ZACCHEO RISPOLVERA LA GIORNALISTA AMICA, CHE PARLA A VANVERA DI MAFIA

La conferenza stampa dove sono state presentate dalla giornalista Sarina Biraghi le liste a sostegno del candidato Sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo
La conferenza stampa nell'ambito della quale sono state presentate dalla giornalista Sarina Biraghi le liste a sostegno del candidato Sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo

In un’atmosfera surreale si è svolta ieri, 30 agosto, la conferenza stampa di presentazione del candidato sindaco del centrodestra Zaccheo.

Parliamo di atmosfera surreale, perché, ad ascoltare il programma, è sembrato di essere tornati indietro nel tempo di quasi venti anni.

Zaccheo ha promesso che farà esattamente tutte le cose che non ha realizzato nell’arco di quasi due consiliature, cose per le quali ha fatto spendere inutilmente al Comune di Latina milioni di euro.

L’unico argomento non riproposto è stato, bontà sua, quello della metro: vicenda che lo ha visto coinvolto a livello penale per i reati di falso e truffa aggravata ai danni dello Stato; vicenda che lo ha visto evitare il processo grazie alla prescrizione.

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Nell’ambito di questa atmosfera surreale ha svolto il ruolo di cerimoniere la giornalista Sarina Biraghi.

CHI È SARINA BIRAGHI? 

Immaginiamo che sia la domanda che molti di voi si stanno ponendo.

La giornalista scrive sul quotidiano “La Verità” e in passato ha lavorato per il giornale laziale “Il Tempo” (vedi di seguito l’intero video della conferenza stampa di ieri da Facebook).

Al di là di tali annotazioni, abbiamo la fortuna di poter conoscere meglio Sarina Biraghi e il suo rapporto con Zaccheo grazie alle carte giudiziarie di cui siamo venuti in possesso dopo la pubblicazione del libro “Storie nascoste di Latina”. 

Lasciamo la parola ai Carabinieri di Latina (rapporto del 13/2/2009).

Innanzitutto i Carabinieri ci dicono che “sono emersi elementi e spunti investigativi assai interessanti e meritevoli di approfondimenti. Omissis…Viene confermata l’attitudine assai spiccata del sindaco di controllare con ogni mezzo l’informazione…Omissis…”

Subito dopo ci parlano proprio di Sarina Biraghi.

“Nella fattispecie ZACCHEO propone alla giornalista Sarina BIRAGHI de “Il Tempo” un extra (intendendo verosimilmente denaro) per dei servizi  giornalistici particolari in occasione dell’evento del Raduno Nazionale degli Alpini.

Diamo ora la parola direttamente a Zaccheo e alla giornalista Sarina Biraghi (conversazione telefonica del 10/2/2009).

Sarina BIRAGHI: pronto?!
Vincenzo ZACCHEO: ciao, Vincenzo…
Sarina BIRAGHI: ciao Vincenzo, buongiorno… dimmi….
Vincenzo ZACCHEO: senti, te volevo dì ‘na cosa… tu potresti farti inviare per questa cosa degli Alpini dal Tempo… per fare qualche edizione straordinaria…poi ti do qualche cosa…
Sarina BIRAGHI:…guarda, ne parlo… ne parlo col direttore e poi glielo… cerchiamo di fare quella cosa che avevamo detto, qualche pezzo in anticipo e poi sì, per quel giorno
Vincenzo ZACCHEO: ma non solo per quel giorno… fare un articolo a settimana…
Sarina BIRAGHI: eh, sì, per fare qualcosa in anticipo…
Vincenzo ZACCHEO: naturalmente…naturalmente io… ti darò anche degli extra per questo…per questa attività…
Sarina BIRAGHI: senti io….
Vincenzo ZACCHEO: e vedi un attimino…
Sarina BIRAGHI: va bene, gliene parlo e poi ti faccio sapere

TUTTO COME PRIMA

Insomma, nella conferenza stampa di Zaccheo senza domande (l’unica non si è neanche ascoltata e riguardava la sfiducia all’ex sindaco nel 2010), veramente tutto come prima: le stesse deliranti promesse di un tempo; le stesse facce di politici di una volta; la stessa giornalista che si preoccupava di confezionare i servizi giornalistici commissionati da Zaccheo  (“poi ti do qualche cosa”, “ti darò anche degli extra per questo…per questa attività”).

