EMERGENZA RIFIUTI, APRILIA LIBERA: “IMPIANTI TMB/TBM NON SONO LA SOLUZIONE, REGIONE LI CHIUDA”

Emergenza rifiuti. Rida minaccia di chiudere l’impianto Tmb in assenza di discariche, Aprilia Libera: “Chiudere in breve tempo tutti gli impianti TMB/TBM”

“Riteniamo, come cittadini consapevoli, che la soluzione del problema non sia affatto un’altra discarica, nonostante un privato minacci di bloccare un servizio pubblico. Proseguire con questa strategia di disseminare rifiuti sulla superficie terrestre, continuando a promuovere il business privato dei rifiuti senza prendere provvedimenti coerenti, esporrebbe la Regione Lazio ad altre procedure di infrazione, per consumo di suolo agricolo (vincolato) al fine di sotterrare rifiuti indifferenziati o mal stabilizzati; ed esporrebbe altra popolazione ad ulteriori avvelenamenti.

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La Regione, nel piano rifiuti, per adeguarsi a ciò che chiede l’Europa ed essere in linea con le politiche ambientali sostenibili, tema quanto mai attuale, doveva già prevedere finanziamenti ai vari comuni per far costruire impianti separatori o per fare un revamping degli impianti TMB/TBM esistenti.
Gli impianti TMB/TBM non chiudono il ciclo dei rifiuti in maniera virtuosa: producono solo combustibile solido secondario (CSS) per inceneritori e cementifici e quello che non può essere bruciato, perché troppo umido o a basso potere calorifico, finisce in discarica (oltre il 60%).

Gli impianti TMB/TBM poi, come affermato dal Dott. Marco Lupo, Direttore generale di Arpa Lazio, hanno problemi di stabilizzazione del prodotto e sforano la soglia di legge delle sostanze, “odorigene e non”, emesse in atmosfera.

Come associazione chiediamo ufficialmente alla Regione di adeguarsi alle normative e di chiudere in breve tempo tutti gli impianti TMB/TBM, approntando tutte le strategie che l’Europa, il clima, gli esseri umani chiedono.
Strategie, che anche un bambino delle elementari saprebbe esporre:

  • riduzione a monte del packaging,
  • riduzione della plastica,
  • differenziata spinta e impianti di separazione in ogni Comune o mini-ATO in Comuni piccoli.
  • Per la parte organica, poi, impianti non industriali aerobici, di comunità, pubblici, come suggerito anni fa dal consigliere regionale Marco Cacciatore.
  • Trattamento in loco, quindi, senza che sostanze organiche, trasportate per centinaia di km, fermentino e affliggano intere comunità coi pestilenziali miasmi.
  • Per i fanghi dei depuratori industriali e i fanghi dei depuratori delle fogne, invece, deve prevedersi una separazione a monte delle varie sostanze chimiche: mercurio, cromo, piombo, rame, zinco, fosforo, nitrati, etc., per renderli inerti e disponibili solo per edilizia di recupero (quando possibile), ma assolutamente proibirli in agricoltura. Facendo riferimento all’audizione del Direttore Generale ARPA Lazio, dott. M. Lupo, presso la Commissione parlamentare d’inchiesta, dell’11/06/2019, si apprende in sintesi che:
    • il problema della stabilizzazione dei rifiuti è un problema che riguarda tutti i TMB/TBM del Lazio, ormai verificati e, diversamente da quanto previsto dalle linee guida ISPRA, tutti con l’indice respirometrico dinamico-potenziale superiore a 1000.
    • secondo il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta, “se un impianto è autorizzato per determinate quantità e lavora male, significa che vanno fatte delle migliorie a quell’impianto”. Chiediamo, dunque, se le migliorie evidenziate 3 anni fa dall’ARPA Lazio siano state apportate e crediamo che essere informati sia un nostro diritto. Come lo è avere libero accesso alle informazioni ambientali che riguardano la nostra salute e il nostro habitat”.

Così, in una nota, per contro del movimento Aprilia Libera, Rosalba Rizzuto.

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