LOAS AUTORIZZATA A RIMUOVERE I RIFIUTI GENERATI DAL DISASTRO. PASTICCIO SULL’INTERDITTIVA ANTIMAFIA

Impianto Loas dopo l'incendio del 9 agosto
Impianto Loas dopo l'incendio del 9 agosto

Aprilia, la società Loas Italia srl ottiene l’autorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti speciali non pericolosi conseguente all’incendio del 9 agosto 2020. Pasticcio sull’interdittiva antimafia che ad ora è vigente

Ottenuto, marzo scorso, dal Tar del Lazio l’annullamento dell’interdittiva antimafia e successivamente, in seguito, lo scorso maggio, la Loas si è vista “ripristinare” da un’ordinanza del Consiglio di Stato quel provvedimento emesso dalla Prefettura di Latina ad ottobre 2020. E sta qui proprio il nodo della questione come vedremo più avanti.

Infatti, la Loas Italia srl, in attesa dell’udienza di merito a Palazzo Spada, ottiene dagli Enti chiamati in causa l’autorizzazione unica a smaltire i rifiuti speciali non pericolosi presenti nel sito di Via della Cooperazione dove, la scorsa, estate bruciarono due capannoni su tre.

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È così che, con una determina del Settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina, l’Ente provinciale di Via Costa dichiara conclusa positivamente la conferenza dei servizi che doveva valutare l’istanza della Loas Italia srl.

Come accennato, il sito della Loas Italia srl è quasi completamente bruciato il 9 agosto 2020 a causa di un violento incendio che ha portato alla distruzione di due dei tre capannoni e al materiale presente sui piazzali dell’insediamento. Le operazioni di spegnimento hanno fatto sì che le vasche di accumulo dell’impianto di prima pioggia si riempissero di acqua mista a residui della combustione. Un disastro.

Dapprima, aperta un’inchiesta dalla Procura della Repubblica di Latina, il sito è stato posto sotto sequestro giudiziario per poter effettuare i dovuti accertamenti e verificare lo stato dei luoghi. Successivamente, tramite decreto, la Procura di Latina ha consentito la restituzione con prescrizioni del sito alla Loas concedendo il dissequestro a condizione che fossero effettuate tutte le operazioni di messa in emergenza e ripristino ambientale.

L’11 marzo 2021, Loas Italia Srl ha presentato l’istanza di autorizzazione provvisoria al fine di: smaltimento dei rifiuti speciali non pericolosi presenti nel sito andato a fuoco e che hanno riempito le vasche di accumulo delle acque di prima pioggia a servizio dell’impianto di trattamento; ottenimento dell’autorizzazione allo scarico delle acque meteoriche che si genereranno dall’attività di deposito materiali svolta dalla stressa società.

La Provincia di Latina ha così indetto una conferenza dei servizi per valutare l’istanza Loas e, dopo qualche tribolazione (non erano stati inseriti enti quali Consorzio Artigiani Aprilia e Prefettura), si è arrivati a un esito positivo.

La Regione Lazio e la Asl di Latina hanno dato il loro assenso senza condizioni, mentre Arpa Lazio ha chiesto chiarimenti in merito ai codici CER (rifiuti) in ingresso e alla gestione delle aree di stoccaggio. Silenzio assenso dal Consorzio Asi.

Il Comune di Aprilia non ha rilevato “elementi ostativi al rilascio dell’autorizzazione per l’attività di gestione dei rifiuti liquidi presenti presso lo stabilimento, fatto salvo il rispetto delle prescrizioni allegate alla presente nonché le determinazioni delle altre Amministrazioni e Strutture convocate secondo le competenze stabilite dalla normativa di settore”.

Il Consorzio Artigiani Aprilia ha precisato che l’area artigianale di Aprilia è dotata di un impianto di depurazione delle acque reflue domestiche di sua proprietà, originate esclusivamente dai servizi igienico- sanitari degli insediamenti presenti.

Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ha chiesto di verificare eventuali attività previste dalla normativa prevenzione incendi e i requisiti di sicurezza

Quantomeno curiosa, col senno di poi, la posizione della Prefettura di Latina che, in sede di Conferenza di Servizi, svoltasi ad aprile, ha fatto riferimento alla sentenza del Tar che annullava l’interdizione antimafia emessa dalla Prefettura stessa. Solo che, a fine maggio, il Consiglio di Stato ha “ripristinato” la stessa interdittiva, motivo per il quale la posizione della Prefettura potrebbe o, meglio, dovrebbe essere mutata.

Fatto sta che, risolti i problemi con l’Arpa, per i quali la Loas ha trasmesso documentazione integrativa, la Provincia, lo scorso 11 maggio, ha inoltrato agli Enti/servizi coinvolti nel procedimento, la succitata nota e in particolare ha chiesto all’Arpa Lazio – sezione di Latina di dare riscontro a quanto prodotto dalla Ditta, rinnovando l’invito al Consorzio ASI per lo sviluppo industriale Roma-Latina di dare, a sua volta, riscontro a quanto eccepito dal Consorzio Artigiani Aprilia.

Il 17 giugno scorso – come si evince dalla determina pubblicata oggi 23 giugno dalla Provincia di Latina (che non presenta né data né numero di protocollo) – l’Ente di Via Costa ha dato atto che l’istruttoria tecnica è risultata favorevole con prescrizioni ai fini del rilascio dell’autorizzazione che servirà alla Loas per smaltire i rifiuti speciali generati dall’incendio dell’agosto 2020.

Al netto del criticità superate, a quanto pare, e vista l’istruttoria favorevole, resta insoluto il problema dell’interdittiva antimafia che, ad ora, secondo l’ultima pronuncia del Consiglio di Stato sussiste. È vero che occorre un’udienza di merito ma la sentenza del Tar appellata peraltro dalla Prefettura stessa è stata sospesa nella sua esecutività, ergo la Loas rimuoverà i rifiuti speciali con una interdittiva antimafia sul groppone.



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