L’ANTIMAFIA SULL’ASSEGNAZIONE DEL PRIMO CHIOSCO A LATINA: 5 GLI ARRESTI

Il banner della campagna contro la nuova assegnazione del primo chiosco partita nel 2016. Come noto il primo chiosco è stato gestito per anni dalla famiglia Zof
Il banner della campagna contro la nuova assegnazione del primo chiosco partita nel 2016. Come noto il primo chiosco è stato gestito per anni dalla famiglia Zof

Primo chiosco sul lungomare di Latina, oggi l’operazione di Antimafia e Squadra Mobile: 5 gi arresti per una vicenda che parte dal 2016

Lungo, complesso e controverso – scrivevamo su Latina Tu nel 2021 – fu l’iter del progetto che aveva visto il Comune di Latina partecipare al bando della Regione Lazio denominato “Itinerario giovani” per favorire la fruizione della cultura.

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Nel concreto, l’avviso pubblico del Comune a cui hanno partecipato cinque soggetti prevedeva di realizzare un Centro di Sosta, da svilupparsi in tre immobili funzionalmente collegati tra loro e con le altre realtà del territorio “capaci di offrire ai turisti giovani l’opportunità culturali e ricreative all’interno di una cornice musicale”.

Nelle specifico si trattava del noto primo chiosco balneare da installare al Km 0,350 del Lido di Latina, ossia quello un tempo conosciuto da tutti come Topo Beach e per cui Alessandro Zof, arrestato a febbraio 2021 nell’operazione Reset, per le accuse gravi di fare parte di un’associazione mafiosa (Clan Travali), fece, a parole “social”, fuoco e fiamme. Nell’aprile 2016, Zof, detto “Il Topo”, – recentemente condannato in Appello nel processo “Scarface” (un’indagine dell’antimafia sul Clan Di Silvio, retto da Giuseppe “Romolo” Di Silvio) – a concessione scaduta del primo chiosco gestito da anni da suo padre e dalla sua famiglia, lanciava strali all’indirizzo di chi avrebbe voluto mettere a gara la postazione.

Zof scriveva che “IL TOPO BEACH NN SE TOCCA…Era di mio nonno e dio mio padre e sarà mio e di mio fratello…IL MIO FUTURO LA MIA TRANQUILLITÀ È DATA DA TUTTO QUESTO ..SCOMBINATE STA CATENA E VI CREERÒ L INFERNO“. Che detto da uno condannato a sette anni in primo grado per duplice tentato omicidio, in ragione della vicenda degli spari a causa di un futile litigio all’interno dell’American Bar di San Felice Circeo, non era del tutto rassicurante.

Da sinistra: Alessandro Zof, Gianluca Ciprian, Costantino “Cha Cha” Di Silvio, Angelo “Palletta” Travali e Francesco Viola. Sono tutti accusati dalla DDA di far parte del medesimo Clan Travali

Sempre Zof, nell’aprile 2016, faceva partire su Facebook una sorta di campagna pubblicitaria, ribadendo che quel posto era suo e della sua famiglia: “Ricordate – scriveva – che questa non è una guerra personale…Il mare e il topo BEACH e di tutti noi… Ci siamo cresciuti tutti da tutte le parti del Lazio…I nostri ricordi più belli sono racchiusi lì dentro e la mia famiglia li ha custoditi ad uno ad uno per tutti noi….NN LASCEREMO MAI CHE GENTE CHE NN appartiene A NOI DEBBA ROVINARE TUTTA QUESTA MAGIA. Aiutateci e sosteneteci perché ragazzi ne abbiamo veramente bisogno. IL TOPO BEACH È UNA ISTITUZIONE E DOVRÀ RIMANERE TALE…Mio padre NN caccerà mai una lacrima per quei sporchi politici….ma si leverà ogni goccia di sangue insieme alla mia famiglia per vincere questa ingiustizia“.

Insomma, un grido di battaglia, a tal punto che, a maggio 2017, il Sindaco di Latina Damiano Coletta si recò in Questura per consegnare alla Squadra Mobile alcuni documenti da cui, secondo lui, si sarebbero potuti ravvisare elementi di reato per l’assegnazione dei chioschi sul tratto del lungomare di Latina compreso tra Capoportiere e Rio Martino. Di quella denuncia non si seppe più niente, fino ad oggi, 30 gennaio 2024, con l’operazione di DDA di Roma e Squadra Mobile di Latina che eseguono otto misure cautelari nei confronti di altrettante persone per i reati di turbata libertà degli incanti ed estorsione aggravati dal metodo mafioso, diversi episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché per trasferimento fraudolento di valori.

