Concorsopoli all’Asl di Latina: nuova udienza del processo che vede tra gli imputati l’ex senatore del Partito Democratico Claudio Moscardelli. Ascoltato come testimone l’Assessore alla Sanità di Regione Lazio Alessio D’Amato
Slittata l’udienza di una settimana fa, oggi, 14 aprile, presso il Tribunale di Latina, davanti al Collegio presieduto dal Giudice Aldo Morgigni, è stato ascoltato il testimone “eccellente” Alessio D’Amato, attuale, e all’epoca dei fatti contestati ai tre imputati, Assessore alla Sanità della Giunta Zingaretti in Regione Lazio.
Come noto, a febbraio scorso, il processo era entrato nel vivo quando furono ascoltati diversi testimoni tra cui l’attuale Direttore Generale dell’Asl Silvia Cavalli e l’ex Dg Giorgio Casati.
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Le indagini sono state portate avanti dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza di Latina. Due indagini separate, poi unite in un unico procedimento, che hanno messo sotto la lente altrettanti concorsi: quello da 23 posti come collaboratore amministrativo professionale cat. D indetto in forma aggregata tra Asl di Roma 3, Asl Latina (ente capofila), Asl Viterbo e Asl Frosinone e quello da 70 posti di assistente amministrativo-categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina (ente capofila), Viterbo e Roma 3.
In particolare, all’ex senatore dei Dem Moscardelli, nonché ex membro della Commissione parlamentare Antimafia, vengono contestate le ingerenze per far sì che due candidati al concorso da 23 posti – l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Minturno Giuseppe Tomao e il figlio dell’attuale Presidente del Consiglio Comunale di Gaeta (Pina Rosato), Matteo Di Domenico – fossero agevolati nel superamento delle prove d’esame, con tanto di domande concordate con uno degli altri tre imputati: Claudio Rainone all’epoca Presidente della Commissione d’esame ed ex Direttore amministrativo facente funzione dell’Asl di Latina (oltreché a direttore Uoc Reclutamento, funzione da cui il manager della sanità è stato sospeso).
Rainone e il funzionario dell’Asl Mario Graziano Esposito devono rispondere di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio. Moscardelli, invece, è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.
Insieme a D’Amato, oggi era prevista l’escussione di un altro testimone: un ex sistemista della Fata, l’azienda che, in subappalto alla Next4Market, si occupò di redigere le 370 domande dei concorsi incriminati. Il testimone, un tecnico che non lavora più alla Fata, è apparso un pesce fuor d’acqua tra tanti non ricordo e una posizione che non ha aggiunto molto al dibattimento in corso. Sia l’avvocato di parte civile che rappresenta l’Asl di Frosinone, sia l’avvocato Luca Giudetti che difende uno dei tre imputati, Esposito, direttamente interessato all’iter e all’espletamento dei due concorsi, hanno obiettato al testimone di aver dichiarato cose diverse rispetto a quando fu ascoltato dagli organi inquirenti.
Tuttavia, la testimonianza più attesa era quella di D’Amato, interrogato prima dal Pubblico Ministero Valerio De Luca, che ha condotto le indagini, poi contro-esaminato dall’avvocato Renato Archidiacono che assiste il principale imputato, Claudio Moscardelli, e dall’avvocato Leone Zeppieri, che assiste Claudio Rainone.
D’Amato, che ha ricordato di essere Assessore alla Sanità da poco più di 2 anni, ha dichiarato, imbeccato dalle domande del Pm De Luca, di aver saputo dei concorsi oggetto del processo odierno – e finiti all’attenzione degli organi di informazione sin da gennaio 2021 – dalla stampa e dai comunicati che si sono susseguiti nei mesi fino a quando, a fine maggio 2021, non vi furono i primi due arresti di Rainone ed Esposito.
Fu quando emersero i primi rumors sui concorsi che Regione chiese all’Asl di fare approfondimenti, finalizzati alla possibile revoca e sospensione – circostanza che poi si verificò con i provvedimenti dell’attuale Direttore Generale dell’Asl Silvia Cavalli (presente oggi, anche lei, in Aula).
