COMUNALI LATINA: D’AMATO A SOSTEGNO DI COLETTA E LBC

L’assessore D’Amato a Latina per Damiano Coletta sindaco: “Serve continuità, un valore aggiunto per il territorio”

All’incontro pubblico al circolo cittadino con il sindaco e candidato Damiano Coletta, con l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, hanno partecipato attivamente i candidati delle quattro liste, dove la rappresentanza del settore sanitario è ampia e forte con medici, infermieri e altre figure legate al mondo sanitario e al terzo settore.

“La presenza dell’assessore D’Amato mi onora e ci onora – ha detto il sindaco – per il rapporto di reciproca stima che si è costruita nel tempo. Soprattutto nella prima ondata pandemia, che ognuno ha vissuto nel suo ambito, c’è stato modo di collaborare in piena sinergia. Come sindaco ho sentito tutta la responsabilità per la città; aver avuto come interlocutore un assessore competente e con un metodo rigoroso, capace di esprimere sempre una visione, è stato importante: i dati lo dimostrano e dobbiamo esserne orgogliosi. Come amministratori abbiamo pensato al bene della città, salvando il progetto dell’Alta diagnostica, portandolo al Goretti a disposizione di tutta la comunità e dando all’ospedale una sala ibrida che si è rivelata fondamentale anche durante la stessa pandemia. E pensiamo al futuro della città, alle sue prospettive di sviluppo e di crescita: Latina ha ottime potenzialità perché è un importante polo chimico-farmaceutico, qui dobbiamo formare figure professionali anche per la ricerca. In questo senso dobbiamo spingere le linee guida del nostro indirizzo politico: valorizzare il polo chimico-farmaceutico, potenziare l’offerta formativa e universitaria con la creazione di facoltà collegate a questo settore, potenziare la telemedicina e l’assistenza domiciliare con la tecnologia digitale in collaborazione con la Asl, oltre alla realizzazione del nuovo ospedale. Abbiamo presentato un progetto per il PNRR e siamo stati uno dei pochi comuni del centro-sud ad averlo fatto”.

“Nei territori servono persone preparate: il sindaco Coletta – ha detto l’assessore D’Amato nel suo intervento – ha dimostrato di esserlo. Attenzione, qui a Latina si gioca partita molto seria, perché siamo primi per vaccinazioni e gestione del covid ed abbiamo l’ambizione di essere primi anche nell’epoca post covid. Questo voto a Latina quindi vale doppio, perché il discorso è anche nei progetti che stiamo mettendo in piedi con l’amministrazione  comunale: che significa mettere a terra velocemente i progetti del Pnrr, con il nuovo ospedale e le centrali operative dell’assistenza domiciliare, veri e propri elementi strategici e concreti nella programmazione regionale. Servono amministratori che abbiano orecchio per ascoltare e testa per ragionare e serve anche continuità: questo è un punto fondamentale, perché se ogni volta gli interlocutori sono diversi, ogni volta si ricomincia da capo. Rivolgo quindi un appello agli elettori: abbiamo un’occasione unica, dare ancora continuità al nostro territorio dopo averla data a livello regionale, anche comunale; mentre gli interlocutori precedenti sono gli stessi che avevano creato il buco milionario in bilancio che abbiamo trovato e i Livelli essenziali di assistenza erano a dir poco insufficienti”.

“È stato un incontro denso di contenuti e importante per il territorio di Latina – spiega in una nota Latina Bene Comune – perché è stato possibile approfondire quanto è stato fatto nei cinque anni di amministrazione LBC con Coletta sindaco e di quelli che sono gli obiettivi futuri. E sono obiettivi ambiziosi, perché si tratta di realizzare una sanità di prossimità, in cui le prestazioni sanitarie si integrino con gli interventi di carattere sociale, realizzando quindi un modello assistenziale tagliato sui bisogni espressi dal cittadino, in particolare garantendo le donne e le persone fragili (anziani, bambini, famiglie in difficoltà). 

L’amministrazione Coletta ha già lavorato in questo senso nei cinque anni passati: in collaborazione con i servizi della ASL, ha messo in opera politiche di welfare che puntano proprio a realizzare un modello di presa in carico globale della persona: non semplice assistenzialismo dunque, ma interventi che – partendo dall’analisi dei bisogni espressi – mirano alla inclusione del cittadino attraverso percorsi individuali di valorizzazione.

La necessità di potenziare la sanità territoriale è emersa in tutta la sua drammaticità durante la pandemia da COVID 19. I maggiori ospedali, infatti, compreso il Santa Maria Goretti, sono stati riconvertiti a ospedali COVID. La riconversione ha riguardato i reparti, i servizi ospedalieri e il personale medico e infermieristico, causando una estrema difficoltà nel garantire le cure ai pazienti colpiti da altre patologie. Ritardi nella diagnosi e nella prestazione delle cure hanno interessato sia i pazienti affetti da patologie croniche (diabete mellito, BPCO, scompenso cardiaco…) sia i pazienti colpiti da patologie a rischio di vita, come le patologie onco-ematologiche e le patologie cardio e cerebrovascolari afferenti alle reti tempo-dipendenti (infarto acuto del miocardio e ictus). Le strutture sanitarie territoriali si sono trovate in difficoltà nel gestire le patologie croniche senza il supporto ospedaliero e si sono rivelate inadeguate a prendere in carico rapidamente i pazienti dopo la gestione ospedaliera della fase acuta. Questi aspetti emersi durante la pandemia sono stati recepiti nel PNRR, che dedica finanziamenti rilevanti al potenziamento dell’assistenza territoriale attraverso la creazione di strutture e presidi territoriali come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità, rafforzando l’assistenza domiciliare e garantendo una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari. Regione Lazio, ASL di Latina, Comune di Latina, lavorano alla definizione di un nuovo modello di erogazione delle cure, volto alla realizzazione di una rete ospedale-territorio efficace, che pone al centro i bisogni della Persona. 

La rete con i suoi snodi (ospedale-casa della comunità-ospedale di comunità-assistenza domiciliare) si avvale di un modello multidisciplinare in cui l’integrazione tra le figure professionali garantisce la precoce presa in carico dei pazienti e una migliore appropriatezza delle cure, limitando gli accessi ospedalieri alla sola fase acuta. La telemedicina, già utilizzata per la rete dell’infarto e durante la pandemia, se potenziata può essere uno strumento fondamentale di gestione integrata”.

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