OMICIDIO IN VIA PALERMO: IN APPELLO CHIESTA LA CONFERMA DELLA CONDANNA PER L’AVVOCATO

Corte d'Appello di Roma
Corte d'Appello di Roma

È stata chiesta la conferma della sentenza dalla Corte d’Appello di Roma per l’avvocato di Latina, Francesco Palumbo, accusato di omicidio e tentato omicidio

Il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma, Mario Ardigò, al termine della sua requisitoria, ha chiesto la conferma della condanna per Francesco Palumbo: 14 anni di reclusione come in primo grado. A conclusione della richiesta del Pg della Corte d’Appello, è stato il turno dell’arringa difensiva di uno dei due avvocati dell’imputato, Pietrocarlo. Il prossimo 13 gennaio parlerà l’altro avvocato difensore, Zeppieri, dopodiché dovrebbe arrivare la sentenza di secondo grado.

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Come noto, Domenico Bardi, 41 anni, napoletano, fu raggiunto da due proiettili alle spalle sparati da Palumbo mentre era su una scala di alluminio appoggiata al balcone di casa dei genitori di quest’ultimo in via Palermo a Latina. Bardi, come noto, faceva parte di una banda di ladri che giravano per la città in cerca di appartamenti da ripulire.

Il processo di primo grado iniziato col dibattimento a settembre 2020 per l’avvocato del Foro di Latina Francesco Palumbo è finito. Palumbo doveva rispondere per l’omicidio di Domenico Bardi e per il tentato omicidio di Salvatore Quindici avvenuti nel pomeriggio del 15 ottobre 2017 in Via Palermo a Latina. Per quei fatti, in primo grado, Salvatore Quindici è stato condannato a 5 anni di reclusione (in merito al furto per cui chiese scusa) dal Giudice per l’udienza preliminare di Latina Giuseppe Cario e a poco più di sette anni nell’ambito dell’operazione “San Valentino”. Condanne subite in concorso per furto con altri complici.

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La Corte di assise di Latina presieduta da Francesco Valentini, dopo aver ascoltato la requisitoria del Pubblico Ministero Simona Gentile e le arringhe della difesa rappresentata dagli avvocato Zeppieri e Pietrocarlo, ha condannato Palumbo a 14 anni di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e a quella legale per la durata della pena.

Secondo la ricostruzione dell’accusa che aveva chiesto una condanna più lieve a 12 anni di reclusione, il 15 ottobre 2017 il professionista, una volta ricevuto l’allarme per un furto in atto in casa dei genitori, senza chiamare le forze dell’ordine si era presentato nell’abitazione di via Palermo e si era imbattuto – come aveva affermato davanti al Pm – nei ladri da cui aveva percepito una minaccia concreta per la sua incolumità. Secondo quanto dichiarato dall’imputato, Palumbo solo a quel punto avrebbe reagito sparando tre proiettili alle spalle del Bardi mentre quest’ultimo era intento a scendere da una scala di alluminio appoggiata al balcone dell’abitazione. L’arma era regolarmente detenuta da Palumbo.

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