OMICIDIO IN VIA DORMIGLIOSA, IL 35ENNE NEGA TUTTO: “NON HO UCCISO JOHN ERIC”. MA RESTA IN CARCERE

I Carabinieri sul luogo del delitto in Via Dormigliosa
I Carabinieri sul luogo del delitto in Via Dormigliosa

Omicidio a Sermoneta, si è svolto l’interrogatorio di convalida del fermo del 35enne nigeriano accusato del delitto

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ha ascoltato nell’ambito dell’interrogatorio di convalida del fermo il 35enne David Ojo, di nazionalità nigeriana, accusato del delitto del 31enne connazionale John Eric, avvenuto in Via Dormigliosa, a Sermoneta, nella notte di lunedì 13 novembre.

L’uomo, assistito dall’avvocato Ugo Bianchetti, si è dichiarato completamente estraneo all’omicidio, così come aveva fatto quando era stato interrogato dai militari dell’Arma. Il 35enne ha respinto ogni addebito, fornendo la sua versione dei fatti e spiegando di non essere stato presenta al momento dell’aggressione di John Eric.

Il Gip Cario, dopo aver convalidato il fermo, ha confermato la custodia cautelare in carcere per l’uomo, residente a Priverno, che rimane accusato dell’omicidio.

Una vicenda terribile, nata nell’ambito di una festa finita male, condita da eccesso di alcol, che ha portato all’aggressione della vittima morta per dissanguamento e con qualche segno di assideramento.

Il giorno dopo l’omicidio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, tramite una indagine lampo, hanno proceduto, sotto la direzione del sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, al fermo di indiziato di delitto di iniziativa della polizia giudiziaria a carico di David Ojo. Secondo la ricostruzione delle fasi che hanno portato all’omicidio, il 35enne sarebbe stato preso in giro dal 31enne e persino colpito con uno schiaffo. Successivamente, complice il tasso alcolemico alto, il 35enne avrebbe lavato col sangue l’affronto e si sarebbe vendicato colpendo con il vetro rotto di una bottiglia il 31enne John Eric.

Le attività di indagine, eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dal tenente colonnello Antonio De Lise, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Latina, e dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e della Stazione di Sermoneta, sotto la direzione della Procura di Latina, si sono svolte nell’ambito delle investigazioni successive all’omicidio avvenuto nella nottata di ieri, 13 novembre 2023.

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, l’omicidio di Eric è avvenuto all’esterno dell’abitazione dove i protagonisti si erano incontrati per partecipare ad una festa privata. A emettere il decreto di fermo per il 35enne nigeriano è stato direttamente il sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione.

Il ritrovamento del cadavere è avvenuto intorno a mezzogiorno di lunedì 13 novembre quando i Carabinieri, insieme a personale sanitario del 118, sono intervenuti per la segnalazione di una persona straniera deceduta, dell’età di circa 30 anni. Ad accorgersi del corpo dell’uomo è stato il proprietario 80enne del terreno dove sorge il casolare, diviso in mini appartamenti affittati a diversi immigrati, in cui si è consumata la festa tragica.

Il luogo dove è stato rinvenuto il cadavere è stato isolato da parte dei militari. Ciò che è certo è che l’uomo, John Eric, 31 anni (residente a Roccagorga e in attesa di permesso di soggiorno), si trovava in un casolare in Via Dormigliosa (la strada che arriva a Doganella di Ninfa) dove era in corso l’incontro con gli altri connazionali.

L’uomo è stato colpito vicino alla gola: presentava la ferita più grave all’altezza della giugulare ed è stato trovato già cadavere da Carabinieri e personale sanitario. Ad ogni modo, non è l’unica ferita: l’uomo ha altri tagli più lievi sempre tra viso e collo.

I militari dell’Arma, sin da subito, lavorando senza soluzione di continuità per 24 ore, hanno iniziato gli interrogatori, in primis con gli abitanti della casa nei pressi della quale è stato ritrovato morto il nigeriano. Ascoltato anche il fratello di Eric.

La convinzione degli investigatori è che si è trattato di una lite degenerata nel peggiore dei modi, nell’ambito di una festa domenicale (usuale nella comunità degli immigrati).

Un’area diventata difficile quella di Via Dormigliosa, dove c’è una folta comunità di immigrati: non solo nigeriani, ma anche rumeni e persone del nord Africa. Nel 2022, a primavera, un altro giovane nigeriano, di circa 25 anni, era stato aggredito sempre sulla stessa via, mentre, durante una festa, si era allontanato per strada.

Il giovane fu accoltellato e picchiato, ma, seppur riconoscendo dalle immagini mostrategli dagli inquirenti alcuni dei suoi aggressori, decise di non denunciare. Un regolamento dei conti che non ha mai trovato la sua spiegazione, anche in ragione dell’assenza di una denuncia da parte della vittima, miracolosamente salvata dai sanitari dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

Stavolta, è diverso. Come si dice in modo abusato, c’è scappato il morto. L’autopsia disposta dalla Procura di Latina aiuterà a capirne qualcosa di più, nonostante l’oggetto mortale del corpo contundente non sia stato ancora trovato.

Una giornata tremenda per la provincia di Latina quella del 13 novembre, poiché, come noto, i Carabinieri, praticamente nelle stesse ore, si sono dovuti recare anche a Bella Farnia dove c’era un uomo di 48 anni, di nazionalità indiana, aggredito e in fin di vita. Il 48enne è morto dopo poche ore, in mattinata, al Santa Maria Goretti di Latina. Nessun legame tra i due omicidi. Anche per l’omicidio di Bella Farnia, i Carabinieri hanno proceduto a due arresti.

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