La Regione Lazio prolunga la zona rossa per i tre Comuni del Lazio finora oggetto delle restrizioni: Fondi, Nerola e Contigliano
Il vice presidente della Regione Daniele Leodori e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato firmano l’ordinanza che differisce il termine del 3 aprile in cui scadevano le prime due ordinanze che avevano trasformato Fondi nella “prima Codogno” del Lazio.
Il provvedimento, quindi, dispone la zona rossa per il Comune del sud pontino, insieme agli altri due comuni – Nerola in provincia di Roma e Contigliano nel viterbese – fino al 13 aprile “restando salva ogni diversa disposizione della Direzione regionale Salute, anche relativa alla durata, volta a regolare le modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria“.
Fondi, come noto, era stata oggetto di una prima ordinanza e, successivamente, di una seconda disposizione, poiché considerata un cluster epidemiologico dalla Asl di Latina: tanti i contagiati con il primato in provincia di Latina e, purtroppo, già sei i decessi. Stesso destino per gli altri due comuni vittime di focolai ascrivibili a case di riposo e Rsa.
Dall’ordinanza firmata oggi, pare quindi che l’invito del senatore di Forza Italia Claudio Fazzone non sia stato recepito dalla Regione verso cui l’ex poliziotto si era rivolto.
Il politico di lungo corso, molto loquace nelle ultime settimane, al pari di altri colleghi del territorio, aveva chiesto che Fondi, la sua città, fosse mappata con test sierologici proprio come ha disposto per il Veneto il Governatore Luca Zaia.
Il problema è che i test sul sangue su cui molte Regioni stanno cercando di lavorare non hanno ancora una validazione scientifica certa e dovrebbero suggerire ai politici di essere prudenti nelle dichiarazioni sopratutto per non non offrire false speranze ai cittadini che, con sacrificio, stanno sopportando da settimane una quarantena dai risvolti drammatici