“Non conosco Rainone” – ha risposto D’Amato a domanda diretta del Pm. L’Assessore ci ha tenuto più volte a ribadire che le sue interlocuzioni sono per lo più con i Direttori generali dell’Asl e in particolare a Latina sono avvenute con i due Dirigenti Generali che si sono susseguiti, l’ex Casati e poi con l’attuale Cavalli (da marzo 2021).
Poi, l’episodio raccontato da D’Amato in cui ritorna il già citato autista assegnato alla Dirigente Generale Cavalli. “Era il 16 aprile 2021, mi trovato a Latina per inaugurare l’hub vaccinale all’ex Rossi sud. In quella circostanza ebbi modo di notare che l’autista era un dipendente dell’Ares118 che aveva avuto diverse problematiche“. D’Amato ha spiegato che gli fu detto, confermando la versione di Cavalli nella scorsa udienza, che l’autista fu assegnato alla Dirigente Generale tramite Rainone il quale agevolò quell’inquadramento. Una circostanza ribadita anche quando l’Assessore è stato contro-interrogato dall’avvocato di Rainone, Leone Zeppieri. “Sapevo – ha detto D’Amato riferendosi all’autista – che c’erano state problematiche serie in Ares 118 a Roma. Ho chiesto alla manager dell’Ares Corradi, apprendendo che il dipendente aveva creato problemi e che aveva avuto molti provvedimenti. Vederlo come autista della Dg Cavalli mi suscitò perplessità”.
Ma è sulle ipotizzate pressioni di Moscardelli per far nominare Rainone come Direttore Amministrativo dell’Asl che si è giocato il clou dell’udienza odierna. D’Amato ha ricordato, sollecitato dalle domande del Pm, che Moscardelli aveva più volte caldeggiato la scelta che avrebbe dovuto concretizzarsi per Rainone. A maggio 2021 – ossia quando la nomina di direttore amministrativo dell’Asl era stata chiusa dal Dg Cavalli che aveva optato per un’altra figura – Moscardelli avanzò una richiesta di riunione a D’Amato a cui parteciparono, poi, anche i consiglieri regionali Enrico Forte e Salvatore La Penna. Fu Moscardelli a dire a D’Amato che alla suddetta riunione ci sarebbero stati anche i due consiglieri regionali. “Ci incontriamo il 16 maggio, ma Forte e La Penna mi dissero di vederci un po’ prima, cosa che feci e in quella circostanza mi rappresentarono la loro distanza dalle critiche di aver revocato il concorso”. Così D’Amato ha parlato dell’incontro nel mese mariano di due anni fa. In sostanza, La Penna e Forte, a detta di D’Amato, vollero prendere le distanze, in separata sede, dalle critiche pronunciate anche a mezzo stampa da Moscardelli rispetto alla decisione del Dg Cavalli di nominare come direttore amministrativo una professionista diversa da Rainone.
All’incontro del 16 maggio, dopo l’anteprima con Forte e Moscarelli – ha spiegato D’Amato – Moscardelli ci tenne, invece, a prendere le distanze dalla decisione dell’Asl di non nominare Rainone. “La politica locale – ha spiegato D’Amato – tende a valorizzare professionisti locali”. E Moscardelli, che in quel momento era il Segretario del Partito Democratico provinciale pontino, giudicava Rainone un valido professionista.
Per rinforzare la tesi per cui Moscardelli aveva l’obiettivo che Rainone diventasse Direttore Amministrativo dell’Asl di Latina, il Pm De Luca ha posto all’attenzione una serie di screenshot che lo stesso d’Amato, dopo essere stato interrogato il 3 giugno 2021 (da poco erano stati arrestati Rainone ed Esposito), ha fornito ai militari della Guardia di Finanza che indagavano sul secondo concorso. “Sono stato ascoltato in Procura il 3 giugno, successivamente ho fatto mente locale e ho fornito alla Guardia di Finanza gli screenshot il 14 luglio”. Dunque D’Amato fornì gli screenshot con i messaggi di Moscardelli inviati a lui stesso dopo che l’ex senatore Dem era stato arrestato.
