IL RUOLO DI MACRÌ MESSO SULLA GRATICOLA DA UN RICORSO AL TAR DELL’EX “CAPO” DEGLI AVVOCATI DEL COMUNE DI LATINA

L’ex Dirigente dell’Avvocatura comunale di Latina, Francesco Di Leginio, in causa col comune pone la questione di “incompatibilità” di Alessandra Macrì

Non c’è solo la richiesta di trasparenza provenuta dal consiglio dell’ordine degli avvocati di Latina a mettere in dubbio la posizione di dirigente dell’avvocatura comunale del capoluogo di Alessandra Macrì. Una delibera di Giunta, votata dall’amministrazione Celentano, spiega che il caso è ancora più profondo, dal momento che è l’ex dirigente capo dell’avvocatura comunale, Francesco Di Leginio, a proporre la incompatibilità della segretaria generale Alessandra Macrì nel ruolo di “capo” delle toghe dell’ente di Piazza del Popolo.

A settembre scorso, come noto, il segretario generale del Comune di Latina, Alessandra Macrì, è stata nominata dalla sindaca di Latina, Matilde Celentano, per ricoprire (ad interim) il ruolo da Dirigente del servizio Avvocatura dell’ente di Piazza del Popolo. L’avvocato Francesco Cavalcanti, non di ruolo come dirigente, era stato nominato dal precedente Sindaco Damiano Coletta e aveva la carica in scadenza, effettivamente decaduta lo scorso 22 settembre 2023.

L’avvocato Francesco Di Leginio

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, a distanza di mesi, ha chiesto conto della nomina e, per farlo, ha inviato una nota firmata dalla segretaria, Maria Cristina Sepe, anche alla Sindaca di Latina, Matilde Celentano, e alla stessa segretaria generale Alessandra Macrì.

Gli avvocati pontini contestano “la violazione dell’articolo 23 del Regolamento per la tenuta dell’elenco speciale degli avvocati dipendenti di enti pubblici del Consiglio dell’Ordine di Latina, in relazione all’affidamento della responsabilità dell’Ufficio legale ad un avvocato non iscritto nell’elenco speciale. Risulta infatti ex ta-bulas la insussistenza di tale requisito in capo al Responsabile dell’Avvocatura comunale nella persona dell’avvocato Alessandra Macri”.

Nell’ambito di una causa di lavoro, invece, l’ex dirigente dell’avvocatura comunale, Francesco Di Leginio, ha proposto ricorso al Tar di Latina, che verrà discusso il prossimo 27 marzo.

Alessandra Macrì
Alessandra Macrì

È il corpo della delibera a ricostruire una storia che ha il sapore del regolamento dei conti interno all’ente tra un ex dirigente e l’attuale amministrazione. La Giunta Celentano, infatti, prende atto dell’avvenuta proposizione dell’appello contro la sentenza emessa dal Tribunale del Lavoro di Latina, emessa nel 2024, che ha respinto l’opposizione proposta dallo stesso Comune di Latina avverso il Decreto Ingiuntivo n. 364/2021 con il quale l’avvocato Di Leginio, ex dipendente dell’Ente, ha ingiunto il pagamento di somme a titolo di compensi professionali per l’attività difensiva svolta nella qualità di Dirigente Avvocato dell’Avvocatura del Comune di Latina trattenute per superamento dei tetti di legge, per effetto della determinazione n 182/2024 del 6 febbraio 2024, resa dal Dirigente ad interim del Servizio Avvocatura del Comune di Latina, Alessandro Macrì, e per effetto della procura alle liti.

Una determinazione (emessa il 6 febbraio) quella di Macrì che non è andata giù a Di Leginio. Il Comune, quindi, nel proporre appello contro la sentenza che ha dato ragione a Di Leginio ha nominato l’avvocato Peppino Mariano. Un legale, quest’ultimo, non interno all’ente comunale in quando, già nel 2021, nell’ambito del giudizio di opposizione al decreto ingiuntivo di Di Leginio, il segretario generale dell’epoca faceva notare la situazione di conflitto d’interessi. In sostanza, la ratio era questa: l’ente non poteva essere rappresentato dagli avvocati dell’ente che fino a poco tempo prima vedevano in Di Leginio il loro Dirigente. È così che, lo scorso 6 febbraio, la segretaria generale attuale Alessandra Macrì, nonché dirigente dell’avvocatura ad interim, nomina l’avvocato Mariano per fare opposizione alla sentenza del Tribunale del Lavoro che riconosce i crediti a Di Leginio.

Poi succede il resto. Lo scorso 26 febbraio Di Leginio, tramite il suo avvocato, notifica al Comune di Latina il ricorso innanzi al TAR di Latina, per l’annullamento, previa sospensiva, della determina con cui la segretaria Macrì nomina l’avvocato Peppino Mariano. Inoltre, lo stesso Di Leginio, nel ricorso al Tar, estende l’impugnazione al Decreto del Sindaco, quello del settembre 2023, con il quale sono state conferite al Segretario Generale Alessandra Macrì le funzioni dirigenziali ad interim del Servizio Avvocatura del Comune di Latina. In pratica, viene sollevata la stessa questione emersa con la nota del consiglio dell’ordine degli avvocati di Latina: Macrì non sarebbe legittimata a svolgere il ruolo di dirigente dell’avvocatura comunale e per tale ragione, motiva Di Leginio, non poteva nominare Mariano.

La Giunta Celentano, nel costituirsi in giudizio al Tar, ribatte che “la determinazione del Segretario Generale n. 182/2024 del 6.02.2024 di proposizione dell’appello è stata assunta sul presupposto che il valore della controversia fosse inferiore a 25.100,00 euro, per cui la formalizzazione dell’incarico a rappresentare l’Ente in giudizio rientra nelle prerogative attribuite alla Dirigenza dell’Avvocatura Comunale”.

Una battaglia senza esclusione di colpi che vedrà il proprio inizio il prossimo 27 marzo davanti al Tar di Latina.

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