“DIRTY GLASS”: IL PROCESSO CHE NON ENTRA NEL VIVO

Luciano Iannotta
Luciano Iannotta: imprenditore di Sonnino, ex Presidente di Confartigianato e del Terracina Calcio

Processo Dirty Glass: a distanza di mesi, non entra ancora nel vivo il procedimento che vede sul banco degli imputati l’imprenditore di Sonnino Luciano Iannotta

Oggi, all’ennesima udienza interlocutoria, il Collegio del Tribunale di Latina, deputato a giudicare gli imputati, era composto dai Giudici Morselli (Presidente), Coculo e Sergio. Un nuovo cambio di presidenza dal momento che fino alla scorsa udienza il collegio era presieduto dal Giudice Aldo Morgigni il quale, a sua volta, aveva sostituto il Giudice Gian Luca Soana.

Questo è solo uno dei tanti passaggi formali che stanno caratterizzando uno dei processi più attesi. Passaggi formali, quelli appena descritti, che non hanno allungato i tempi diversamente dal primo incardinarsi del processo a Roma, successivamente spostato a Piazza Buozzi, e i vari legittimi impedimenti di alcuni degli avvocati del collegio difensivo che si sono susseguiti nel tempo.

Come noto, sul banco degli imputati siedono, oltreché a Luciano Iannotta (presente in Aula), il suo fedelissimo Luigi De Gregoris, l’uomo al centro di vicende di camorra e servizi segreti Pasquale Pirolo, il Colonnello dei Carabinieri Alessandro Sessa, il Carabiniere Michele Carfora Lettieri (già nelle Stazioni Sezze e Terracina), l’imprenditore latinense Franco Cifra, i due fratelli napoletani Antonio Gennaro Festa, il figlio dell’ex presidente di Confartigianato Thomas Iannotta e un altro sodale dell’imprenditore sonninese, il beneventano Pio Taiani. Ridimensionate le accuse sul faccendiere corese Nathan Altomare che ha collaborato con l’autorità giudiziaria e che verrà processato a parte.

I reati contestati a vario titolo sono molteplici: in materia fiscale e tributaria, violazioni della legge fallimentare, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, falso, corruzione, riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico, rivelazioni di segreto d’ufficio, favoreggiamento reale,  turbativa d’asta, sequestro di persona e detenzione e porto d’armi da fuoco. 

Una molteplicità di episodi e ipotesi criminali – riscontrate dalle investigazioni iniziate nel 2018, anche con il supporto delle dichiarazioni dei due collaboratori di giustizia ex affiliati ai Clan Travali e Di Silvio, Renato Pugliese e Agostino Riccardo – tanto è che oltre a questo processo, c’è un secondo filone che, a fine gennaio 2021, ha visto recapitare agli stessi indagati ed altri l’avviso di conclusione delle indagini.

Il processo “Dirty Glass” è senza dubbio il più importante che ad oggi si tiene nella provincia di Latina. L’inchiesta dell’Antimafia e della Mobile di Latina ha scoperchiato un mondo in cui a ruotare attorno a Iannotta erano uomini vicino alla camorra, alla ‘ndrangheta e ai clan rom di Latina. Non mancano, peraltro, interlocuzioni e protezioni da parte dei servizi segreti, oltreché a una serie di episodi inquietanti che hanno visto l’imprenditore di Sonnino vicino a uomini della politica, in particolare della Lega, o a prestanome di persone legate alla malavita.

Tuttavia, anche quest’oggi, nuove questioni preliminari avanzate dagli avvocati dei fratelli Festa, in particolare sulla presunta nullità del giudizio immediato sollevata dai legali alla quale si è opposto il Pubblico Ministero Claudio De Lazzaro. Il Collegio del Tribunale scioglierà le riserve il prossimo 30 giugno, dopodiché, a meno di altri avvenimenti di forma, si aprirà finalmente il dibattito. Basti pensare che l’ordinanza cautelare a carico degli imputati odierni è stata eseguita a settembre 2020. A distanza di quasi due anni, non si è entrati ancora nel merito delle accuse formulate dalla DDA. Nel frattempo, nei confronti di Iannotta sono stati sequestrati beni per oltre 50 milioni di euro: un’azione messa in piedi proprio in ragione dell’indagine “Dirty Glass” da cui scaturisce il processo.

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