Concessione Rio Martino, l’affidamento da parte del Comune di Latina a uno studio legale romano per un’attività di consulenza continua a far discutere: il Commissario dell’Ordine degli Avvocati Giacomo Mignano scrive al sindaco Damiano Coletta. Gli avvocati pontini vogliono la revoca o l’annullamento dell’atto
Tanto per cominciare, scrive Mignano, in seguito alla scelta del Comune di Latina di affidare allo studio legale Brugnoletti & Associati di Roma un incarico in qualità di attività di supporto al Rup, tre avvocati – Chiara De Simone, Toni De Simone e Giuseppe Gallinaro -, inseriti nella rosa predisposta dall’Ordine per comporre la Commissione che individua il nuovo Dirigente dell’Avvocatura comunale, hanno declinato la nomina.
A far ribollire gli animi degli avvocati pontini è la determina con cui il Comune di Latina, tramite una determinazione del Servizio Ambiente, ha affidato allo studio legale Brugnoletti & Associati di Roma una consulenza per capire se sia possibile concedere al Consorzio Nautico Borgo Grappa la gestione della sponda latinense di Rio Martino e studiare l’eventualità di contenziosi futuri.
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Secondo Mignano e l’Ordine che rappresenta, il Comune avrebbe dovuto scegliere un professionista locale per dirimere l’annosa vicenda della concessione del Porto di Rio Martino; vieppiù per il Commissario Mignano, appena prorogato per 150 giorni dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la determinazione firmata dal Dirigente del servizio Ambiente del Comune di Latina, Giuseppe Bondì, “presenta evidenti profili di illegittimità in quanto adottata in palese violazione dei principi di concorrenzialità e di trasparenza“.
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L’atto del Dirigente Bondì non terrebbe conto della linea guida numero 12 dell’Anac inerente alla costituzione di un elenco di professionisti da cui ricavare il più meritevole. Al contrario, il Comune non ha pubblicato alcun avviso, senza tenere conto dell’articolo 4 del Codice dei contratti pubblici, che avrebbe permesso di sollecitare “manifestazioni di interesse” da parte dei professionisti.
Un affidamento che per l’Ordine degli avvocati di Latina diventa “opaco e violativo” anche perché “è necessario che la consulenza sia prestata in presenza di obiettivi riscontri che facciano presumere che si giunga ad un contenzioso“, oppure che il Comune abbia ricevuto un atto di diffida o messa in mora.
Nel caso in particolare, si è in presenza, a detta dei legali pontini, solo di un invito da parte dell’avvocato del Consorzio Nautico di Borgo Grappa a voler attivare il procedimento amministrativo (ndr: anche se è bene ricordare che l’avvocato, a marzo e maggio passati, aveva inviato due distinte diffide ricordate nella determinazione del Dirigente Bondì).
Ma ciò su cui puntano i togati del Foro di Latina è che la determina dell’Ente di Piazza del Popolo non sia stata firmata per evitare contenziosi ma per fornire assistenza in ragione di un futuribile project financing che dia in gestione la sponda della foce di Rio Martino lato Latina.
L’affidamento della consulenza – secondo una sentenza della Corte dei Conti del Lazio – può avvenire solo se rispondente alla finalità dell’ente, o se non esiste una figura professionale idonea e altre caratteristiche quali l’indicazione specifica dell’incarico, la temporaneità, l’eccezionalità e la proporzione del compenso dell’incaricato. Ecco – secondo l’Ordine – il Comune non ha attuato una doverosa ricognizione al suo interno di una figura professionale idonea: “È impensabile che l’Amministrazione – scrivono – dotata di Servizio Gare e Avvocatura non abbia nei propri ruoli una simile figura“.
Dubbi, inoltre, sulla proporzionalità tra compenso corrisposto (oltre 43mila euro) e conseguente utilità per l’ente.
Pertanto, il Commissario Straordinario conclude, rivolgendosi a Coletta, di far fede al cosiddetto “Patto per Latina” che l’Amministrazione ha contratto con le professioni del territorio “in questo difficilissimo momento per le stesse, perché Caro Sindaco, senza scomodare Ulpiano, si ricorda che Pacta sunt servanda“.