METRO-ZACCHEO, NO AL PROSCIOGLIMENTO NEL MERITO: LA PRESCRIZIONE SALVA TUTTI

vincenzo zaccheo e il caso metro latina

Lo scorso 18 gennaio il Tribunale Ordinario di Roma si è pronunciato sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Vincenzo Zaccheo (e altre nove persone) in ordine alla vicenda della metro, rilevando l’intervenuta prescrizione.

I reati contestati all’ex-sindaco, ora candidato per il centro-destra alle prossime elezioni comunali di Latina, erano: truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso d’ufficio e falso.

A distanza di mesi abbiamo finalmente le motivazioni della sentenza emessa, che vale sicuramente la pena di esaminare, anche in considerazione della grande operazione di mistificazione che fu compiuta da Zaccheo e la sua corte, che propagandarono un procedimento penale chiuso con la prescrizione come una “verità ristabilita”.

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LA SENTENZA

Dopo aver rilevato “la già maturata estinzione per prescrizione”, il Giudice  passa ad esaminare un punto molto importante. Ecco le sue parole:

RESTA DA VALUTARE SE VI SIANO I PRESUPPOSTI PER UN PROSCIOGLIMENTO NEL MERITO”.

Il Giudice per l’udienza preliminare precisa quanto segue:

quando ricorre una causa di estinzione del reato, ma dagli atti risulta evidente che il fatto non sussiste o che l’imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione o di non luogo a procedere”;

in udienza preliminare il giudice – di fronte all’estinzione del reato per prescrizione – deve valutare il materiale probatorio acquisito ed operare una valutazione circa la piossibilità di constatare, in base agli atti disponibili” se sussistono i presupposti per un proscioglimento nel merito.  

Ebbene, il Giudice per l’udienza preliminare ha operato le proprie valutazioni e ha concluso per l’INSUSSITENZA DEI PRESUPPOSTI PER UNO SCIOGLIMENTO NEL MERITO.

Ovviamente, tale conclusione non vuol dire che Zaccheo sia penalmente colpevole, ma sta a significare che il giudice non ha accertato evidenze tali da consentirgli di emettere un proscioglimento nel merito, invece di un provvedimento di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione; prescrizione alla quale Zaccheo si è ben guardato dal rinunciare.

Le suddette considerazioni valgano in particolare per i trombettieri di corte che nel gennaio scorso hanno falsamente affermato che la sentenza del Gup di Roma avrebbe confermato l’infondatezza delle contestazioni formulate.   

IL GIUDIZIO POLITICO E AMMINISTRATIVO

Comunque, a prescindere dall’aspetto penale, il giudizio politico-amministrativo negativo sulla questione metro è ormai acquisito senza possibilità di smentita, essendo contrassegnato da fatti acclarati.

La farsa delle due cerimonie organizzate per annunciare, entrambe le volte, l’imminente inizio dei lavori: la prima a dicembre del 2006 in Piazza del Popolo, la seconda a dicembre del 2009.

La bugia, costantemente ripetuta da Zaccheo, secondo cui l’opera sarebbe stata a costo zero per il Comune.

La falsità dei dati contenuti nel piano economico-finanziario, artatamente e significativamente sovrastimati per far quadrare i conti in modo surrettizio.

La vergogna della convenzione trentennale stipulata con Metrolatina Spa tutta a vantaggio del privato e a discapito dell’amministrazione comunale, alla quale venivano addossati tutti i rischi connessi alla gestione della metropolitana leggera.  

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