MESSAGGI DI FUOCO A LATINA: DISTRUTTO IL SECONDO CHIOSCO IN 2 GIORNI SUL LUNGOMARE

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Secondo rogo al Lido di Latina: va a fuoco anche il primo chiosco sul lungomare, sabato sera l’incendio al quinto chiosco

Un episodio inquietante che non può rappresentare un caso. Oggi, nel tardo pomeriggio, intorno alle ore 20, è andato a fuoco anche il primo chiosco sul lato sinistro del lungomare di Latina, a due passi da Capoportiere.

Solo nella serata di sabato 13 maggio, un altro, il quinto, sempre sul lungomare di Latina e sempre sul lato Rio Martino, era stato completamente carbonizzato dalle fiamme in circostanze oscure, sebbene tutto lasci pensare al dolo.

Oggi, per il secondo rogo, e sempre in una giornata molto piovosa, il primo chiosco è andato completamente distrutto dalle fiamme. Sul posto, così come per l’episodio di due giorni fa, sia la Polizia di Stato che i Vigili del Fuoco in circostanze al vaglio della Polizia. Anche in questo caso, come per il quinto chiosco, era scollegato l’impianto elettrico poiché in fase di montaggio. Un aspetto che porta a escludere nettamente la possibilità di un cortocircuito. La struttura in legno, invece, era stata montata proprio oggi, 15 maggio. Entrambi i gestori, sia del primo che del quinto chiosco, dichiarano di non aver subito minacce o avvertimenti.

Un secondo episodio, tuttavia, che rafforza l’idea dell’incendio doloso e che non può che rimandare a una strategia intimidatoria messa in atto da qualcuno. Peraltro, la storia del primo chiosco è contraddittoria: assegnato, dopo diverse rinunce, è gestito da una società di giovani che ha vinto il progetto “Latinadamare”: si tratta dela “SEASIDE MUSIC YOUNG IMPRESA SOCIALE SRL” che ha in gestione anche l’ex tipografia sulla circonvallazione di Latina città.

Nelle specifico, per quanto riguardo il rogo odierno, si tratta del noto primo chiosco balneare da installare al Km 0,350 del Lido di Latina, ossia quello un tempo conosciuto da tutti come Topo Beach e per cui Alessandro Zof – recentemente condannato nel maxi processo per mafia denominato “Scarface” e attualmente imputato nel processo denominati “Reset” che contesta il 416 bis al clan Travali – fece, a parole “social”, fuoco e fiamme. Nell’aprile 2016, Zof detto “Il Topo”, a concessione scaduta del primo chiosco gestito da anni da suo padre e dalla sua famiglia, lanciava strali all’indirizzo di chi avrebbe voluto mettere a gara la postazione.

Zof scriveva che “IL TOPO BEACH NN SE TOCCA…Era di mio nonno e dio mio padre e sarà mio e di mio fratello…IL MIO FUTURO LA MIA TRANQUILLITÀ È DATA DA TUTTO QUESTO ..SCOMBINATE STA CATENA E VI CREERÒ L INFERNO“. Che detto da uno condannato a sette anni in primo grado per duplice tentato omicidio, in ragione della vicenda degli spari a causa di un futile litigio all’interno dell’American Bar di San Felice Circeo, non è del tutto rassicurante.

Ad ogni modo, sono passati due anni dall’aggiudicazione travagliata di quel bando (leggi link di seguito), quando la paura si respirava nell’aria, e il lavoro degli investigatori non sarà di facile risoluzione. Due chioschi bruciati in due giorni non sono un caso e hanno la logica di un messaggio a chi deve capire. E per di più un altro incendio è stato sventato dal gestore nel quarto chiosco nella tarda serata di oggi.

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Una scia di fuoco che sembra assonante con quanto accaduto nell’estate del 2020 quando andò a fuoco proprio il quarto chiosco e il punto di ristoro ambulante di un personaggio noto a Latina e con precedenti. La Procura di Latina ha aperto un fascicolo di indagine contro ignoti per cui sta lavorando la Squadra Mobile.

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