato Mastrobattista ha rivolto all’ex partecipante al concorso Asl incriminato. Una domanda per cui non c’era bisogno di capire di più, tanto che il presidente del collegio del Tribunale, Laura Morselli, ha ritenuto che l’eventuale risposta fosse superflua.
Il processo è stato rinviato al prossimo 21 marzo quando saranno ascoltati i testimoni della difesa dell’avvocato Archidiacono.
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