QUERELÒ PER DIFFAMAZIONE L’EX LBC, ORA IL VICESINDACO DI LATINA RITIRA TUTTO

Massimiliano Carnevale
Massimiliano Carnevale

Diffamazione a mezzo Facebook: sul banco degli imputati l’ex consigliere comunale di Latina Bene Comune Fabio D’Achille, ma il vice sindaco ritira la querela

Avrebbe dovuto iniziare oggi, 14 giugno, il processo per diffamazione nei confronti dell’ex consigliere di Latina Bene Comune, nonché ex Presidente della Commissione Cultura del Comune di Latina, Fabio D’Achille.

A sporgere querela era stato l’allora esponente e consigliere comunale della Lega di Latina, Massimiliano Carnevale, il quale, proprio, oggi partecipava al primo consiglio comunale a maggioranza centrodestra. Come noto, Carnevale, rieletto per l’ennesima volta alle passate amministrative, è stato nominato vicesindaco della Giunta Celentano.

Il processo, invece, è finito prima di cominciare davanti al giudice monocratico del tribunale di Latina, Gaetano Tanzi. Il motivo è semplice: Carnevale, assistito dall’avvocato Lucchetti, ha ritirato alla prima udienza la querela e, dopo che D’Achille ha accettato, il procedimento si è concluso. Nessun processo dovrà più celebrarsi.

La vicenda alla base della denuncia risale al 2019, al tempo della polemica che investì gli allora due consiglieri comunali contrapposti: quello di maggioranza (Coletta), D’Achille, e quello di minoranza, Massimiliano Carnevale della Lega, già Udc e Partito Democratico.

I fatti si riconducono alle dimissioni che Carnevale richiese per D’Achille per il cosiddetto caso Upper: l’allora consigliere di maggioranza di Latina Bene Comune, Fabio D’Achille, era al contempo un socio di una cooperativa che aveva partecipato a un bando costituito dai fondi europei FERS atti alla trasformazione di aree urbane in Parchi urbani ad alto potenziale tecnologico e ambientale (per l’appunto il bando Upper).

Una posizione che – spiegò D’Achille e anche il suo gruppo politico – non prevedeva alcun ruolo operativo e nessun interesse da parte dell’esponente politico. Eppure iniziò una durissima polemica politica, anche veicolata sugli organi d’informazione, che portò Carnevale a chiedere le dimissioni del collega e addirittura a ventilare l’ipotesi che l’opposizione non partecipasse più alle riunioni della Commissione Cultura presieduta da D’Achille.

Nell’imperversare della diatriba, lo stesso D’Achille commentò su Facebook: “Mi consiglia le dimissioni il collega Carnevale che è persino andato in Tribunale insieme ai membri del clan Ciarelli. Era consigliere comunale dell’Udc al tempo e vi ho detto tutto”. Un riferimento pesante per cui l’ex consigliere comunale rimandava al processo che Carnevale aveva subito non con il clan Ciarelli, ma come co-imputato di Costantino “Cha Cha” Di Silvio e Gianluca Tuma, noti pregiudicati di Latina: al momento, il primo, pluri-condannato, è sotto processo per associazione mafiosa; il secondo, pregiudicato, è imputato nel processo scaturito dall’operazione “Ottobre Rosso”. Da quel processo conclusosi nel 2015, Carnevale e gli altri – in tutto erano in cinque alla sbarra – uscirono fuori immacolati per assoluzione e intervenuta prescrizione (leggi link di seguito per i dettagli della vicenda).

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Ad ogni modo, letto il post di D’Achille, Carnevale ha deciso di sporgere querela. Il sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, ha ritenuto che quella frase sul “clan Ciarelli” fosse di natura diffamatoria e ha rinviato a giudizio D’Achille.

Ora, il processo non si farà. E pensare che tra i i testimoni della difesa vi sarebbero stati anche l’ex sindaco Damiano Coletta e l’ex assessore Dario Bellini, al momento entrambi consiglieri comunali di minoranza tra le fila di Latina Bene Comune. In potenza, una traslazione di un piccolo consiglio comunale in un’aula di Tribunale.

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