Le indagini – come riporta una nota della Polizia di Stato – hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di una serie di atti intimidatori realizzati tra il 2016 ed il 2020, veicolati anche tramite i social network, che hanno inciso negativamente sull’aggiudicazione del chiosco n. 1 del lungomare di Latina, per l’appunto l’allora Topo Beach.

IL PROGETTO DI CUI IN MOLTI AVEVANO PAURA – Ad ogni modo, il progetto del Comune di Latina, collegato al bando regionale, era importante senza dubbio, con il contributo della Regione di 288mila euro più 32mila dall’ente di Piazza del Popolo. In tutto 320mila euro per un piano all’insegna della cultura.

Solo che, dopo essersi presentati in cinque interessati al progetto, si è assistito a una lunga sequela di rinunce. Uno dei cinque è stato escluso per mancanza di requisiti. Successivamente le rinunce in serie.

Il 23 giugno 2020, il Servizio Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili comunica al gruppo vincente l’aggiudicazione del contributo ed invita a costituirsi in ATI/ATS entro i successivi 30 giorni. Poi, il 22 luglio dello stesso anno, il gruppo vincente comunica la rinuncia all’assegnazione del Contributo.
In base alla graduatoria di merito, viene comunicato al secondo gruppo l’assegnazione del contributo e invitato anch’esso a costituirsi in ATI/ATS entro 30 giorni. Passa una settimana e il referente comunica la rinuncia al ruolo di Manager per motivi di salute, proponendo al suo posto un altro manager. Il 21 agosto, il sostituto comunica al Comune l’avvenuta costituzione della Kiwi Impresa Sociale Srl ma, poi, il 30 ottobre rinuncia all’aggiudicazione provvisoria per sopraggiunti motivi personali.

Sempre in base alla graduatoria di merito, il 2 novembre viene comunicato al terzo gruppo l’assegnazione del contributo, con contestuale invito a costituirsi in ATI/ATS entro 30 giorni. Il gruppo, il 3 dicembre, comunica la costituzione del gruppo di giovani under 35 “Latina Young”, ma con successiva nota datata 4 gennaio 2021 comunica la rinuncia all’assegnazione del contributo per il progetto.

Tre rinunce senza soluzione di continuità. Il 5 gennaio, il Comune comunica al quarto ed ultimo gruppo in graduatoria, rappresentato da Fabio D’Antonio, l’aggiudicazione e il primo febbraio scorso il gruppo presenta la costituzione della “SEASIDE MUSIC YOUNG IMPRESA SOCIALE SRL”.

Pare sia la volta buona, a leggere la determinazione del Servizio Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili del Comune di Latina firmata il 26 marzo scorso dal Dirigente. Solo che il Comune specifica che le rinunce dei primi tre gruppi della graduatoria di merito hanno di fatto consumato il tempo a disposizione per la realizzazione delle azioni progettuali. Anche considerando la proroga alla rendicontazione di 12 mesi che la Regione ha concesso (in data 31 agosto 2020), soprattutto in considerazione degli impedimenti dovuti alla pandemia da Sars-cov-2, “si rende urgente avviare il gruppo aggiudicatario soprattutto al fine di consentire realizzazione di tutte le azioni previste nell’avviso pubblico, in particolare dato l’approssimarsi della stagione estiva”.

Il Comune, quindi, arriva finalmente a nominare la SEASIDE MUSIC YOUNG IMPRESA SOCIALE SRL come aggiudicataria della procedura del Bando “Itinerario Giovani – “Latinadamare”, subordinando l’assegnazione in concessione dei tre immobili (compresa la postazione del fu Topo Beach per cinque anni) alla presentazione delle formalità previste: fidejussione bancaria o polizza fidejussoria assicurativa pari al 10% dell’intero finanziamento in favore del Comune di Latina nonché adeguata polizza assicurativa per tutti i danni derivanti da comportamenti del proprio personale, garanzia R.C.O. (Responsabilità Civile verso Operatori) per sinistro e per persona e RCT (Responsabilità Civile verso Terzi) comprensiva dei danni da incendio e danni alle cose causati dal personale nell’ambito dell’esecuzione delle attività con un massimale, per entrambe le polizze, per un anno e per sinistro non inferiore a € 6.000.000,00. Le polizze dovranno coprire l’intero periodo della Concessione.

Un’assegnazione che per un paio di stagioni ha funzionato, fino a quando nel maggio 2023 un incendio da parte di mano ignota, che seguiva quello sul quarto chiosco, sempre sul lato B del lungomare di Latina, ha distrutto il chiosco allestito dalla società Seaside. Dei responsabili di quei roghi (comunque estranei dall’indagine odierna) non se ne è mai saputo niente.

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