Con l’arrivo del Natale si allestiscono i presepi e si addobbano gli alberi con le classiche palle di Natale.
Quest’anno a Latina, oltre alle palle natalizie tradizionali, abbiamo avuto il privilegio di poter beneficiare di quelle che ci sono state proposte dall’onorevole Claudio Durigon in occasione dell’incontro dal titolo “La Buona Politica per il territorio” organizzato lo scorso 18 dicembre dalla Lega, o meglio dalla Lega made in Latina come la abbiamo ribattezzata nell’articolo pubblicato il 22 ottobre 2018.
Dopo le comprensibili e giustificate critiche all’attuale amministrazione, Durigon ha sentenziato “La Lega, oggi, prende qui l’impegno di rilanciare la città”; in sostanza il messaggio del convegno è stato, come sintetizzato nel titolo di Latina Editoriale Oggi del 19 dicembre, “Lega: siamo noi il buon governo”.
In considerazione degli insuccessi di LBC e della circostanza che la Lega a Latina non ha mai governato, Durigon apparentemente ha gioco facile a proporre il suo partito come il nuovo che governerà bene la città. Il problema, però, è che se è vero che la Lega non ha mai amministrato Latina, è altrettanto vero che i suoi esponenti locali più rappresentativi lo hanno invece fatto, e molto male, ricoprendo con altre casacche ruoli importanti nel periodo Zaccheo/Di Giorgi.
LEGA MADE IN LATINA E L’ARTE DEL RICICLO
Nella nostra città la Lega ha fatto una scelta politica ben precisa. Non si è minimamente preoccupata di tentare di formare una nuova classe dirigente, ma ha attinto a piene mani ad un passato da dimenticare.
Non è un caso, del resto, se l’attuale parlamentare europeo della Lega Matteo Adinolfi in un incontro pubblico del marzo scorso ha definito l’ex-Sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo “un maestro, un mostro sacro della politica”.
Così come non è un caso che sempre Matteo Adinolfi abbia nominato come suo collaboratore al parlamento europeo Salvatore De Monaco, uno dei fedelissimi di sempre di Vincenzo Zaccheo.
Insomma la Lega made in Latina ha scelto di fare incetta di un desolante déjà vu della politica locale, circostanza tra l’altro così commentata da Latina Editoriale Oggi proprio in occasione del succitato pubblico atto di amore e di sottomissione a Vincenzo Zaccheo da parte di Adinolfi:
“La Lega fa la spesa, ma…omissis…i prodotti sugli scaffali vanno attentamente controllati, a cominciare dalla data di scadenza. Non sappiamo quale sia la scuola di acquisto cui si ispirano Durigon e gli altri, ma dall’esterno si ha l’impressione che la provvista sia condotta a caso, con l’aria di chi abbia fretta di riempire il carrello passando da un reparto all’altro, senza badare troppo alla qualità della merce…omissis”.
LEGA MADE IN LATINA E L’ARTE DEL MALGOVERNO
Oltre che a Matteo Adinolfi e Salvatore De Monaco (entrambi provenienti da Alleanza Nazionale e consiglieri comunali nella prima consiliatura con Zaccheo Sindaco), rappresentanti a pieno titolo di quella sorta di strisciante zaccheizzazione della Lega made in Latina, sono da citare altri esponenti di Latina della Lega.
ANGELO ORLANDO TRIPODI (consigliere regionale della Lega dal 2018)
Dal 2002 al 2010 è consigliere comunale di maggioranza con Zaccheo Sindaco (eletto nella lista di Alleanza Nazionale); dal 2011 al 2015 è partecipe anche della amministrazione Di Giorgi, prima come consigliere comunale di maggioranza (eletto nella lista del Popolo della Libertà) e poi dal 2013 come assessore alle attività produttive. Nel 2016 si candida a Sindaco di Latina con un raggruppamento di liste civiche, ma non riesce a entrare in Consiglio comunale.
MASSIMILIANO CARNEVALE (consigliere comunale della Lega)
Dal 2002 al 2010 è consigliere comunale di maggioranza con Zaccheo Sindaco (eletto nella lista dell’UDC); nel 2016 viene eletto in Consiglio Comunale nella lista del PD, ma a ottobre 2018 passa alla Lega.
MARILENA SOVRANI (assistente del parlamentare europeo Matteo Adinolfi)
Dal 2007 al 2010 è consigliere comunale di maggioranza con Zaccheo Sindaco (eletta nella lista di Alleanza Nazionale); dal 2011 al 2015 è partecipe anche della amministrazione Di Giorgi (eletta consigliere comunale nella lista dell’UDC viene nominata assessore alla Pubblica Istruzione e dal 2014 anche alla Cultura); anche lei come Tripodi nel 2016 si candida a Sindaco di Latina con un raggruppamento di liste civiche, ma non riesce a entrare in Consiglio comunale.
In definitiva si può senz’altro affermare che tutti e tre i succitati neoleghisti hanno vissuto da attori protagonisti una intensa ed importante esperienza di malgoverno della città: Tripodi addirittura per tutto il periodo Zaccheo-Di Giorgi, Carnevale per l’intero periodo Zaccheo e Sovrani per il secondo mandato di Zaccheo e per l’unico mandato di Di Giorgi.
È quindi anche grazie a loro se la scellerata scelta, priva di qualsiasi fattibilità economica, del project financing relativo alla tramvia è stata portata avanti con tanto di convenzione trentennale tutta a favore del privato e a discapito dell’amministrazione comunale; si deve quindi anche a loro la circostanza che vi sono due azioni legali per oltre 35 milioni di euro intraprese contro il Comune di Latina figlie proprie di quella assurda convenzione.
