CORI, OMICIDIO NEL MANEGGIO: CONDANNA DEFINITIVA A 14 ANNI

Armando Martufi (foto da Facebook)
Armando Martufi (foto da Facebook)

Omicidio nel maneggio a Cori: condanna confermata e pena definitiva per l’uomo che uccise il datore di lavoro Armando Martufi

La Corte di Cassazione, rigettandone il ricorso, ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Roma che ha condannato a 14 anni di reclusione Gabbar Singh, l’immigrato di origine indiana che, il 31 dicembre 2017, colpì con un forcone il suo datore di lavoro, Armando Martufi proprietario di un maneggio a Cori, riducendolo in coma. Una condizione che poco meno di un paio di mesi dopo portò alla morte di Martufi.

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Singh fu accusato di omicidio volontario e rapina aggravata (sottrasse anche una catenina a Martufi dopo averlo colpito). Un reato, quello dell’omicidio, che fu ridimensionato – fu dimostrato che non aveva intenzione di uccidere. Il Pm di Latina Giuseppe Bontempo, in primo grado, aveva chiesto 18 anni per l’imputato che si vide comminare una pena, col rito abbreviato, a 16 anni dal giudice di Latina Giorgia Castriota.

La lite che portò al tragico evento della morte di Martufi scoppiò all’interno del centro ippico di Cori poiché Singh, che lavorava da operaio nel maneggio, chiedeva il riconoscimento di parte dello stipendio che la vittima gli doveva.

Il diverbio degenerò in una vera e propria rissa tra i due, fino a che Singh non prese il forcone sferrando almeno un colpo alla testa di Armando Martufi (all’epoca 56enne) che risultò in seguito fatale.

Dopo un tentativo di fuga, Gabbar Singh fu arrestato dai Carabinieri di Aprilia la mattina seguente

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