LA GREEN ECONOMY E LA NOSTRA PROVINCIA

Green Economy
Questo articolo è stato scritto dall’autore in collaborazione con Simone Coco, consigliere comunale di Pontinia.
 
 
La Green Economy è un modello di economia che mira alla riduzione dell’impatto ambientale mediante provvedimenti in favore dello sviluppo sostenibile, come l’uso di energie rinnovabili, la riduzione dei consumi, il riciclaggio dei rifiuti.
 
 
Greta Thunberg
 
Greta è stata, e ha rappresentato, un ottimo megafono mediatico, ma oltre lo spettacolo e le manifestazioni c’è altro, c’è bisogno dell’azione politica.
 
Questa crisi da l’opportunità alla nostra società di cambiare in meglio e devono essere le nostre istituzioni nazionale ed europee a segnare il percorso, per consentire al mercato di capire dove vuole andare la società.
 
In questo senso la tassazione delle Emissioni Co2, proposta da StopGlobalWarming.eu e, portata in Italia dall’ex europarlamentare Marco Cappato può essere vista come una proposta degna di nota.
 
La petizione istituzionale, diversa da quelle ininfluenti di change.org, propone alla Commissione Europea di introdurre una tassazione progressiva sulle emissioni: 50 euro per tonnellata fino al 2025, quando si dovrà iniziare a pagare il doppio.
 

PER LA PROPOSTA, FIRMA QUI

Cappato
Marco Cappato
 
 
Ma anche la proposta di Cappato da sola può fare poco, c’è bisogno di agire localmente per ridurre l’inquinamento, migliorare il circolo dei rifiuti verso situazioni virtuose.
 
Questi provvedimenti mostreranno alle persone quanto l’ecologismo non sia soltanto un feticcio di una bambina svedese, ma una necessità del genere umano.
 
Ma a che punto siamo nella nostra provincia? Lo abbiamo chiesto a Simone Coco, consigliere comunale di Pontinia, che ci ha dedicato un prezioso contributo.
 

IN PROVINCIA TANTI ANNUNCI POCHI FATTI

Simone Coco
 
 
La comunità scientifica, da qualche lustro ormai, ci ricorda di continuo la necessità di modificare radicalmente le nostre abitudini (e per nostre si intende l’intero genere umano, completamente interconnesso), per raggiungere uno stile di vita globale sostenibile.
 
Questa necessità, però, va a scontrarsi con un sistema economico produttivo molto restio a cambiare i propri schemi.
 
Anche l’idea “think global, act local” va a scontrarsi con quella che, banalmente, chiamiamo “allocazione delle risorse”.
 
La transizione verso un modello sostenibile, anche a livello locale, ha un  impatto economico e sociale non indifferente, e se non veicolato e finanziato correttamente dalle istituzioni nazionali e sovranazionali, rischia di essere una scommessa persa in partenza.
 
A Pontinia abbiamo assistito, negli anni, ad una serie di iniziative, anche nobili ed interessanti, che però non hanno prodotto gli effetti sperati.
 
Dall’installazione di distributori di acqua depurata (installati e poi disinstallati nella maggior parte dei plessi scolastici), all’adesione al Patto dei Sindaci, per passare alle mozioni per il plastic free, fino all’acquisto di un’auto elettrica per il comune, i vari interventi di efficientamento energetico ecc ecc e questo lo si può osservare in tutta la provincia.
 
Tutte iniziative che partono da ottime idee, ma che faticano ad avere un impatto rilevante, e che somigliano più a interventi estemporanei che a una linea guida.
 

LA QUESTIONE RIFIUTI

Pontinia presenta poi direttamente i problemi connessi allo smaltimento ed il riciclo dei rifiuti.
 
Problema che non è bypassabile, e che ci mette davanti alla sfida di avere sempre meno rifiuti ed impianti sempre più performanti.
 
E di nuovo qui ci troviamo davanti ad un problema di “sistema” : le tecnologie costano.
 
Siano esse pubbliche (opzione ovviamente preferibile), siano esse private, ci troviamo davanti sempre allo stesso limite: allocare e stanziare risorse sufficienti.
 
E la classe politica si trova davanti a scelte che non possono che essere impopolari, visto che tutto questo viene finanziato dalle tasse, qualunque sia il livello amministrativo preso in considerazione.
 
La mia impressione è dunque che l’attuale sistema socio economico non sia in grado di dare vita ad un vero Green New Deal.
 
Questo non vuol dire che questa idea di mondo sia peregrina, e l’ascesa dei vari partiti green in Europa ne è la conferma.
 
La mia speranza è che questo crescente sentimento ambientalista riesca a cambiare le scelte politiche internazionali, e che tutto questo accada in tempi brevissimi.
 
Mai come in questo caso, ci si salva tutti insieme.
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