RIDA CHIUDE IMPIANTO TMB, REGIONE DIFFIDA: È IL SOLITO SCONTRO TRA ENTI E PRIVATO. A SOCCOMBERE I CITTADINI

RIDA AMBIENTE
RIDA AMBIENTE

Torna il solito scontro tra Rida Ambiente, la società che gestisce il Tmb di Aprilia e accoglie i rifiuti di 54 Comuni del Lazio (33 della provincia pontina), e la Regione Lazio

Dopo quella estiva durata circa tre settimane, arriva la minaccia per l’emergenza autunnale. A farne le spese potrebbero essere i cittadini di quei 54 Comuni che conferiscono il rifiuto indifferenziato (per lo più) presso la Rida Ambiente di Via Valcamonica ad Aprilia.

La società – come spiega in una nota inviata ai Comuni interessati – ha “ormai pressoché esaurito i propri sbocchi nelle discariche che finora hanno supplito alle perduranti inadempienze della Regione Lazio”.

La chiusura preannunciata è stata fissata al 16 ottobre “per due-tre settimane”. Un copione, come accennato, già visto l’estate appena trascorsa.

Leggi anche:
RIFIUTI, LATINA TAGLIA LA SPESA A RIDA MA I CONTI NON TORNANO. SPESI OLTRE 300MILA EURO PER 25 GIORNI

Come noto, ci sono città della provincia di Latina che rischiano di dover affrontare la nuova emergenza: ad esempio, Aprilia, Latina, Sabaudia, Sezze, Pontinia, Priverno ecc.

Questa estate, la R.I.D.A. Ambiente S.r.l. informò i 54 comuni della provincia e della Città Metropolitana di Roma riguardo alla chiusura degli impianti di Via Valcamonica dal 15 luglio al 2 agosto, con un’appendice che ha voluto dire una riduzione dei flussi di rifiuti in ingresso fino al 70% dal 3 agosto al 6 agosto “per attività di manutenzione straordinaria dei nastri estrattori e dei deferrizzatori della premacinazione, nonché degli impianti di raffinazione”.

La causa, come la spiegò Rida, era ascrivibile a interventi di manutenzione straordinaria sugli impianti. Oggi, il problema è che Rida sostiene di non conoscere le discariche dove conferire gli scarti di lavorazione che avanzano dal rifiuto indifferenziato, aprendo così il non detto di un convitato di pietra, anzi di due convitati di pietra. Il primo è che né la provincia di Latina né la Città Metropolitana di Roma ha scelto una nuova discarica dove conferire così come da piano regionale e rispettivo piano provinciale. Roma, in realtà, ha sopperito riaprendo a botte di ordinanze la discarica di Albano, vincendo per ora la battaglia anche di fronte al Tribunale amministrativo interpellato dai Sindaci della zona. Il secondo è lo scontro in atto tra Paguro, la società riconducibile a Rida, e gli Enti locali più la Regione e i comitati nell’ambito della conferenza dei servizi e ancora una volta al Tar in cui si discute la sorte del progetto di bonifica e discarica che la medesima Pagura vorrebbe realizzare nell’ex cava di La Cogna.

Leggi anche:
BONIFICA/DISCARICA A LA COGNA, RICORSO PAGURO: TAR FISSA UDIENZA DI MERITOA

Ad ogni modo, ieri 12 ottobre, a stretto giro, è arrivata la nota della Regione Lazio nei confronti di Rida Ambiente srl con cui si diffida la società apriliana dall’interruzione di pubblico servizio di trattamento dei rifiuti urbani la Rida Ambiente.
La nota, firmata dal Direttore regionale del ciclo dei rifiuti Wanda D’Ercole, spiega che “si ribadisce quanto già espresso reiteratamente nelle precedenti note e nell’ultima missiva, circa la non sussistenza dei presupposti per procedere all’interruzione del pubblico servizio di trattamento dei rifiuti urbani. Pertanto si diffida codesto gestore dal sospendere, a far data da sabato 16/10/2021 compreso, come illegittimamente minacciato nella corrispondenza, il servizio di trattamento dei rifiuti urbani nei 54 Comuni oggi serviti, al fine di scongiurare l’interruzione della raccolta dei rifiuti urbani indifferenziati ed il conseguente danno per la salute collettiva e l’igiene pubblica”. “Ci si riserva di adottare – chiosa la dirigente regionale – tutte le opportune iniziative a tutela della salute collettiva e dell’igiene pubblica”.

La missiva della Regione è stata inoltrata alle Procure di Roma e Velletri, alle Prefettura di Roma e Latina, al Ministro della Transizione ecologica e ai Sindaci interessati oltre che al ovviamente al Presidente della Rida Fabio Altissimi.

E in una storia di rimpalli e contro-rimpalli, pare che il metodo Rida sia poco opponibile da parte di Enti e politica votati all’immobilismo delle decisioni. La contraddizione di mettere tutto nelle mani dei privati che legittimamente perseguono i loro interessi viene ancora una volta fuori come una la doccia gelata di un primo autunno caldissimo.

Articolo precedente

CISTERNA: LA STORIA D’ITALIA CON LA LENTE DEL CALCIO

Articolo successivo

EMERGENZA RIFIUTI, APRILIA LIBERA: “IMPIANTI TMB/TBM NON SONO LA SOLUZIONE, REGIONE LI CHIUDA”

Ultime da Attualità