“Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse. Una parte di loro rimarrà per sempre al Nanga Parbat.
Il dolore è forte; davanti a fatti oggettivi e, dopo aver fatto tutto il possibile per le ricerche, dobbiamo accettare l’accaduto.
Ringraziamo Alex, Ali, Rahmat e tutta la squadra di soccorso, le autorità pakistane e italiane, i giornalisti, gli sponsor, tutti gli amici che hanno dimostrato tanta collaborazione e generosità. La famiglia ricorda Tom come competente e coraggioso amico di Daniele. A lui va il nostro pensiero.Daniele rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall’inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso. Ci piace ricordarti come sei veramente: amante della vita e delle avventure, scrupoloso, coraggioso, leale, attento ai dettagli e sempre presente nei momenti di bisogno.
Ma soprattutto ci piace ricordarti con le tue parole: “mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo: non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea…vale la pena farlo”.
L’incredibile storia di Daniele Nardi e Tom Ballard si conclude con la più tragica delle ipotesi, infatti i due rimarranno per sempre sulla Montagna Assassina.
STORIA DI DUE EROI
I fatti accaduti in queste ultime due settimane sul Nanga Parbat hanno tenuto con il fiato sospeso tutta Italia e non solo: l’ascesa dello Sperone Mummery e la conseguente apertura di una via inesplorata, la scomparsa e le ricerche senza sosta che si sono protratte nonostante i continui intoppi burocratici, gli ostacoli posti dalla crisi diplomatica tra India e Pakistan.
L’altro ieri si era acceso un barlume di speranza, con l’avvistamento di due sagome sullo Sperone Mummery, ma oggi è arrivata dalla pagina Facebook dell’alpinista nativo di Sezze la triste conferma: le ricerche sono interrotte, Nardi e Ballard resteranno per sempre sulla Montagna Assassina.
Resta il ricordo di due persone che hanno mantenuto fede fino in fondo a quello che un alpinista dovrebbe fare: cercare sempre di spingersi oltre il limite, tracciare nuove vie per dimostrare a se stessi prima che al mondo, che sì, si può fare.
In particolare, Daniele Nardi entra a pieno diritto nell’Olimpo dell’alpinismo, non solo per gli 8000 metri scalati (unico in Italia nativo del Centro Sud), ma anche grazie alla promozione e alla divulgazione che l’alpinista pontino negli anni ha portato avanti in una provincia come la nostra, poco avvezza alle grandi altezze e alle grandi imprese dell’alpinismo moderno.
Ciao Daniele e Tom, eroi moderni senza macchia e senza paura.