VOTO DI SCAMBIO MAFIOSO: ADINOLFI INTERROGATO DALLA DDA

Matteo Adinolfi
Matteo Adinolfi

Voto di scambio politico-mafioso: è stato interrogato dai magistrati della DDA di Roma l’europarlamentare pontino Matteo Adinolfi (Lega)

Indagato nell’operazione che ha portato agli arresti dell’imprenditore dei rifiuti Raffaele Del Prete e del responsabile Comunicazione in Regione Lazio per la Lega Emanuele Forzan, all’ex consigliere comunale della Lega Matteo Adinolfi è contestato il voto di scambio politico mafioso.

Per la DDA di Roma, che ha condotto le indagini portate in essere dalla Squadra Mobile di Latina e dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia, Del Prete avrebbe comprato nel 2016 da Agostino Riccardo, referente del Clan Di Silvio di Campo Boario capeggiato da Armando detto “Lallà”, i voti del sodalizio nomade e l’attacchinaggio dei manifesti corrispondendo circa 45mila euro.

Per il reato specifico, è sufficiente che venga dimostrata solo la promessa di voto e per Adinolfi è particolarmente imbarazzante una conversazione avvenuta negli uffici di Del Prete quando l’imprenditore ha presentato all’allora candidato consigliere comunale per la lista “Noi con Salvini” due esponenti dell’ala dei Di Silvio guidata da Giuseppe “Romolo” Di Silvio (zona Gionchetto).

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Interrogato per un paio d’ore dai pm Corrado Fasanelli, Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro, Adinolfi ha spiegato di essere estraneo all’eventuale voto di scambio consumato e di aver sì conosciuto Agostino Riccardo e Renato Pugliese, in quanto gli furono presentati, ma di non aver saputo all’epoca dei fatti neanche chi fossero e a chi risultavano legati.

L’europarlamentare, assistito dagli avvocati Luca Giudetti e Guerrino Maestri, ha dichiarato davanti ai magistrati della DDA di aver contribuito alla composizione delle liste, senza però un ruolo nell’organizzazione generale della campagna elettorale.

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