TERRACINA, SI DIMETTE DI SAURO: IN CONSIGLIO ENTRA LA 5STELLE GAIA PERNARELLA

Fabrizio Di Sauro
Fabrizio Di Sauro

Consiglio comunale di Terracina, si dimette l’ex candidato sindaco e attuale consigliere comunale Fabrizio Di Sauro

L’ultimo candidato per il centrosinistra come Sindaco di Terracina, poi eletto consigliere comunale, insieme ad altri due esponenti di coalizione, entrambi del Partito Democratico, si è dimesso dalla carica.

Le dimissioni di Fabrizio Di Sauro sono irrevocabile. “È stato per me un onore essere eletto a questa carica ed è stata un’esperienza gratificante poter servire il Bene della nostra comunità. Ritengo però – scrive nella sua lettera di dimissioni – che, anche a seguito della riunione di consiglio odierna, la mia funzione non possa offrire più alcuna utilità alla nostra comunità.

Ringrazio tutti i componenti della Giunta, i componenti del Consiglio, i dipendenti del Comune per il rapporto di cordialità positivamente intrattenuto durante questa breve esperienza e auguro a tutti voi di proseguire la attività perseguendo sempre obiettivi di Bene comune”.

Le dimissioni di Di Sauro fanno riferimento al consiglio comunale odierno che si è tenuto a Terracina, nonostante all’ordine del giorno vi fossero praticamente solo da votare debiti fuori bilancio. Da ciò che si apprende, Di Sauro sarebbe rimasto contrariato dalla bocciatura da parte della maggioranza del punto all’ordine del giorno sull’Istituzione del Parco Archeologico del Tempio di Giove Anxur e l’approvazione del relativo Regolamento di Gestione. Votato all’unanimità in commissione, il punto, infatti, è stato respinto in consiglio comunale.

Ad ogni modo, a subentrare l’ex consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Gaia Pernarella, prima dei non eletti alle scorse elezioni amministrative a Terracina.

Sarebbe stato proprio bello avere il Parco Archeologico di Terracina. Un Parco che si sarebbe dovuto chiamare Parco naturalistico archeologico di Monte Sant’Angelo.

“Sarebbe stato bello – ha dichiarato Di Sauro su Facebook – fare raccontare la ricchezza archeologica e storica da decine e decine di guide turistiche, di guide ambientali, di guide storiche e archeologiche. Sarebbe stato bello accogliere visitatori, studiosi, studenti e cittadini desiderosi di conoscere la Storia che si può leggere camminando dalla piazza della Repubblica fin su, al Parco della Rimembranza, al Parco della Fossata, al Santuario del Tempio di Giove.

Sarebbe stato bello ascoltare il racconto della nascita della Acropoli di fondazione della città di Terracina (quella sulla collina di S.Francesco), e camminare sempre più su fino al Tempio di Giove Anxur, attraversando i resti di ville romane e costeggiando le poderose Mura sillane. Sarebbe stato bello valorizzare il percorso delle Mura sillane. Quelle Mura straordinarie che permetterebbero di sviluppare dei sentieri sotto le Mura e che consentirebbero, tra l’altro, di accedere e visitare la Porta Scea, una porta Militare che ha una struttura tecnica particolarissima (a dente) adatta alla difesa e all’attacco, e le altre Porte delle Mura che oggi non sono visitabili e dunque è come se fossero inesistenti!

E sarebbe stato bella, poi, la realizzazione di un camminamento sopra le Mura che avrebbe consentito di godere di un contesto e di un Paesaggio unico. Sarebbe stato bello ascoltare il racconto della Via Appia, che tra qualche mese sarà dichiarata Patrimonio dell’Umanità, e della via Francigena, il cammino medievale che ha ricongiunto i territori d’Europa. Perché il Parco Archeologico serve a raccontare anche la nostra Storia, un racconto necessario per capire noi stessi e recuperare la nostra identità! Perché una comunità che non conosce la propria Storia non è in grado di capire ciò che gli accade. È una comunità di sonnambuli (definizione ISTAT di questi giorni). E se una comunità non è in grado di capire ciò che gli accade non è in grado di costruire il proprio futuro. Anche per questo sarebbe stato bello avere il Parco Archeologico di Terracina.

Invece a Terracina bisogna capire prima chi è che propone, a chi si dà il vantaggio, poi quali sono gli accordi di potere e, infine, chi comanda. Il bene della collettività, il bene della città è un’opzione variabile che arriva (se arriva) dopo diverse altre. Per questa ragione il Parco Archeologico a Terracina non serve (in senso letterario). E non posso servire (stare al servizio) più nemmeno io!”.

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