TERRACINA, AUTO BRUCIATA IN COMMISSARIATO: RISOLTO IL CASO, FU CERVELLONI PER GELOSIA

polizia

Arrestato per stalking e maltrattamenti 43enne di Terracina: la misura è stata disposta dal Gip del Tribunale di Latina

Il Commissariato di Terracina-Squadra Anticrimine ha portato a termine una brillante operazione di Polizia sottoponendo alla custodia cautelare in carcere, Antonio Cervelloni (arrestato una settimana fa nell’operazione “Break Down” e accusato di estorsione), 43enne di Terracina, già noto alle forze dell’Ordine, dando esecuzione alla misura custodiale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Latina Giorgia Castriota su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Marco Giancristofaro.

Il destinatario della misura restrittiva deve rispondere dei reati di incendio doloso, maltrattamenti ed atti persecutori (stalking).

L’indagine ha avuto inizio a seguito di elementi emersi nel corso di altra attività investigativa, denominata “Break Down” grazie alla quale gli investigatori ipotizzavano gravi condotte violente e prevaricatrici perpetrate nei confronti della compagna convivente dell’odierno arrestato.

Leggi anche:
BREAK DOWN, TERRACINA: 9 ARRESTI PER SPACCIO, ESTORSIONE ED USURA

Nonostante la vittima fosse stata avvicinata dagli Agenti, avendone rilevato i segni tangibili delle violenze, questa si mostrava non collaborativa e reticente non rivelando la vera natura delle lesioni fisiche e dei danneggiamenti subiti. Nella donna, essendo totalmente coartata dal proprio compagno, prevaleva – si legge in una nota della Questura di Latina – la paura di denunciare in quanto minacciata di gravi ritorsioni nei suoi confronti e di suoi stretti familiari. L’uomo, ossessionato dalla gelosia, ha più volte inseguito e minacciato quelli che riteneva essere suoi rivali in amore, mentre sottoponeva la propria compagna ad ogni sorta di maltrattamenti fisici e psichici, tali da cagionarle lesioni sanguinanti, sofferenze, privazioni ed umiliazioni. Non sono mancati danneggiamenti ai beni affettivi della donna sino a giungere ad incendiare un’autovettura, alla stessa molto cara in quanto appartenuta ad un suo ex fidanzato, Matteo Lombardi, confiscata e poi affidata alla Polizia di Stato di Terracina. Lombardi, come noto, fu arrestato nell’operazione Alba Pontina: in seguito rilasciato, il giovane, che abitava come Cervelloni in Via Bologna a Terracina, morì in circostanze misteriose in una comunità di recupero a Belluno. Ufficialmente per overdose di eroina, anche se i famigliari e gli amici hanno sempre negato che l’uomo fosse un tossicodipendente. Una vicenda che presenta ancora contorni opachi e inquietanti, tanto più che Lombardi era in contatto con ambienti della malavita di Terracina e non solo. Fu lui, Lombardi, insieme a Gianluca D’Amico, a interfacciarsi con Agostino Riccardo e il Clan Di Silvio – sotto la mediazione di Genny Marano, rampollo dei Licciardi – per dirimere i contrasti in merito alle affissioni di manifesti elettorali per le Comunali di Terracina 2016.

Leggi anche:
CONFISCATO IL COMPLESSO PATRIMONIALE DI MATTEO LOMBARDI

Tornando all’arresto di Cervelloni, il grave gesto, che in questi mesi ha impegnato gli investigatori nella ricerca dell’avventato autore e del movente del reato, non escludendo nessuna pista, trovava la risoluzione del caso con l’arresto del 43enne riuscendo anche a documentarne la premeditazione. L’uomo, infatti, nel corso di una perquisizione fu trovato in possesso di scatti fotografici effettuati con il proprio smartphone che ritraevano l’autovettura in vari luoghi della città finanche nei parcheggi del Commissariato, dove fu data alle fiamme. Inoltre, per quanto ricostruito dagli atti d’indagine, il giorno dell’incendio aveva ricevuto l’ennesima opposizione della donna a riallacciare la loro relazione sentimentale, decidendo di punire la stessa per quel rifiuto. I dati tecnici hanno poi consentito di accertare la sua presenza sul luogo del delitto individuando anche il veicolo utilizzato dallo stesso nella circostanza.

Leggi anche:
TERRACINA: BRUCIATA AUTO CONFISCATA IN USO ALLA POLIZIA

La ricostruzione delle condotte continue, perduranti e vessatorie, corroborata dagli atti d’indagine, sotto la direzione del Sostituto Procuratore titolare, ha fatto emergere la serialità e la pericolosità del soggetto che hanno determinato l’autorità giudiziaria all’emissione della misura cautelare in carcere. Il G.I.P. sottolinea che lo stesso, nell’incendiare l’autovettura sotto gli Uffici di Polizia, ha mostrato una criminale spregiudicatezza e una sfrontata disinvoltura, non curante delle possibili conseguenze penali, disponendo nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere unica ritenuta idonea a contenere l’indagato.

Articolo precedente

COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE, CODICI: “BENE SOSPENSIONE DEL TRASFERIMENTO, MA ORA SERVE SOLUZIONE”

Articolo successivo

“MUTEVOLI CONFINI”, LA MOSTRA AL TEMPORARY ART A LATINA

Ultime da Focus