UCCISO A BASTONATE A BELLA FARNIA: FERMATI DUE CONNAZIONALI DELLA VITTIMA

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Aggredito e ucciso a Sabaudia, in località Bella Farnia: fermati due sospettati per l’omicidio del connazionale indiano

Sono avvenuti stanotte, a Latina, i fermi da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Latina che hanno proceduto, sotto la direzione del sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, al fermo di indiziato di delitto di iniziativa della polizia giudiziaria, nei confronti di due cittadini indiani, di 59 e 53 anni, Singh Fatpal e Raj Sukdev, gravemente indiziati di aver commesso l’omicidio del proprio connazionale a Sabaudia, Singh Jagar, 48 anni, bracciante agricolo (al momento senza lavoro), come molti dei tanti residenti nella zona. Il decreto di fermo è stato preso d’iniziativa dalla polizia giudiziaria, in questo dal Nucleo Investigativo di Latina, che ha lavorato senza soluzione di continuità per 24 ore.

Ora, il Pubblico Ministero Martina Taglione ha 48 ore di tempo per decidere se confermare il fermo dei due coinquilini della vittima: nel caso confermasse, sarebbe comunque il Giudice per le indagini preliminare a dover certificare o meno l’arresto dei due uomini che mestiere fanno i braccianti agricoli.

Le attività di indagini lampo, eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dal tenente colonnello Antonio De Lise, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Latina, sotto la direzione della Procura di Latina, si sono svolte nell’ambito delle investigazioni successive all’omicidio, avvenuto nella nottata di ieri, 13 novembre, a Bella Farnia. I due arrestati erano conviventi della vittima e, interrogati dai Carabinieri, non hanno confermato il delitto, nonostante ci siano altre testimonianze che li inchioderebbero alle loro responsabilità.

Ieri, 13 novembre, a Sabaudia, in località Bella Farnia, praticamente negli stessi momenti in cui i militari intervenivano per l’omicidio di un nigeriano a Sermoneta, i Carabinieri della stazione di Borgo Grappa e della sezione operativa della Compagnia di Latina sono intervenuti per un’aggressione subita da un uomo di nazionalità indiana. L’uomo, 48 anni, di nome Singh Jagar, che viveva nel residence Bella Farnia o anche conosciuto come ex Somal, è deceduto.

L’attività d’indagine da parte dei carabinieri finalizzate alla ricostruzione dei fatti è stata avviata immediatamente, anche con i primi rilevamenti sul luogo del delitto.

A indagare i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, insieme ai Carabinieri della Compagnia di Latina, che hanno proceduto a svolgere i primi interrogatori. Già in mattinata i primi rilevamenti nel luogo dove è stato ritrovato l’uomo.

L’appartamento dei due uomini arrestati è stato sequestrato dai Carabinieri

L’uomo è stato vittima di una vera e propria aggressione a colpi di mazza da baseball piovuti su tutto il corpo, anche in testa. La mazza, in seguito, è stata anche ritrovata dai militari dell’Arma, Sono stati alcuni connazionali ad avvertire il personale sanitario che, insieme ai Carabinieri, è intervenuto sul luogo dell’aggressione, a due passi dal residence Bella Farnia in Largo Russia. Il corpo è stato ritrovato per la precisione in Via Cina.

Sul movente dell’aggressione, avvenuta durante la festa indiana del Diwali (che cade anche il 12 novembre e simboleggia la vittoria del bene sul male), i militari dell’Arma hanno lavorato alacremente e contano di poter arrivare a una svolta del caso già nelle prossime ore. Qualcuno nella comunità giura che ieri sera, con un tasso alcolico elevato, gli aggressori del 48enne hanno iniziato a discutere con la vittima per una questione di affitto da pagare e soprattutto perché alla vittima veniva imputato di non lavorare e di essere spesso ubriaco. La discussione, partita in casa, sarebbe proseguita fuori e nel campo che costeggia il residence l’uomo è stato preso a bastonate e lasciato per terra in condizioni gravi.

È così che l’uomo, che presentava segni di assideramento e anche un dito tagliato, ha passato tutta la notte ferito senza potersi muovere e, solo la mattina, un connazionale, vedendolo, ha avvertito i soccorsi del 118 e i Carabinieri che non hanno potuto far altro che constatare il decesso, in realtà avvenuto poco dopo all’ospedale Santa Maria Goretti.

Una circostanza da non sottovalutare, poiché significherebbe che l’uomo, forse, si sarebbe potuto salvare se i soccorsi fossero stati chiamati subito.

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La zona di Bella Farnia, come noto, è da anni meta e centro della comunità indiana di Sabaudia. Purtroppo, ancora una volta, dopo l’efferato omicidio avvenuto nell’autunno del 2021 a Borgo Montello, per cui sono stati condannati a luglio in sette, la comunità dei sikh continua a finire sulle cronache giudiziarie non solo per immigrazione, sfruttamento e caporalato, ma anche per casi di ritorsioni e spedizioni punitive.

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Il caso, ad ogni modo, rimanda tristemente all’omicidio consumatosi nel 2008 sempre all’ex Somal, dentro uno degli appartamenti del complesso, in cui fu vittima il 47enne Singh Manjit. Per il delitto furono condannati dal Tribunale di Latina due connazionali a 21 anni in primo grado. Assolti altri due imputati dello stesso omicidio. Successivamente, nel 2013, la Corte d’assise d’appello di Roma ravvisò che c’era un unico responsabile per l’omicidio del cittadino indiano, trovato ucciso a Bella Farnia. Si trattava dell’indiano Singh Kashmir che per quel fatto è stato condannato a 17 anni di reclusione. Assolto invece il connazionale Paul Shashi con la formula “per non aver commesso il fatto”.

Era il 5 giugno 2008, quando, al secondo piano di una villetta nel complesso ex Somal, fu trovato il corpo senza vita di Singh Manjit, lavoratore stagionale di un’azienda agricola, con regolare permesso di soggiorno. Il corpo dell’uomo presentava profonde ferite alla testa e, secondo gli investigatori, l’omicidio maturò al culmine di una violenta lite tra connazionali per futili motivi. Un’assonanza, molto probabilmente, con l’omicidio di oggi.

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