DIRTY GLASS: IL PROCCESSO A IANNOTTA&CO SI CELEBRERÀ A LATINA

Luciano Iannotta
Luciano Iannotta

Dirty Glass: si è tenuto oggi davanti al Collegio della I Sezione Penale del Tribunale di Roma l’udienza che doveva decidere dove celebrare il processo che vede alla sbarra l’imprenditore di Sonnino Luciano Iannotta e i suoi sodali

Considerati la molteplicità degli episodi e dei contesti in cui si sarebbero consumati i reati contestati dalla magistratura a Iannotta e al suo sistema di uomini, società e rapporti indicibili, nella scorsa udienza gli avvocati del collegio difensivo degli imputati hanno sollevato l’eccezione dell’incompetenza del territorio del Tribunale di Roma dove tuttora si celebrava il processo scaturito dall’operazione della DDA di Roma – pm Barbara Zuin, Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro – e della Squadra Mobile di Latina. Un’eccezione lungamente discussa tanto è che il Tribunale si è ritirato per esaminare tutta una serie di questioni così da essere sicuro di sciogliere la riserva oggi 9 aprile

Ciascun difensore di parte ha individuato, nell’udienza scorsa, la sede di competenza tra Latina, Benevento, Civitavecchia, Roma perché tante sono le ipotesi di reato contestate e alcune di esse sono avvenute in luoghi diversi: nella Capitale, a Latina e provincia, e nella provincia romana. I pm dell’Antimafia, invece, hanno chiesto che il processo si celebrasse presso il Tribunale di Latina. E, alla fine, hanno avuto ragione loro.

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Oggi, infatti, nell’udienza, il verdetto dei giudici romani Giuseppe Mezzofiore, Marina Sarchiola e Paolo Emilio De Simone che hanno deciso proprio per Latina e il Tribunale di Piazza Buozzi.

La motivazione è presto detto: l’episodio più grave sollevato delle investigazioni e dagli inquirenti ha a che vedere con un’estorsione mafiosa. Si tratta di una vicenda (vedi link di approfondimento di seguito) ai danni dell’allora manager della Ferrocem Prefabbricati, vale a dire nei confronti di Vincenzo Cosentino (non indagato) originario della provincia di Catania, che secondo Iannotta era debitore con lui di 80.000 euro.

Per recuperare quel credito, secondo gli inquirenti, Iannotta si rivolse nel 2016 ai due ex affiliati del Clan Di Silvio, ora collaboratori di giustizia, Renato Pugliese e Agostino Riccardo.

L’estorsione si consumò ed è stata descritta nei minimi dettagli da Riccardo e Pugliese, con le ripetute visite dei due nella casa di Cosentino in zona Cucchiarelli a Latina, i quali fanno “valere la loro appartenenza al clan Di Silvio ed il rapporto di parentela di Pugliese con Costantino Di Silvio detto Cha Cha”, così da costringere la vittima “a consegnare in una prima occasione la somma di 2.000 euro e poi somme variabili oscillanti tra i 200 e i 150 euro”.

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Una decisione che ha convinto quasi tutti. Quando ci sono criteri di connessione come nel caso di specie, con giudici astrattamente diversi per ciascun reato, il giudice naturale competente si individua con il parametro, stabilito dal codice, del reato più grave (per l’appunto l’estorsione compiuta con affiliati al Clan Di Silvio).

Lunedì prossimo il procedimento verrà trasmesso da Roma e sarà incardinato a Latina. I tempi, per la prima udienza pontina, sono plausibili prima della pausa estiva.

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