DA VIA MONTI A VIA OSLAVIA: LATINA È UFFICIALMENTE LA CITTÀ DELLE BUCHE. IN ATTESA CHE RIAPRA LA PONTINA

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Voragine a Via Monti, Latina
La voragine che si aprì a Via Monti a Latina, sempre per lo stesso problema che ha causato, ieri, il cedimento in Via Oslavia

Ormai quello delle buche è diventato una nenia cantilenante per la città di Latina. Chiunque venga da fuori o sia residente a Latina da pochi anni sa che il disastro del manto stradale è, purtroppo, diventato quasi un marchio di fabbrica del capoluogo di provincia.

Solo pochi mesi fa, dopo la voragine di Via Oslavia di ieri, si aprì un buco stratosferico in centro, a Via Monti (vedi immagine di copertina), vicino al Tribunale di Latina. Una zona ad alta densità di auto e sopratutto molto abitata. Le cause, come via per Oslavia, erano le stesse: il cedimento di una conduttura idrica.

Comune di LatinaCosì, come ieri, il Comune di Latina spiega l’accaduto: “Il cedimento in Via Oslavia causato dalla rottura di un collettore fognario. Ieri alle 16 l’intervento dei tecnici di Acqualatina che hanno concluso la riparazione intorno alle 23 Il cedimento stradale che si è verificato nel pomeriggio di lunedì in Via Oslavia è stato causato da un improvviso guasto all’impianto fognario. In particolare l’asfalto ha ceduto per la rottura di un tratto del collettore fognario, provocando una sorta di voragine. Sul posto sono prontamente intervenuti gli agenti della Polizia Locale insieme ai tecnici di Acqualatina che hanno effettuato un sopralluogo poco dopo le 16. Constatato il danno, il personale del servizio idrico ha ritenuto di dovere intervenire immediatamente lavorando a circa 2,5 metri di profondità. I lavori di riparazione si sono conclusi intorno alle 23 di ieri. Per consentire l’intervento, la Polizia Locale ha transennato una parte della strada. Una volta terminato l’intervento la situazione è tornata alla normalità, anche dal punto di vista della circolazione“.

È lodevole che i tecnici siano intervenuti subito, ma di questo passo ogni sito o giornale sarà costretto ad aprire una triste rubrica per catalogare le voragini che si apriranno da qui sino a chissà quale data. Gli investimenti promessi, i soldi stanziati dal Comune, come dichiarato più volte dall’assessore ai lavori pubblici Emilio Ranieri, sono da apprezzare ma è evidente che viviamo un’emergenza e non si può più derubricare un disastro che rischia di trasformare Latina nella Città delle Buche e non in quella dei Diritti come campeggia sui cartelli di benvenuto. Sempre che non si voglia mutarla nella Città del Diritto alle Buche. Sarà ovvio ma trovare una città così sarebbe impensabile non nella ricca e ordinata Danimarca, ma persino nella povera e acciaccata Andalusia nel sud della Spagna. Con buona pace dei gommisti che, a dir la verità, dopo un primo eccitamento dovuto al fatto che i fatturati sono sicuramente lievitati nell’ultimo anno e mezzo, ormai guardano il cittadino con la faccia di quelli che vorrebbero quasi discolparsi.

Un po’ di ironia non guasta anche per superare un incidente verificatosi nel novembre scorso quando una voragine, quella sì mortale, fece piombare la provincia di Latina in un vero e proprio dramma collettivo. E siamo ancora in attesa che la Pontina al km 97,7 venga ripristinata dopo che, in un primo momento, l’Anas, nella persona del responsabile per il Lazio l’ingegner Nibbi, aveva dato per scontato il fine lavori dopo Pasqua, adesso una flebile speranza che si ridia vita a quel punto maledetto in prossimità della località La Nespola (tra San Felice Circeo e Terracina) è accesa. Staremo a vedere. In memoria del povero Valter Donà venuto a mancare il 25 novembre quando la strada tracollò e sparì per sempre.

 

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