METRO-ZACCHEO: LA PRESCRIZIONE NON CANCELLA LA PESSIMA AMMINISTRAZIONE

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Metro a Latina
La presentazione della metro in Piazza del Popolo a Latina nel 2006. Una delle opere più fallimentari e farsesche della storia pontina

Si è chiusa con la prescrizione la questione penale legata alla cosiddetta “metropolitana leggera”. In attesa delle motivazioni, rimane il grande bluff

Non sapremo mai quindi, visto che l’ex sindaco ha deciso di non rinunciare alla prescrizione, se effettivamente, come contestato prima dalla Procura dalla Repubblica di Latina e poi dalla Procura della Repubblica di Roma, Vincenzo Zaccheo abbia agito, in concorso con altri, mediante artifizi e raggiri per l’indebita concessione di un finanziamento di euro 81.425.000,00 (di cui euro 3.662.317,40 materialmente pagati) a favore di Metrolatina Spa.

Tutto ciò in danno del Cipe, della Cassa Depositi e Prestiti, del Ministero dei Trasporti e del Comune di Latina.

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Se è arrivato il colpo di spugna sull’aspetto penale, rimane invece il giudizio politico-amministrativo sulla vicenda.

Rimane la farsa delle due cerimonie organizzate per annunciare, entrambe le volte, l’imminente inizio dei lavori: la prima a dicembre del 2006 in Piazza del Popolo, la seconda a dicembre del 2009.

Rimane la bugia, costantemente ripetuta da Zaccheo, secondo cui l’opera sarebbe stata a costo zero per il Comune

RIMANE LA FALSITÀ dei dati contenuti nel piano economico-finanziario, artatamente e significativamente sovrastimati per far quadrare i conti in modo surrettizio.

Rimane la vergogna della convenzione trentennale stipulata con Metrolatina Spa tutta a vantaggio del privato e a discapito dell’amministrazione comunale, alla quale venivano addossati tutti i rischi connessi alla gestione della metropolitana leggera.  

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IL “TROMBETTIERE DI CORTE”

Non poteva esserci suggello più adeguato a questa vicenda (contrassegnata da una devastante miscellanea di situazioni farsesche, di dichiarazioni bugiarde e di comportamenti politici e amministrativi vergognosi), di quello posto dall’Avvocato del prescritto Zaccheo.

Nell’articolo di ieri lunedì 18 gennaio abbiamo interamente riportato il comunicato dell’Avvocato Leone Zeppieri.

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Nel testo predisposto dall’avvocato non è mai pronunciata la parola prescrizione. L’illustre penalista, con maestria impareggiabile, parla di “decadenza di tutte le accuse rivolte all’ex sindaco”, evocando nei lettori più romantici e sensibili l’immagine delle foglie che in autunno cadono leggiadre dagli alberi.

La penna sopraffina dell’avvocato pontino si avventura nel dire che “la sentenza emessa conferma, come abbiamo sempre sostenuto, l’infondatezza delle contestazioni formulate”, affermazione assai ardita visto che si è chiuso tutto con la prescrizione.

Il comunicato dell’Avvocato del prescritto raggiunge però vette ineguagliabili quando Leone Zeppieri si toglie la toga e indossa i panni del “trombettiere di corte”  

Una vicenda che si trascinava da anni e che tormentava profondamente il mio assistito, convinto da sempre di aver agito nell’interesse della città e della collettività pontina”.

“Oggi, finalmente, con tale sentenza è stata restituita all’ex Sindaco la sua onorabilità e la certezza, non solo morale, ma oggi anche giuridica, di aver sempre agito correttamente, nel pieno rispetto delle norme ed esclusivamente nell’interesse pubblico

È veramente sconfortante, e al tempo stesso un bruttissimo segno dei tempi attuali, che un avvocato stimato si presti a partecipare ad una evidente operazione di mistificazione sulla vicenda della metropolitana leggera, che rimane senza alcun dubbio una opera bluff (al di là delle vicende penali e delle relative prescrizioni).

È veramente sconfortante, e al tempo stesso un bruttissimo segno dei tempi attuali, che un avvocato stimato cancelli dal suo vocabolario per alcuni minuti (il tempo di scrivere il comunicato) il termine giuridico prescrizione.

È veramente sconfortante, e al tempo stesso un bruttissimo segno dei tempi attuali, che un avvocato stimato non abbia alcuna remora a elaborare e pubblicare un comunicato ossequioso e adulatorio nei confronti del proprio assistito, facendo da spalla a tutti i “Napalm 51” (n.d.r. è un personaggio inventato da Maurizio Crozza), che sparano fesserie sui social.

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