È notizia di pochi giorni fa l’indagine per episodi di mazzette e appalti da parte della Procura della Repubblica di Roma, che vede coinvolto, insieme ad altre otto persone, il consigliere regionale di Forza Italia Pino Simeone
Secondo gli inquirenti, quest’ultimo, quando ricopriva il ruolo di consigliere comunale di Formia, avrebbe accettato la promessa di 10.000 euro da parte dell’imprenditore Carlo Amato, allo scopo di favorire le società dell’uomo d’affari in futuri procedimenti di aggiudicazione di lavori pubblici presso il Comune di Formia.
Al centro dell’inchiesta c’è anche l’Autorità Portuale Civitavecchia – Fiumicino – Gaeta.
LA VERA NOTIZIA
In realtà, la vera notizia non è quella delle presunte mazzette, ma un’altra.
L’inchiesta è nata a fine 2011 (ndr: anche se i Carabinieri avevano attenzionato alcuni degli appalti già nel 2007) e l’avviso di conclusione d’indagine, preludio di una possibile richiesta di rinvio a giudizio, è datato giugno 2020. C’è inoltre l’intermezzo del 2014 quando la pm, ora alla DDA, Maria Cristina Palaia aveva chiesto ben 12 custodie cautelari per altrettante persone. Richiesta di cui non si è saputo più nulla, se non che oggi, a distanza di sei anni dalla medesima, la pm Luigia Spinelli ha formulato il fine indagine di un fascicolo comunque ridimensionato.
A questo punto non è poi di particolare interesse se le mazzette ci siano state o meno (tra l’altro anche in caso di rinvio a giudizio ormai la prescrizione è sicura), quanto piuttosto comprendere le ragioni dei tanti anni trascorsi dall’inizio alla fine dell’inchiesta.
Come mai tanto tempo? È in qualche modo giustificabile nella fattispecie un periodo così lungo? In base a quale criterio alcune inchieste accelerano mentre altre si dilatano nel tempo?
Sono queste le vere domande da porsi, anche perché non è accettabile che le vie della giustizia siano imperscrutabili.
Purtroppo abbiamo avuti casi anche a Latina.
UN SINDACO PER AMICO
Ad esempio non sappiamo niente dell’indagine che vide coinvolto l’allora Sindaco Vincenzo Zaccheo nel periodo a cavallo tra il 2008 e il 2009.
Si tratta dell’ipotesi di favoreggiamento nei confronti del vicesindaco Maurizio Galardo, intercettato mentre chiedeva, nella sua qualità di assessore all’Università, una mazzetta ad un imprenditore.
Vincenzo Zaccheo, venuto a conoscenza dell’indagine, avrebbe informato Galardo e si sarebbe anche interessato per cercare di aiutarlo. Stiamo usando il condizionale, ma in realtà l’ipotesi di reato è inequivocabilmente supportata dai seguenti documenti: a) testo di intercettazioni telefoniche e ambientali; b) informative dei carabinieri; c) atti redatti dal sostituto procuratore che si occupava dell’inchiesta e dal giudice delle indagini preliminari.
A distanza di anni non si sa più nulla della vicenda in questione.
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LE SPERICOLATE OPERAZIONI IMMOBILIARI TARGATE ZACCHEO
C’è poi anche un altro caso a Latina che, tanto per cambiare, riguarda sempre Vincenzo Zaccheo, all’epoca dei fatti Sindaco della città.
Stiamo parlando dell’acquisto da parte del Comune di Latina dell’immobile fatiscente conosciuto in città come ex-Icos per l’iperbolica cifra di tre milioni e trentamila euro, immobile lasciato poi nel degrado più totale.
L’acquisto avvenne il 5 giugno 2003 nel corso di in una rocambolesca asta fallimentare con l’inaspettato intervento di una società ciociara appena costituita, che con tredici rialzi sospetti fece lievitare il prezzo del fabbricato guarda caso fino al limite massimo di offerta cui poteva arrivare il Comune (limite che teoricamente non sarebbe dovuto essere a conoscenza della controparte).
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Zaccheo fu indagato per i reati di concussione e corruzione nell’ambito di un procedimento penale riguardante, oltre alla la vicenda del fallimento ICOS, anche quella personale e non collegata all’attività di Sindaco inerente all’acquisto di un appartamento a Roma nei pressi di Piazza di Spagna (dicembre 2005).
Da aggiungere, per completezza d’informazione, che nel 2004/2005 il Comune di Latina è impegnato in un’altra operazione immobiliare (affitto di alcuni piani del Palazzo Pegasol), in cui avrà come interlocutori gli stessi personaggi della rocambolesca asta fallimentare di cui sopra che avevano fatto lievitare il prezzo in danno dell’amministrazione comunale.
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UNA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE CHE SUONA QUASI COME UNA CONDANNA
In merito ai fatti sopra descritti il P.M. si è pronunciato per la richiesta di archiviazione (l’iscrizione del procedimento penale risale all’11 febbraio 2013, mentre il provvedimento del P.M è datato 10 ottobre 2013), anche se, paradossalmente, è propria dalla lettura del documento che i dubbi sulla condotta di Vincenzo Zaccheo permangono.
Perché quindi l’archiviazione?
Ovviamente la risposta, ineccepibile dal punto di vista giuridico, ce la fornisce lo stesso P.M.
Dopo aver evidenziato le varie anomalie che hanno caratterizzato le operazioni immobiliari in questione e aver parlato di un quadro indiziario che conformerebbe l’esistenza di un illecito accordo complessivo, molto opportunamente il Sostituto Procuratore ravvisa che sarebbero necessari ulteriori elementi di indagine.
Al tempo stesso però non può fare a meno di rilevare che dalla vicenda Icos sono passati più di dieci anni e da quelle Pegasol e Piazza di Spagna otto anni.
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AMARA CONCLUSIONE
Per la vicenda del favoreggiamento nei confronti di Galardo, a causa delle imperscrutabili vie della giustizia, non abbiamo saputo più niente.
Per i reati di concussione e corruzione sappiamo invece che c’è stata l’archiviazione, ma sappiamo anche che, per le imperscrutabili vie della giustizia, è trascorso un enorme lasso temporale tra i fatti oggetto di indagine (2003-2005) e l’iscrizione del procedimento penale (11 febbraio 2013) e rimane quindi il dubbio che proprio per questa ragione sia finito tutto nel nulla.