PROCESSO ARPALO: INTERROGATO L’ISPETTORE DELLO SCO SUI CONTI CIFRATI

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Arpalo: continua il processo che vede sul banco degli imputati l’ex Presidente del Latina Calcio e deputato di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta

Oggi 19 ottobre, presso il Tribunale di Latina, nel collegio presieduto dal giudice Caterina Chiaravalloti, il processo che vede al centro Maietta e l’ex socia Paolo Cavicchi è proseguito con il contro-esame da parte della difesa degli imputati nei riguardi dell’ispettore dello Sco, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato che, insieme alla Guardia di Finanza di Latina, ha portato a termine l’inchiesta “Arpalo”.

Come noto, il processo contesta agli imputati, a vario titolo, l’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, al trasferimento fraudolento di valori, alla bancarotta fraudolenta, a reati tributari e societari.

Oltreché a Maietta e Cavicchi, sono giudicati il figlio di quest’ultima, l’avvocato Fabrizio Colletti, l’imprenditore Fabio Allegretti, il commercialista Pietro Palombi e gli ex collaboratori dell’ex parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni Fanciulli, Paola Neroni e Roberto Noce.

L’ispettore dello Sco è stato chiamato a ricostruire le dinamiche dei flussi finanziari che, tramite un giro vorticoso, finivano in terra elvetica e lussemburghese per poi essere versati alle corrispettive società italiane.

Al centro dell’interrogatorio, i movimenti dell’allora co-presidente del Latina Calcio Paola Cavicchi. L’ispettore si è soffermato sui conti cifrati spostati in due istituti bancari all’estero: conti passati in un trust svizzero nel luglio 2006. Pungolato dall’avvocato difensore Leone Zeppieri, l’ispettore ha risposto di non aver potuto verificare le movimentazioni e i versamenti che entravano. In sostanza non era possibile controllare l’origine dei conti, a differenza delle loro destinazioni. Ad esempio, è stato richiamato un bonifico da 600mila euro che Cavicchi avrebbe movimentato da un suo conto cifrato a uno riferibile a un’azienda finalizzato a investimenti immobiliari.

Nel corso dell’interrogatorio, è venuta fuori la figura di Fabrizio Picozza, consulente finanziario di cui Cavicchi era cliente. Sarebbe stato Picozza ad aver messo in relazione Cavicchi e Maietta con l’istituto finanziario svizzero.

Le fasi investigative si sono soffermati sulla capacità reddituale della famiglia Cavicchi-Colletti, tra redditi dichiarati e investimenti immobiliari negli anni fino al 2015. Un rimando, inoltre, è stato fatto anche al sequestro documentale avvenuto allo studio dell’avvocato Censi dopo che quest’ultimo si è tragicamente suicidato il 23 dicembre 2015. L’ispettore ha sostenuto di aver avuto conoscenza e lettura dell’informativa basata sui reperti rinvenuti nelle studio professionale e oggetto di una perizia della Polizia Scientifica che indagava sulla morte dell’avvocato.

Parte dell’interrogatorio, seppure marginale, ha avuto come protagonista il fu Latina Calcio all’epoca di Maiettopoli, società che come noto è fallita. All’attenzione degli interroganti la ricapitalizzazione da 600mila euro, partendo da un capitale sociale di 30mila euro, a metà tra i fratelli Colletti, che acquisirono, a marzo 2015, la società dalla madre, Paola Cavicchi, e l’ex deputato Pasquale Maietta. Ad agosto 2015, quelle quote appartenute ai Cavicchi furono rilevate dall’imprenditore della Recoma di Sermoneta Antonio Aprile, ex consigliere comunale e ed ex candidato sindaco.

I 604mila versati per l’aumento di capitale furono corrisposti pro quota dai Colletti e da Maietta. Soldi che sono all’attenzione della Procura per un possibile riciclaggio di denaro proveniente dal presunto sistema messo su da Maietta. In particolare, ai raggi X la fideiussione che è sospettata di essere stata concretizzata con i soldi dell’aumento di capitale, nonostante lo stesso ispettore ha dichiarato che si tratta di due somme distinte.

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