Dal processo Tiberio le pesanti accuse del Sindaco di Monte San Biagio Federico Carnevale nei confronti dell’avvocato di una parte civile
Non potevano non fare rumore le parole del primo cittadino di Monte San Biagio che, nel corso del processo denominato Tiberio (dall’Hotel Grotta di Tiberio), che vede alla sbarra il sindaco di Sperlonga Armando Cusani più dipendenti pubblici e imprenditori per corruzione e turbativa d’asta (i reati più gravi contestati), ha parlato di una circostanza impensabile.
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Nel corso dell’udienza che si è celebrata ieri 1 aprile, chiamato a testimoniare dal collegio difensivo, il sindaco Carnevale ci ha messo due minuti per trasformare quello che sembrava un pomeriggio ordinario in un mezzo terremoto. E sì perché il Sindaco monticelliano ha accusato l’avvocato Francesco Di Ciollo di averlo avvicinato per chiedergli un milione di euro al fine di eliminare tutte le pendenze nei confronti di Armando Cusani.
L’avvocato Di Ciollo difende, come noto, Carmine Tursi, il cittadino confinante con l’Hotel Grotta di Tiberio da anni impegnato a denunciare abusi e dai cui esposti è nato peraltro il processo Tiberio. Tursi, che è parte civile nel processo, era stato già imbeccato dal sindaco Cusani, durante la sua testimonianza in Aula. E il primo cittadino non aveva avuto parole tenere per lui.
Accuse pesanti quelle di Carnevale nei confronti del legale che hanno trovato l’immediata smentita da parte di Tursi il quale, in una nota, dichiara fermamente di non avere niente a che fare con quanto esposto dal primo cittadino. “Mi sento offeso – spiega Tursi – non ho mai dato incarico all’avvocato Francesco Di Ciollo di intraprendere una attività transattiva con Armando Cusani. Né prima né dopo la sua condanna dal 2012“.
Dichiarazioni che smentiscono in maniera assoluta quanto detto da Carnevale, peraltro già sembrate in Aula fuori contesto rispetto al dibattimento che si è svolto ieri presso il Tribunale di Latina.