Dobbiamo ringraziarli altresì per l’altro sciagurato project financing targato amministrazione Zaccheo riguardante il cimitero con tanto di tassa sul morto e minacce di rimozione delle salme con destinazione fossa comune (riferimento articolo “Cimitero di Latina: ricordati che prima devi pagare!” del 26/9/2019). Anche per questo project financing il Comune di Latina deve fronteggiare un contenzioso milionario.
Così come va loro un ringraziamento per il project financing relativo alla piscina comunale, pure questo corredato da consistente contenzioso.
Inoltre verrebbe da chiedere loro cosa facessero mentre la città veniva spacchettata dal punto urbanistico creando volumetrie superiori a quelle consentite.
Sarebbe anche interessante conoscere il pensiero di Tripodi e Carnevale, nonché di Adinolfi, sulle sconcertanti operazioni immobiliari operate durante la prima amministrazione Zaccheo (vedasi Latina all’asta prima parte – seconda parte – terza parte).
Al tempo stesso Adinolfi, Carnevale e Tripodi dovrebbero dar conto del comportamento tenuto in occasione della misteriosa sparizione del decreto ingiuntivo di Condotte Spa nei confronti di Terme di Fogliano Spa, circostanza che ha determinato a distanza di anni il fallimento della società. Non hanno fatto assolutamente nulla e hanno prestata cieca e ingiustificata fiducia in tutto ciò che all’epoca disse il Sindaco Zaccheo.
LEGA MADE IN LATINA E L’ARTE DELLA SPREGIUDICATEZZA
Non bastasse la lunga e documentata esperienza di malgoverno, la Lega made in Latina si sta caratterizzando anche per una certa spregiudicatezza, in quanto suoi esponenti importanti hanno dimostrato e continuano a dimostrare di non avere scrupoli nelle proprie frequentazioni.
SOLIDARIETÀ A PASQUALE MAIETTA
Ci siamo occupati della questione già nell’articolo pubblicato il 22/10/2018 citato all’inizio (Lega made in Latina).
Il 15 novembre 2017 l’allora deputato di Fratelli d’Italia pubblica su Facebook un lungo post di commiato da Latina. Il clamore legato alle sue vicissitudini giudiziarie (inchieste Olimpia e Starter), in relazione alle quali si è salvato dall’arresto solo grazie alla immunità parlamentare di cui godeva lo ha indotto a lasciare Latina. Ovviamente Maietta, nel post, ripercorre la storia a suo modo, quasi atteggiandosi a martire e trova la solidarietà di Tripodi e Durigon.
A distanza di cinque mesi da quel post scatta l’operazione “Arpalo”, che vede nuovamente coinvolto Maietta, il quale, non più protetto dall’immunità parlamentare, viene arrestato. L’inchiesta riguarda i reati di associazione per delinquere, frode fiscale, riciclaggio, trasferimento di valori all’estero e bancarotta. Nonostante il clamore della vicenda e la circostanza che sia coinvolto un personaggio di Latina che è stato consigliere comunale, assessore comunale e deputato, Tripodi e Durigon, come del resto tutta la Lega made in Latina, rimangono in silenzio.
IL CLAN DI SILVIO E LA LEGA MADE IN LATINA
Abbiamo parlato della vicenda in varie occasioni, da ultimo con l’articolo “Dopo il deposito della sentenza sul clan Di Silvio rimane la questione politica” del 2/11/2019.
Proprio poco tempo fa è stata depositata la sentenza emessa nel luglio scorso (rito abbreviato) dal gup di Roma Annalisa Marzano, con la quale sono stati inflitti 74 anni di carcere complessivi a buona parte degli esponenti del clan Di Silvio messi alla sbarra nel processo Alba Pontina. L’altro troncone del processo, con rito ordinario, si sta svolgendo al Tribunale di Latina.
Stiamo parlando dei seguenti reati: associazione mafiosa, estorsioni, narcotraffico, intestazione fittizia di beni.
Nel corpo della sentenza viene specificato quanto segue:
- il clan Di Silvio attaccava i manifesti per la Lega;
- alle elezioni comunali di Latina del 2016 gli uomini del clan Di Silvio raccoglievano voti (30 euro a voto) per il candidato sindaco di un gruppo di liste civiche Angelo Orando Tripodi.
IL PRESUNTO PRESTANOME DI CANGEMI E LA LEGA MADE IN LATINA
Ci siamo occupati della questione con due articoli:
“Da Calandrini a Durigon, l’uomo dei 50 euro a voto: le carriere folgoranti in UGL” del 13/8/2019;
“Ndrangheta, sequestro Cangemi. Come prestanome anche il dirigente UGL” del 22/11/2019.
Nell’ambito dell’inchiesta su Gangemi, in odore di Ndrangheta, e del correlato sequestro milionario di beni è venuto fuori tra i presunti prestanome il dirigente dell’Ugl Simone Di Marcantonio, nominato nel sindacato proprio dal deputato leghista Claudio Durigon.
UN QUADRO SCONCERTANTE E PREOCCUPANTE
È evidente, alla luce di quanto esposto, quanto segue:
- la Lega made in Latina deve ritenersi totalmente inaffidabile per quanto riguarda la capacità di amministrare;
- la Lega made in Latina è assolutamente priva degli opportuni e necessari anticorpi atti ad evitare infiltrazioni malavitose all’interno dell’amministrazione.