Riciclaggio e intestazione fittizia di beni: riprende il processo che vede alla sbarra Sergio Gangemi e i suoi “prestanome”
Il processo (derivante dall’operazione “Gerione”), che pone alla sbarra Sergio Gangemi (51 anni) più altri imputati per reati quali riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni, ha già visto diverse posizioni prescritte.
A marzo 2024, proprio davanti al terzo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Mario La Rosa, la difesa aveva fatto notare che la gran parte dei reati erano prescritti. L’unico appiglio sarebbero state le sospensione nel corso delle udienza preliminari che, però, non sono state rilevate. Ecco perché ben cinque capi d’imputazione sono caduti per intervenuta prescrizione: ne beneficiano gli imputati Sergio Gangemi, Simone Di Marcantonio, Vittorio Gavini, Daniela Terranova, Francesco Lauretti e Matteo Morgani.
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A rimanere un piedi solo tre capi d’imputazione, di cui il primo di essi si è prescritto lo scorso gennaio 2025, mentre il resto guadagnerà la prescrizione nel 2027. Il processo giudica solo le posizioni di Sergio Gangemi (per i reati non prescritti), Gioia e Maria De Santis, Giuseppe Milasi, Vittorio Gavini e Daniela Terranova. Escono definitivamente dal processo Di Marcantonio, Morgani e Lauretti. Il collegio difensivo oggi, 20 novembre, è stato composto dagli avvocati Giudetti, Agostini, Dell’Anno e Melegari.
Oggi, 21 novembre, è stato esaminato il testimone della pubblica accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto di Latina, Luigia Spinelli, l’amministratore giudiziario del patrimonio di Gangemi che ha ricostruito il castello societario dell’imprenditore di origine calabrese, compresi gli spostamenti di milioni di euro con trasferimenti ingenti anche all’estero. C’era una moltiplicazione di movimentazioni di somme milionarie, con contabilità complesse e disordinate: “Era evidente l’utilizzo di società che non erano società”, ha detto l’amministratore giudiziario. Il professionista è stato contro-esaminato anche dagli avvocati difensori Giudetti e Agostini. A seguire è stato esaminato un commercialista di Roma, ex consulente fiscale della Spazio Food, con sede legale ad Aprilia (una delle società di Gangemi sequestrate, ma non nell’operazione “Gerione”), chiamato alla testimonianza dall’avvocato Agostini. La società che gestiva negozi commerciali, dopodiché si occupò di importare pesce surgelato da tutto il mondo. Alla fine della anni Dieci, la società, con una cinquantina di dipendenti, aveva virato anche sul commercio di prodotto tecnologici.
Il processo è stato rinviato al prossimo 19 marzo con l’esame di due testimoni della difesa quando verrà stralciata la posizione di Gangemi ormai prescritta.
LA STORIA DEL PROCESSO – Sul banco degli imputati, come detto, c’è Sergio Gangemi, al momento in carcere e da anni considerato come un imprenditore, trapiantato tra Latina, Aprilia e Roma, vicino alla ‘ndrangheta delle famiglie reggine De Stefano e Araniti. A luglio 2022, un nuovo arresto nell’ambito dell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia denominata “Planning”, in cui si faceva esplicito riferimento a un vero e proprio “gruppo Gangemi” in affari con le ‘ndrine. Due anno dopo, l’ennesimo arrestato in un’altra operazione antimafia, “Assedio”.
Insomma, un curriculum criminale rilevante, costellato anche di altre indagini, processi, sequestri e confische. Il procedimento odierno, invece, prende le mosse dal maxi sequestro avvenuto a novembre 2019 con l’operazione “Gerione” guidata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. La Guardia di Finanza di Latina, coordinata dalla DDA, sequestrò a Gangemi un patrimonio per un valore di circa 10 milioni di euro. Nello specifico: 53 immobili, tra terreni e appartamenti, 1 opificio industriale, 5 autoveicoli, 1 imbarcazione, conti correnti, quote societaria e l’intero compendio aziendale di 10 società. Il provvedimento fu disposto dal Tribunale di Roma – Sezione misure di Prevenzione.
Le società sequestrate furono nell’ordine: C.C.I. srl, G.R.I. srl, Beam srl, Nrt spa, La Dani srl, Esse Gamma srl, Ride srl, I.E.S. srl, Light for Life s.r.l. (con sede in Romania) e Forum Casear LTD (società di diritto maltese). Società, quasi tutte srl, con cui, secondo la Guardia di Finanza di Latina, Sergio Gangemi è riuscito a occultare un ingente patrimonio immobiliare tramite l’utilizzo dei succitati prestanome, alcuni dei quali legati affettivamente a lui come l’ex moglie e la compagna.
Sergio Gangemi, d’altra parte, è ritenuto pericoloso dalle Forze dell’Ordine sin dal 1993, e con un cognome che in certi mondi ed equilibri pesa (“Si sapeva che era calabrese e aveva un cognome alle spalle” – disse a verbale l’ex affiliato ai clan rom e ora collaboratore di giustizia Renato Pugliese).
A giugno 2021, il sequestro da oltre 10 milioni di euro divenne definitivo con la confisca per via del respingimento del ricorso presentato al Tribunale di Sorveglianza da coloro che sono considerati “prestanome” di Gangemi.
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