La Procura di Latina fa ricorso in Corte d’Appello contro la sentenza che, dichiarando prescritto il reato di lottizzazione abusiva a carico di Armando Cusani, ha disposto il dissequestro del noto Hotel Grotta di Tiberio di Sperlonga
Leggi anche:
HOTEL GROTTA DI TIBERIO: PRESCRITTO CUSANI, DISSEQUESTRATO L’IMMOBILE GRAZIE ALLA CASSAZIONE
A darne notizia è il movimento civico “Partecipazione attiva” che con una nota ha spiegato cosa è accaduto. Il pubblico ministero Giuseppe Miliano – si legge nella nota – avrebbe presentato ricorso in Corte d’Appello, contro la sentenza Fosso (ndr: Maria Assunta Fosso, giudice del Tribunale di Latina che ha disposto la sentenza di prescrizione), ritenendo che il giudice abba interpretato erroneamente la pronuncia delle Sezioni Riunite della Cassazione.
Leggi anche:
SPERLONGA. NICOLA REALE CHIEDE LA CONFISCA AMMINISTRATIVA DELL’HOTEL GROTTA DI TIBERIO
Secondo detta pronuncia, non è più possibile disporre la confisca urbanistica di un immobile se il reato di lottizzazione abusiva è da ritenersi prescritto prima della fine del primo grado. Un salva confische da cui hanno tratto beneficio tante persone coinvolte in altri processi per lottizzazione abusiva in provincia di Latina: dai casi di Sperlonga, Gaeta, Formia fino all’ultimo in ordine di tempo a Ponza (vedi link a seguire).
Leggi anche:
LOTTIZZAZIONI ABUSIVE A SPERLONGA E FONDI: SALVATI DA PRESCRIZIONE E CASSAZIONE
Leggi anche:
PONZA, CHIAIA DI LUNA. LOTTIZZAZIONE ABUSIVA: SCATTA LA PRESCRIZIONE E SALTA LA CONFISCA DEI BENI
Ora, però, secondo il pm Miliano, l’informazione della Cassazione datata 30 gennaio 2020 avrebbe avuto una non corretta interpretazione in quanto, gli accusati, Cusani e il suocero Erasmo Chinappi, sarebbero stati prosciolti per prescrizione e non perché il fatto non sussiste. Insomma, il reato di lottizzazione abusiva sarebbe emerso sebbene ormai prescritto. Un rompicapo, in effetti, anche se Partecipazione attiva che aveva presentato un esposto con il quale si sollecitava il Comune di Sperlonga a procedere all’abbattimento o alla confisca dell’albergo per destinarlo a pubblica utilità spera e nel farlo ricostruisce sinteticamente quella che definisce “una storia infinita“.
Leggi anche:
PROCESSO TIBERIO. IL TESTE IN AULA: “I PARTECIPANTI ALLA GARA SEMBRAVANO D’ACCORDO”
“Sembra proprio non avere mai fine la vicenda dell’Hotel Grotta di Tiberio di Sperlonga. Iniziata nel lontano 2005, quando il suo proprietario Armando Cusani era sindaco di Sperlonga e presidente della provincia di Latina, è ancora oggi oggetto delle attenzioni della Magistratura. Nel corso di 15 anni si sono svolti processi, sono maturate prescrizioni, vi sono state condanne definitive, sequestri e dissequestri della struttura alberghiera, un processo penale per lottizzazione abusiva, nuovi sequestri e nuovi dissequestri. Nel frattempo il sindaco Cusani è stato arrestato con l’accusa di corruzione finalizzata ad impedire l’applicazione della condanna di abbattimento e poi è tornato serenamente a svolgere la sua funzione di sindaco in attesa che si concluda o che vada in prescrizione anche questo processo. Insomma una “Storia infinita” che da quindici anni gira intorno allo stesso personaggio – Armando Cusani – e che condiziona e ingessa la vita politica di Sperlonga, grazie anche ad una opposizione che, in questi ultimi anni, non si è mai mostrata in grado di incidere sulle gravi vicende di legalità che hanno coinvolto l’Amministrazione comunale e che, anzi, in più momenti ha scambiato lucciole per lanterne”.
L’ultimo sequestro dell’Hotel Tiberio era avvenuto ad ottobre 2019.
Leggi anche:
SPERLONGA: NUOVO SEQUESTRO PER L’HOTEL GROTTA DI TIBERIO