In casa Lega, per un partito che ci tiene a sbandierarsi come il nuovo che avanza alle amministrative 2021 a Latina, è stato l’ennesimo duro colpo, stavolta mal digerito da militanti e alcuni coordinatori del territorio: Salvatore De Monaco, uomo politico navigatissimo, per anni luogotenente dell’ex sindaco Vincenzo Zaccheo e da un’eternità nella politica cittadina, è stato assunto come “assistente locale” a Bruxelles dal neo parlamentare europeo il leghista Matteo Adinolfi.
E a scorrere la lista degli assistenti locali di Adinolfi, quattro in tutto compreso De Monaco, troviamo il giovane Coordinatore Provinciale Lega Giovani Latina Marco Maestri, l’ex Assessore alla Cultura del Comune a guida Di Giorgi, Marilena Sovrani, e il giornalista del portale locale news24 Valeriano Cervone. Affidato al membro del direttivo regionale e responsabile organizzativo provinciale della Lega, la latinense Federica Censi, il compito di prestatore di servizi. Aprono e chiudono, la squadra di Adinolfi, l’assistente accreditato Christian Sentinelli e la figura del terzo erogatore Mariarita Germani (ndr: nella foto in basso, vedi la didascalia che spiega tecnicamente le funzioni ruolo per ruolo).
Se ne erano viste di tutti i colori nella Lega pontina in questi mesi ma, in effetti, l’assunzione di De Monaco sarebbe stata impensabile anche da chi, come Latina Tu, non ha mai smesso di documentare con fondatezza i problemi della questione morale nel partito locale, alcune ombre nel rapporto con il sindacato Ugl e, ultimo ma non ultimo, l’assalto al fortino, nonostante il suicidio da mojito del Capitano, che continua imperterrito, governo gialloverde (ormai andato) o meno, al fine di accaparrarsi un posizionamento utile alle Comunali 2021, dove la Lega conta di stravincere.
Ma chi è Salvatore De Monaco? In politica da quando aveva i pantaloni corti, probabilmente anche prima quand’era in fasce, De Monaco, classe ’53, geometra, dopo una stretta militanza nel Movimento Sociale Italiano – “A quei tempi fare politica con l’MSI significava rischiare anche la vita, significava essere emarginati, fuori dall’arco costituzionale” dichiarava da quasi veterano del Vietnam nel 2016 a Latina Quotidiano -, comincia a riscuotere i dividendi della sua militanza dagli anni novanta. E pensare che, sempre a Latina Quotidiano, dichiarò che: “Nessuno di noi poteva sperare o immaginare di andare a ricoprire quei ruoli istituzionali“. E, per la verità, qualcuno continua ancora a chiederselo come sia stato possibile.
Fatto sta che Salvatore il missino duro e puro, dopo la gavetta da consigliere circoscrizionale di Borgo Piave dall’85 al ’90 (all’epoca c’erano ancora le circoscrizioni con le cariche al seguito), diventa Consigliere Comunale (ininterrottamente dal ’93 al 2010), Presidente del Consiglio Comunale, Assessore in Provincia e Presidente Facente Funzioni della Provincia di Latina in seguito alla sospensione prefettizia (18 mesi), in base alla legge più odiata dai politici nostrani (Legge Severino), ai danni di Armando Cusani il quale, nel 2013, subì due condanne di primo grado nell’arco di pochi mesi.
Presidente, negli anni, delle Commissioni comunali Edilizia, Bilancio, Lavori Pubblici e Ambiente, De Monaco si è da sempre definito impegnato nella Marina di Latina, con gli stratosferici risultati che si possono vedere: erosione a gogo, balneari in subbuglio perenne, lungomare disastrato da edilizia creativa. Più una perla che sarebbe ingiusto non ricordare, sopratutto per chi ha dimestichezza con la commedia all’italiana.
Se, infatti, sono pochi i risultati portati a casa da amministratore pubblico, tante sono le uscite a mezzo stampa e i campi in cui, nel corso della sua carriera politica, si è avventurato De Monaco. Una la ricordano ancora esterrefatti molti cittadini: nel 2014 voleva sbancare le dune litoranee pontine dopo averle definite “solo cumuli di sabbia”, ricevendo la risposta piccata dell’ex sindaco di Sabaudia, nonché geologo Nello Ialongo che gli ricordò, come si fa agli alunni un po’ birbanti e poco attenti (eufemismo), l’importanza di quell’ecosistema, e la tutela che c’è su di esso, compresa l’utilità per il territorio pontino.