La conferenza stampa di Zaccheo appare quindi come una sorta di messinscena, colorita da una corte di nani e ballerine.

Il cerimoniere Sarina Biraghi ha dato il meglio (o peggio – fate voi) di sé esibendosi in lodi sperticate nei confronti di Zaccheo, al quale, evidentemente in un impeto di eccessiva sottomissione, ha persino attribuito il merito (da tutti i cittadini di Latina sconosciuto) di aver lottato contro la mafia.

Affermazione palesemente falsa ed estremamente insopportabile in un territorio, come il nostro, che ha visto imperversare una criminalità organizzata locale (dedita all’estorsione, all’usura e allo spaccio di sostanze stupefacenti; in rapporti con professionisti e uomini politici tra campagne elettorali e voto di scambio), in relazione alla quale è stato riconosciuto con sentenze l’esistenza del metodo mafioso.

Sarina Biraghi è libera naturalemente di fare tutti i salamelecchi che vuole a Zaccheo, ma per parlare di mafia – una cosa serissima nel territorio pontino – si dovrebbe quantomeno evitare di farlo a vanvera.

COME ZACCHEO NON HA CONTRASTATO LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA LOCALE

È senz’altro opportuno ricordare due episodi che dimostrano come l’attuale candidato sindaco del centrodestra:

a) in un caso è stato quanto meno indifferente, se non addirittura negazionista, rispetto al tema della criminalità organizzata locale;

b) nell’altro caso è stato irresponsabile e spregiudicato.

PRIMO EPISODIO

Il 21 ottobre del 2003 si tiene un Consiglio comunale straordinario sull’ordine pubblico con la partecipazione del Sottosegretario agli Interni Onorevole Alfredo Mantovano (Alleanza Nazionale).
Potrebbe essere un’ottima occasione per approfondire certe evidenti problematiche che già stanno caratterizzando il territorio di Latina.

Ad esempio proprio pochi mesi prima di quel Consiglio Comunale ci fu il 21 giugno 2003 una sparatoria in  Via Villafranca e, quindi, a pochi passi dalla Circonvallazione, ma soprattutto la città fu scossa da un avvenimento eclatante. Il 9 luglio 2003 a Capoportiere nell’orario di maggiore affluenza dei bagnanti esplode una autobomba e viene ucciso Ferdinando Di Silvio, detto “Il Bello”, figlio di uno dei capostipiti del Clan Di Silvio.

Nonostante la indubbia rilevanza di quanto accaduto (per tale episodio la DDA ha riaperto le indagini e recentemente chiesto degli arresti poi respinti da Gip e Riesame) e gli altri inquietanti segnali presenti in città il Sindaco Zaccheo chiude gli occhi e presenta in Consiglio Comunale una relazione sconcertante, in cui si affretta a dire che si tratta di “episodi sporadici”, così concludendo sul punto: “Ho parlato di fatti isolati ed in verità per quanto riguarda la città capoluogo i resoconti annuali evidenziano, specie negli ultimi anni, una diminuzione dei reati…omissis…e un incremento degli arresti”.

In definitiva Zaccheo descrive una città dove non ci sono clan malavitosi che vivono di traffico di sostanze stupefacenti, di usura e di estorsione in grado di esercitare anche un certo controllo sul territorio e sulle attività economiche. 

SECONDO EPISODIO

Le elezioni comunali del 2007 segnano l’ingresso in politica di Pasquale Maietta.
Viene accolto a braccia aperte da Vincenzo Zaccheo che, molto attento al suo potenziale di voti ma molto meno attento al suo bacino di voti, lo candida nella lista di Alleanza Nazionale.

Ai fini del raggiungimento dei propri obiettivi personali Zaccheo ottiene il risultato sperato.
Maietta porta in dote oltre mille voti e risulta il più votato nella lista di Alleanza Nazionale; insomma un grande successo, che segna però un’altra tappa significativa nel degrado politico, amministrativo e morale della Destra di Latina. 
Invero, era nota all’epoca la frequentazione di Maietta con certi personaggi, primo fra tutti Costantino Di Silvio detto Cha Cha, per cui era evidente che la sua candidatura avrebbe attivato la potenza di fuoco elettorale di certi ambienti.

In definitiva la scelta spregiudicata e irresponsabile di Vincenzo Zaccheo di candidare Pasquale Maietta determina che per la prima volta nella Storia di Latina certi ambienti hanno un loro esplicito e diretto rappresentante in Consiglio comunale.

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