In quegli screenshot vi sarebbe la dimostrazione plastica di come Moscardelli da mesi prima avesse un pungolo costante e ricorrente: far nominare Rainone come Direttore amministrativo all’Asl; per raggiungere l’obiettivo interpellava D’Amato il quale ha tenuto a specificare di aver risposto appena due volte all’ex senatore, senza mai interferire nella nomina che spetta, come da procedura, al Dirigente Generale dell’Asl.
A novembre 2020, Moscardelli chiese se poteva passare da D’Amato con il consigliere regionale Forte: nel messaggio “screenshottato” l’ex senatore parlava della nomina del direttore amministrativo e di come si potesse risolvere la stessa nomina a Frosinone e, a catena, quella di Latina. Di fatto, l’allora Direttore amministrativo dell’Asl di Latina passò, a fine 2020, all’Asl di Frosinone con la medesima qualifica: una circostanza spiegata dalla professionista stessa – Eleonora Di Giulio – nella scorsa udienza di febbraio.
Nei messaggi inviati a D’Amato, Moscardelli – così come raccontato oggi in Aula dall’Assessore alla Sanità – chiedeva di conoscere come stava andando la questione delle nomine e spingeva per valorizzare Rainone. In uno degli screenshot (sette in tutto), siamo sempre a novembre 2020 e Moscardelli scriveva a D’Amato di aver parlato con l’ex Dg Casati (all’epoca in carica all’Asl di Latina) per la nomina del direttore amministrativo. Aggiungeva Moscardelli, nel messaggio, che la corrispettiva di Casati all’Asl di Frosinone gli avrebbe detto di accelerare sulla nomina del Direttore Amministrativo nel capoluogo pontino.
Il 13 aprile 2021, in un ennesimo messaggio di Moscardelli a D’Amato, l’ex senatore avrebbe scritto all’Assessore che che “le cose andavano in senso opposto“, aggiungendo che avrebbe voluto vederlo “con Enrico e Salvatore” (ossia gli attuali consiglieri regionali Forte e La Penna). D’Amato ha spiegato di aver risposto che si sarebbe trovato a Latina e vi fu un incontro. Ad ogni modo, quel “senso opposto” si concretizzò il 26 aprile 2021 quando l’allora neo Direttore Generale Silvia Cavalli nominò, come Direttore Amministrativo dell’Asl, l’attuale Sabrina Cenciarelli. Al che che Moscardelli scrisse a D’Amato che gli dispiaceva che a Latina le cose fossero andate in modo diverso. Un modo diverso da quello prospettato da lui: ossia Rainone a capo della direzione amministrativo dell’azienda sanitaria locale al posto della non benvoluta Eleonora Di Giulio, nel frattempo e da mesi trasferitasi a Frosinone.
“Era usuale che ci fossero indicazioni dalla politica locale – ha spiegato D’Amato contro-esaminato dall’avvocato difensore di Moscardelli, Archiadiacono – Moscardelli si rivolgeva a me come esponente politico…Conosco Moscardelli perché siamo stati consiglieri regionali nel PD. La politica locale cerca di informarsi per il potenziamento dei presidi e tende a esercitare indicazioni sui direttori”.
Interrogato dalla difesa, D’Amato ha ribadito il concetto: la politica in sostanza suggerisce e Rainone era considerato dai vertici del Pd, compresi Forte e La Penna, come un valido professionista e valida alternativa nel ruolo di direttore amministrativo dell’Asl.
Così vanno le cose nel mondo della sanità e della politica. Ora sarà il processo, rinviato al prossimo 16 giugno, a stabilire se vi sono stati profili penali in questa rincorsa alla nomina. Di certo, al di là dell’aspetto penale, i dubbi su una così cocciuta pervasività della politica Dem sulle nomine rimangono: un problema politico mai affrontato per la capacità dei Dem di evitare di rispondere a una pubblica opinione affaccendata tra guerra e Covid.