“LBC REMA CONTRO LATINA”, IL CENTRODESTRA DIFENDE LA SCELTA DI CONCORRERE COME CAPITALE DELLA CULTURA

Il centrodestra di Latina attacca il gruppo d’opposizione di Latina Bene Comune che ha chiesto e presieduto la commissione sui costi affrontati dal Comune per partecipare alla selezione come Capitale della Cultura

“Arrivare in finale è stato un successo per la nostra città, i temi culturali non sono prerogative della sinistra. Basta con le strumentalizzazioni!

Condanniamo fermamente l’atteggiamento di LBC che continua a remare contro gli interessi della città di Latina. È evidente che la loro intenzione è  solamente quella di mettere in discussione il lavoro svolto dall’Amministrazione comunale.

La maggioranza dei commissari della Commissione Trasparenza  ha  espresso la propria soddisfazione per il lavoro svolto dagli uffici comunali riguardo alla documentazione agli atti relativa alla candidatura di Latina a Capitale Italiana della Cultura 2026. L’ordine del giorno, infatti per come formulato, era chiaro nel trattate la fase di progettazione della candidatura, e riteniamo che questo obiettivo sia stato pienamente raggiunto nonostante le critiche infondate di LBC.

È fondamentale ricordare che la presidente della commissione Trasparenza  deve mantenere un ruolo di imparzialità nei confronti del lavoro della commissione stessa. Pur comprendendo le sue posizioni politiche, ricordiamo che, in sede di commissione, la maggior parte dei componenti abbia ritenuto esaustive le informazioni fornite dagli uffici comunali, e che quindi la sua nota sulla necessità di una nuova commissione sul punto sia solo di parte.

Riteniamo altresì che l’azione dell’amministrazione comunale di Latina per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2026 sia stata improntata alla trasparenza e al rispetto delle norme e della legalità. Le procedure seguite sono state conformi alle disposizioni vigenti, e non vi è alcun fondamento per insinuare il contrario. 

La pubblicazione degli atti sull’albo pretorio garantisce la massima trasparenza, e convocare ulteriori commissioni comporterebbe soltanto un dispendio economico inutile per il contribuente, che LBC sembra non considerare nel suo tentativo costante di polemizzare con  questa maggioranza. 

Tra l’atro le spese sostenute, a saldo di un contributo ottenuto anche dalla Camera di Commercio, è pari a 13 mila euro. E’ evidente, pertanto, che,  con una spesa contenuta ed alla nostra prima partecipazione, il risultato raggiunto ( essere tra le dieci finaliste)  possa dirsi eccezionale nel panorama nazionale.  

Arrivare in finale è stato per Latina un traguardo, da molti inaspettato, ed evidentemente da altri non voluto.  Sicuramente tutto può essere e dovrà essere migliorato, coinvolgendo ancora di più soggetti pubblici e privati, ma è, a nostro avviso, l’inizio del  riscatto culturale  della nostra città, su cui questa maggioranza continuerà a lavorare, a cominciare dalla riapertura degli spazi culturali da troppi anni chiusi ed abbandonati.

In merito all’azione dell’opposizione, riteniamo  che il tentativo di strumentalizzazioni politiche continue sia contrario agli interessi della città. Peraltro, questo atteggiamento non ci sorprende affatto, visto che nel  pieno percorso della candidatura , LBC  ha presentato richiesta di accesso agli atti, regolarmente respinte, al ministero, incurante di danneggiare così gli interessi di Latina. .Infatti, mentre nelle altre città si faceva squadra,   probabilmente LBC è stata l’ unica opposizione a farlo  tra quelle delle città in corsa, e di certo non ha aiutato il nostro percorso. Nonostante questo, però, siamo arrivati tra le prime dieci. Invece che gioire per questo risultato, LBC continua nel tentativo di denigrare il lavoro svolto e l’iniziativa,  questa volta  insinuando tra le righe  sospetti sulle spese. 

Si è compreso benissimo che questa iniziativa a LBC non piaceva affatto, al di là delle finte offerte di collaborazione. Forse perché la sinistra radical chic si sente unica depositaria della cultura; forse perché  quando amministravano non ci hanno pensato; forse perché se  ci hanno pensato non sono stati capaci di farlo; sta di fatto che evidentemente questa iniziativa non gli piaceva. . E passi pure che, con il loro comportamento presso il ministero, di certo non hanno agevolato e sostenuto la corsa della città di Latina. E va bene anche, ovviamente,  che si siano analizzate in commissione i documenti sulle spese effettuate. Continuare, però, nel tentativo di strumentalizzare non è accettabile.

In tutta questa vicenda LBC, a nostro avviso,  ha dimostrato  chiaramente di non essere dalla parte degli interessi e del  bene della città, ma solo dalla parte dei suoi piccoli interessi  politici”.

Così in una nota i capigruppo dei partiti di maggioranza Cesare Bruni – Fratelli d’Italia, Vincenzo Valletta – Lega, Mauro Anzalone – Forza Italia, Enzo De Amicis – Lista Celentano Sindaco e Maurizio Galardo – Udc.

“Quello che sta succedendo – rincara la dose Roberto Stabellini (Fare Latina) – merita una puntuale ricostruzione e una netta presa di posizione: durante i mesi della candidatura a capitale della cultura, quando la città era in gara, gli esponenti di LBC non si sono preoccupati di partecipare con idee o progetti ma hanno preferito notificare una richiesta di accesso agli atti al ministero della cultura per conoscere ciò che era stato depositato e per capire se l’amministrazione avesse detto il vero”.

“Richiesta immediatamente respinta dal ministero, che ha altresì stigmatizzato tale condotta perché assolutamente irrituale. Il ministero in quella sede, peraltro, specificò ai richiedenti che il dossier era secretato e che giustamente il comitato organizzatore non poteva pubblicarlo perché si sarebbe inficiato la competizione.

Nonostante ciò – continua Stabellini – hanno proseguito in una campagna infamante che ha più volte visto al centro di critiche il comitato promotore e gli esponenti politici promotori dell’iniziativa, per non aver reso pubblico il lavoro del dossier. Hanno continuato con la campagna di fango fino al giorno dell’audizione e dopo. E adesso continuando ad infangare il lavoro fatto, con richieste di accesso ad atti e ai conti che sono già pubblici perché pubblicati sul sito e nella trasparenza.

Chiaro che questa condotta (questa sì) non solo ci ha ridicolizzato agli occhi della commissione ministeriale e del ministero tutto, ma ha fortemente indebolito il lavoro svolto. È tempo che ognuno si assuma le responsabilità di ciò che fa e soprattutto di ciò che non fa”.

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