FONDI, PD: “CULTURA DA VALORIZZARE, SPAZIO CE N’È”

Il Partito Democratico di Fondi interviene sul tema della gestione degli spazi culturali. Il nuovo segretario del circolo dem, Andrea Rega, inserisce tra i primi punti in agenda le problematiche che associazioni e operatori culturali sono chiamati a vivere frequentemente

“Il centro storico dovrebbe rappresentare il cuore pulsante della città – afferma Rega – eppure la nostra comunità si trova nel paradosso di avere tanti beni immobili fatiscenti e abbandonati mentre le numerose associazioni sono costrette ad arrangiarsi al fine portare avanti le proprie iniziative. Non basta costruire fisicamente i luoghi e nominarli affinché essi diventino tali: bisogna riempire quegli spazi, farli vivere, ascoltare le esigenze della persone e offrire loro soluzioni”.

“Viviamo in una realtà nella quale vi è un centro multimediale che non è multimediale, un auditorium che non è un auditorium, un anfiteatro che non è un anfiteatro, una biblioteca che – tra numerosi disservizi – chiude per mancanza di personale, un teatro che attende da dodici anni di essere inaugurato». Il giovane segretario dei democratici prosegue denunciando «situazioni al limite dell’incredibile nelle quali alcune reti di operatori culturali, volontari e persone che a vario titolo si spendono per “costruire” una città più viva, si vedono negare l’utilizzo o la gestione di strutture che già esistono ma sono inutilizzate o sottoutilizzate. Altrettanto insensata è la richiesta di una quota per l’utilizzo di taluni spazi che, oltre a dover essere sanificati e puliti dalle stesse associazioni, e senza contare le spese per assicurazione e SIAE, sono privi di servizi essenziali come sedie adeguate, service, proiettore”.

“Per fare cultura non bisogna costruire edifici, ma una comunità sociale che possa riempire gli spazi già esistenti. Iniziative come il “Patto della lettura”, per quanto lodevoli, resteranno operazioni marginali rispetto alle enormi energie che altre decisioni potrebbero liberare, su tutte quella di rendere più agevole l’assegnazione e la gestione di immobili confiscati alla criminalità organizzata da destinare a finalità sociali. Sarebbe un segnale forte, valutate anche le positive ripercussioni in campo economico e di presidio sociale”.

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