ELEZIONI, IL PD DI LATINA TRA PSICODRAMMA E ACCUSE: DE AMICIS RICICCIA

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Daniele Fiore e Enzo De Amicis
Daniela Fiore e Enzo De Amicis

Elezioni Latina, il Partito Democratico rischia di perdere completamente la faccia: Enzo De Amicis a un passo dall’essere riammesso in lista

In realtà, non si tratta di una riammissione di Enzo De Amicis, l’esponente del PD, nonché acchiappa voti (più di mille) nelle fila del PD alle scorse comunali, che da un lato accusava l’attuale segretario Leonardo Majocchi di essere il responsabile della sconfitta di Daniela Fiore, e dall’altro inviava messaggi riservati per far votare il competitor Damiano Coletta. Si tratta, invero, di una difficoltà a rifiutare mille voti, sebbene questi provengano da chi ha evidentemente fatto il doppio gioco, accollando la colpa ad altri per la sconfitta di un proprio collega di partito.

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Ora, però, pare che tutti siano tornati a più miti consigli. Sia il segretario provinciale, Omar Sarubbo, che aveva confermato la fiducia al segretario Majocchi, sia quest’ultimo, di cui i nove frondisti, capitanati da Enzo De Amicis, chiedevano la testa, si trovano nella difficoltà di comporre una lista dopo che il Presidente del Pd Lazio, Augusto Gregori, li ha invitati all’unità.

Unità che si traduce in “tutti dentro”, compreso Enzo De Amicis, il grande accusato verso cui la maggior parte, nel partito, lanciava strali fino a Pasqua, con tanto di chat infuocate, e che, adesso, sembra di nuovo irrinunciabile.

In atto un timido tentativo di farlo candidare in una lista collegata a Damiano Coletta, la realtà è che il Partito Democratico, che ha come unico obiettivo di essere il primo tra i perdenti, non ha più voglia di mettere da parte l’acchiappa voti alle scorse amministrative. Oltre 1000 voti di De Amicis, insomma, fanno comodo nel derby di centrosinistra tra Latina Bene Comune e Partito Democratico, che peraltro ha già assorbito tre esponenti ellebiccini come Valeria Campagna, Gianmarco Proietti e Emilio Ranieri. Che poi questi ultimi possano portare così tanti voti, lo si vedrà il 16 maggio a elezione terminata e perduta con un centrodestra che sembra ad oggi non solo vittorioso (questo lo sanno tutti), ma anche preoccupato di non avere rivali.

L’unica incognita a questo quadretto non di certo edificante – un esponente politico, De Amicis, che firma un documento talmente ipocrita che non lo si vedeva dai tempi del Tartuffe di Molière – rimane Daniela Fiore, l’esponente dei Dem, che ha subito la sconfitta dovendosi sorbire almeno un esponente accertato che le brigava contro.

L’ex consigliera comunale, così come il segretario comunale Majocchi, è stata netta la scorsa settimana: se candidate De Amicis, io non sono parte della lista. Ma se il giovane segretario pare, dopo il richiamo da Roma, più propenso ad accettare una candidatura, nonostante la presenza di De Amicis, Fiore andrebbe invece dritta per la sua strada, rifiutando di essere in lista se dovesse esserci anche chi l’ha tradita politicamente.

Peraltro, da giorni, su De Amicis, circolano anche voci rispetto alla candidatura alle primarie del centrosinistra (c’è chi giura di avere prove di firmatari in realtà mai interpellati), poi ritirata: dubbi di autenticità sulle firme raccolte e poi non più presentate. Una questione che si mescolerebbe ancora di più al fango velenoso già cospicuo di questi giorni, se non fosse che, ritirata la candidatura alle primarie da parte di De Amicis, non avrebbe più senso rimestare. Eppure, qualcuno, in queste ore, ha ventilato anche carte bollate, ossia denunce alla Procura della Repubblica. Un aspetto secondario, al momento, che difficilmente avrà uno sviluppo giudiziario.

Di certo, c’è che Fiore ha ribadito, con tanto di lettera ai segretari Majocchi e Sarubbo, che se c’è De Amicis, lei è fuori dai giochi. Adesso, il PD, come gli altri partiti, sta chiudendo la lista da presentare alle elezioni del 13 e 14 maggio. In serata si saprà se De Amicis sarà della partita con la lista dei Dem, se sarà invece in una lista collegata a Coletta (difficile che il due volte sindaco di Latina lo accolga), o se virerà clamorosamente in una lista di centrodestra (tipo UDC).

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