CORI, L’ALTRA CITTÀ: “POZZO IN MONTAGNA FORSE NON SOLO AL SERVIZIO DEGLI ALLEVATORI”

I dubbi dell’opposizione sulla gestione dei 400Mila euro della Regione

“Il sostegno all’allevamento montano è sicuramente una scelta che condividiamo. Ma molte cose ci lasciano perplessi”, così esordisce Evaristo Silvi capogruppo de L’Altra Città in consiglio comunale.

Il pozzo-abbeveratoio da realizzarsi in località Fontana del Prato nella zona a sud est della corona montana di Cori, ha ottenuto nel 2022 il finanziamento straordinario di 400 mila euro dalla Regione Lazio.

“La prima perplessità, attestata finora in tutti gli atti amministrativi, è che il pozzo verrebbe realizzato su un’area di proprietà privata, gestita da anni, dall’Azienda Faunistica Venatoria “Cora”. Sulla base di questa ultradecennale gestione da parte dell’Azienda Venatoria, il comune di Cori vorrebbe acquisirla a patrimonio rivendicando il diritto di usucapione.

L’iter dell’acquisizione sarebbe iniziato nell’aprile 2023, attraverso il ricorso all’istituto della mediazione. Nei documenti pubblici dell’Ente si parla di un consenso scritto dei proprietari a cederla “bonariamente non a titolo oneroso”. Quando a maggio abbiamo approvato in consiglio comunale l’acquisizione a patrimonio comunale di questo terreno, sembrava tutto fatto, invece, a tutt’oggi, il terreno, dove dovrebbe sorgere il pozzo-abbeveratoio, è ancora di proprietà privata.

Ci chiediamo: come è possibile che il Comune di Cori abbia potuto ottenere il finanziamento di 400mila euro e tutte le autorizzazioni su un terreno di cui non ha legittima disponibilità? Ci chiediamo ancora: come è possibile che il comune di Cori abbia affidato i lavori a professionisti e ditte per un’opera da realizzarsi su un terreno di cui non ha la legittima disponibilità?

È come se io andassi a fare lavori in una casa prima di averla comprata. Per questo troviamo molto strano che gli Enti sovra comunali, sia la Regione che ha concesso il finanziamento, sia tutti quelli che hanno dato i pareri ed i nulla osta, non abbiamo mai appurato se il comune di Cori avesse la legittima disponibilità del bene. E se la mediazione non andasse a buon fine? Il pozzo-abbeveratoio, pagato con soldi pubblici, resterebbe ai proprietari del terreno? Situazione paradossale.

Va aggiunto che anche questa scelta della costruzione del pozzo-abbeveratoio in quella zona sembra non del tutto chiara.
Ci riferiamo all’incontro che circa un anno fa, il sindaco De Lillis convocò sia con gli allevatori che con i residenti della zona in un noto ristorante del luogo, e prospettò la nascita di un consorzio per la gestione del pozzo che avrebbe servito anche le abitazioni private.

Infatti in quell’area c’è anche una considerevole presenza di prime e seconde case che non dispongono di acquedotto e che debbono approvigionarsi di acqua con carrobotti.

La soluzione prospettata fu che l’acqua estratta a valle dal pozzo situato a Fontana del Prato, sarebbe stata canalizzata a monte all’Abboccatora, ingresso del castagneto, e raccolta in un grande serbatoio dal quale, con un sistema di condotte, si sarebbe potuta diramare verso le varie utenze produttive e residenziali dislocate su quella costa di montagna che va, verso Sud, fino al territorio di Norma.

Poi, di questa ipotesi, non se ne è saputo più nulla. Certo è che, qualora il pozzo venisse realizzato, la questione della gestione e dell’utilizzo dell’acqua, resta aperta.

Intanto, abbiamo presentato una diffida al Comune di Cori a non procedere fino a quando il terreno non sarà acquisito regolarmente come proprietà dell’Ente e abbiamo anche informato tutti gli organi sovracomunali.

Ci auguriamo che tutta questa situazione paradossale sia frutto dell’approssimazione dell’amministrazione De Lillis, a partire dal delegato al patrimonio Aristide Proietti, e che non nasconda altri interessi”.

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