ECONOMIA, ADINOLFI (LEGA): “SUBITO UNA ZES UNICA PER IL SUD E LE ZONE CUSCINETTO”

Adinolfi (Lega): “Zes Unica per il Sud e Zone cuscinetto, i ritardi non aiutano le aziende italiane. Si tutelino le zone cuscinetto e si proceda spediti con l’istituzione di Roma Capitale”

L’eurodeputato della Lega Matteo Adinolfi torna sulla questione Zes lamentando ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi e la possibile insufficienza delle risorse a disposizione per il credito d’imposta.

“È notizia dei giorni scorsi lo sblocco, per le regioni del sud Italia, del credito d’imposta per le imprese che investono nella ZES. Il ministro dell’economia Giorgetti ha firmato il decreto attuativo, già adottato dal ministero del Sud, ed ora finalmente le imprese interessate potranno inviare la loro domanda (dal 12 giugno al 12 luglio) comunicando all’agenzia delle Entrate l’ammontare delle spese ammissibili sostenute dal primo gennaio 2024 e quelle che intendono effettuare fino al prossimo 15 novembre, data ultima per accedere all’incentivo.

Il mancato decreto attuativo, però, ha generato per mesi una situazione di stallo che ha portato alcune aziende a sospendere o a rinunciare agli investimenti per timore di non poter accedere agli sgravi fiscali. Un’importante incognita, infatti, è rappresentata dal valore del credito d’imposta: la misura, che vale 1,8 miliardi di euro, potrebbe non essere sufficiente a coprire la mole di richieste previste o comunque non adeguata a garantire gli sgravi nella misura utile ad assicurare alle aziende quella stabilità economica che è l’obiettivo che sta alla base del provvedimento. Sarà infatti l’Agenzia delle Entrate a determinare l’ammontare del credito, rapportando il limite complessivo di spesa alla somma totale dei crediti d’imposta richiesti. In pratica, se le domande supereranno il limite di 1,8 miliardi, il credito d’imposta sarà proporzionalmente ridotto tra gli aventi diritto. Credito che è, tra le altre cose, già differenziato per Regioni, dimensioni di impresa ed entità dell’investimento, con un massimo di 100milioni di euro per gli investimenti relativi all’acquisto di nuovi macchinari, di impianti e attrezzature varie, all’acquisto di terreni e all’acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili.
Da non dimenticare, infine, che ad oggi manca ancora il piano strategico triennale previsto dalla riforma che ha istituito la Zona Economica Speciale per il Sud”.

L’eurodeputato rilancia anche la necessità di misure compensative per tutte le zone cosiddette cuscinetto, ovvero quelle province al confine o immediatamente attigue a quelle rientranti nella Zes, come Latina e Frosinone.

“L’attivazione della ZES Unica per il Sud sta creando nuove condizioni di competizione con i territori confinanti. Questi ultimi meritano la piena tutela e una serie di misure compensative che possano scongiurare il fenomeno della delocalizzazione aziendale – rischio assolutamente elevato in quanto molte realtà potrebbero decidere di spostare di qualche chilometro la loro residenza solo per accedere ai benefici della ZES, indebolendo ulteriormente un tessuto economico già in difficoltà – ma anche depressione economica, disaggregazione sociale e spopolamento dei territori. Tutti esiti potenzialmente attendibili, considerato che difficilmente le realtà imprenditoriali e industriali che insistono nelle zone cuscinetto potranno competere con le imprese ricadenti nella Zes unica per il Sud, destinatarie dei diversi provvedimenti: tra questi l’accesso a un’autorizzazione unica per avviare l’attività produttiva, al posto delle oltre trenta di solito necessarie, grazie allo Sportello Unico Digitale Zes (S.U.D. ZES).
Sulla Zona Economica Speciale Unica per il Sud e le relative Zone cuscinetto occorre aprire un dibattito serio e mirato al quale far seguire interventi altrettanto puntuali a sostegno delle aziende. Ed è necessario stanziare soldi per le misure compensative. Diversamente torno a rilanciare l’idea dell’istituzione della Regione delle Province, staccando da Roma i territori di Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo, che vorrei ricordare sono rimasti esclusi dalla Zes solo perché si prendono in considerazione i valori economici relativi all’intera regione e non ai singoli territori. Da qui dovremmo ripartire accelerando sulle proposte di legge costituzionali che riguardano Roma Capitale, che al pari di quasi tutte le capitali europee dovrebbe godere di autonomie e poteri specifici.
Le soluzioni ci sono, occorrono solamente politici e funzionari sensibili e competenti che sappiano far loro queste opportunità di sviluppo generalizzato e trasformarle in realtà. Ragion per cui alle prossime europee di giugno abbiamo una responsabilità importante: scegliere persone preparate, pronte a scendere in campo e a lottare in Europa in difesa della sovranità nazionale e soprattutto delle nostre aziende”.

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