Nel 2016, non pago della sua carriera politica ben tornita, è tra gli undici candidati come sindaco di Latina, con il riesumato Msi, ma non va un granché bene: ottiene lo 0,65% con 465 voti. E pensare che proprio lui, Salvatore De Monaco, una soluzione ce l’aveva: candidare come sindaco Vincenzo Zaccheo, richiesta respinta al mittente dagli altri candidati dell’area di centrodestra alle Comunali 2016, come Gianni Chiarato e Angelo Tripodi che, a differenza sua, si giocavano la partita quantomeno per entrare in consiglio comunale.
D’altra parte quello con l’ex sindaco Zaccheo è un rapporto che dura da parecchi lustri, dalla militanza nella destra, fino alla lettera firmata da De Monaco, in compagnia di personaggi del calibro di Galardo, Galetto, Maietta, Scalco, e la stessa Sovrani, per difendere l’amico appena sfiduciato dalla sua maggioranza in seguito al servizio di Striscia La Notizia, ormai entrato a far parte dell’archeologia politica del capoluogo di provincia.
E più di qualcuno all’interno della Lega glielo domanda: Adinolfi, ma ce ne era proprio bisogno? Il deputato Francesco Zicchieri, mesi fa, preoccupato dallo spettro di Zaccheo (e De Monaco ne è sua diretta emanazione almeno fantasmatica) che gli si riproponeva un giorno sì e l’altro pure, aveva ammonito: “La Lega oggi non va considerata assolutamente un semplice approdo per gli ex di An”. E sì che pure lui, insieme ad Adinolfi, da lì proviene. Ma niente, il buon Adinolfi, anche lui ex consigliere comunale nella maggioranza dell’ex sindaco, un ex AN come Salvatore lo voleva. Anzi due, perché a quanto pare, il fascino che Zaccheo riesce ad esercitare su Adinolfi è ancora enorme. Pacioso e buono, Matteo, ha messo da parte anche le volte in cui il suo ex sindaco non è che lo trattasse troppo bene, relegandolo quasi sempre come ultima ruota del carro di partito nella fu Alleanza Nazionale.
E allora passi la Sovrani, anche lei con un lungo cursus in partiti che, in epoca sovranista, si possono solo sussurrare: il fu UDC di Michele Forte. Passi il solito giochino, per la verità da cui nessun partito o movimento è esente, di assumere in posti di lavoro, pagati dai contribuenti, donne e uomini in base alla militanza politica.
Ma De Monaco no, per i militanti è l’ennesimo affronto (leggi qui un’altra storia di delusione in casa Lega dovuta alla mal sopportazione, da parte dei militanti, di ex politici accolti a braccia aperte). E più di qualcuno ricorda ancora ciò che dichiarò De Monaco solo ad aprile scorso, quando l’ex aennino parlò della Lega non certo in termini positivi prima delle Europee: “Credo che le fibrillazioni di questi ultimi giorni siano altresì ascrivibili al sentore di un pessimo risultato politico-amministrativo in provincia come nel resto della regione, dove all’innegabile traino di consensi di Salvini e dei temi della Lega, non faccia da contraltare un altrettanto congruo riscontro in termini amministrativi oggi e di preferenze alle elezioni Europee domani“. Tradotto: non prendete una lira perché in lista non avete uomini all’altezza.
Ovviamente, come spesso gli è capitato, l’ennesima dichiarazione avventurosa di De Monaco, visto che Adinolfi e la Lega hanno preso un’imbarcata di voti. E poi, noncurante e sempre più pacioso, Adinolfi lo ha pure assunto come collaboratore pur non avendo avuto una grande fiducia in campagna elettorale. D’altronde, per come veniva trattato in AN, De Monaco non è che avesse un gran ricordo del suo attuale datore di lavoro.
Acqua passata, anzi duna passata. E meno male che a Bruxelles o Strasburgo di litorali da piallare nemmeno l’ombra.