COMMISSIONI CONSILIARI A LATINA, ECCO IL PARERE DELL’AVVOCATURA

Comune di Latina
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Commissioni consiliari a Latina: stallo sulla formazione, dopo il parere del Segretario Generale, è arrivato anche quello dell’Avvocatura

Lo scorso 13 gennaio, la Segretaria Generale del Comune di Latina in uscita Rosa Iovinella, interpellata dalla maggioranza Coletta e dal Presidente del Consiglio Comunale Raimondo Tiero, aveva sostanzialmente ribadito che a dirimere l’ormai frustrante questione della composizione delle commissioni deve essere il Consiglio Comunale del capoluogo, nonostante qualche carenza nel regolamento interno all’Ente.

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Come noto, infatti, da novembre, ossia da quando il consiglio comunale si è insediato votando all’unanimità, come Presidente dell’assise, “Mister Preferenze” Raimondo Tiero, le forze politiche di maggioranza e opposizione non riescono a trovare la quadratura del cerchio sulle commissioni consiliari: i luoghi dove, in teoria, i rappresentanti del popolo dovrebbero discutere alcuni dei provvedimenti amministrativi più importanti dell’Ente.

La coalizione Coletta sostenuta anche da Forza Italia ha creato un terremoto nel centrodestra proprio in ragione di questo apparentamento, provocando la netta frattura con il partito di Silvio Berlusconi. Fatto sta che le commissioni consiliari, a causa di noiosi e delicati equilibri tra maggioranza e opposizione anche a causa dell’abbraccio Fazzone-Coletta, non riescono a costituirsi non trovando l’accordo tra le parti.

Iovinella, nel suo parere, aveva stabilito che, al netto del fatto che è il Consiglio Comunale a dover ecidere, esistono due metodi per comporre le Commissioni. Nel primo metodo, il numero complessivo dei seggi da attribuire è 110. Un metodo, applicato di fatto nel Comune di Latina, che calcola i resti decimali per approssimazione, per eccesso e per difetto con riferimento ai singoli Gruppi, comporta come risultato una rappresentanza delle coalizioni presenti in Consiglio Comunale nella seguente proporzione: 56 seggi ad una coalizione e 54 seggi all’altra coalizione (in percentuale 50,90% e 49,09%). Il secondo metodo, proposto anche in Conferenza Capi Gruppo alla luce dell’assetto delle coalizioni presenti in Consiglio comunale, calcola i resti dei decimali sommandoli per coalizione e attribuendo successivamente i seggi ottenuti complessivamente alle coalizioni. Tale metodo comporta come risultato una rappresentanza delle coalizioni presenti in Consiglio Comunale nella seguente proporzione: 55 seggi ad una coalizione e 55 seggi all’altra coalizione (in percentuale 50% e 50%).

Le Commissioni – puntualizzava nel parere, Iovinella – sono le espressioni, in rappresentanza proporzionale, della composizione del Consiglio Comunale. Nel caso specifico i gruppi consiliari si riconoscono in due coalizioni numericamente uguali (16 e 16 consiglieri e quindi 50% e 50%), così da derivarne – ragiona Iovinella -, per deduzione logico-matematica, la declinazione proporzionale dei seggi nelle medesime percentuali del Consiglio anche nelle commissioni (50% – 50% escluso il Sindaco ai sensi dello statuto e dei regolamenti).

Ora, nel parere dell’Avvocatura comunale, firmato dall’Avvocato Francesco Cavalcanti, si parte da un presupposto: vi è una metodologia che contempla i Gruppi consiliari singolarmente e un’altra che considera i due schieramenti formatisi in Consiglio. E sopra il presupposto l’altra conferma che il regolamento e lo Statuto comunali presentano elementi di carenza “normativi”.

Secondo l’avvocato Cavalcanti che richiama il Testo unico degli Enti Locali, lo Statuto Comunale e il Regolamento per il funzionamento delle Commissioni, si dovrebbe fare riferimento ai Gruppi consiliari singolarmente: “all’interno delle singole Commissioni, poiché i Consiglieri sono assegnati “in misura proporzionale alla loro – il riferimento è ai Gruppi – consistenza”.

Dunque, l’Ordinamento comunale, per la sua attuale formulazione, dispone di un’impostazione tale per cui “nella composizione delle Commissioni non possa farsi riferimento alle aggregazioni, di maggioranza/minoranza, ma alle singole forze politiche“. I consiglieri – specifica il parere dell’Avvocatura – sono eletti sulla base dell’appartenenza allo specifico partito/movimento/lista in cui si presentano candidati, e non alla coalizione che li raggruppa.

Nel caso del Comune di Latina – evidenziato anche da una nota pervenuta dalla consigliera comunale e capogruppo di Latina Bene Comune Valeria Campagna all’indirizzo dell’Avvocatura dell’Ente – il risultato della divisione del numero dei componenti l’organo collegiale dà un resto in decimali: “invero – ragione l’avvocato Cavalcanti – stando proprio al calcolo matematico di suddivisione dei seggi complessivamente disponibili – che ha guidato la predisposizione della Tabella riportata nella Nota trasmessa da Campagna – si ritiene sia praticabile l’opzione dell’arrotondamento per eccesso alla cifra intera superiore“.

“Il meccanismo – continua il parere dell’Avvocatura – appare garantire la maggiore rappresentatività degli Organi in via di costituzione in senso corrispondente al criterio di proporzionalità…facendo applicazione del ridetto meccanismo troverebbe realizzazione quanto già concordato nelle sedute dei Capi Gruppo, i quali hanno convenuto sul numero e sui componenti delle Commissioni, che in tal modo potrebbero costituirsi nel predefinito numero, rispettivamente, di 10 e 110, realizzando la massima partecipazione”.

Da ultimo, il Dirigente dell’Avvocatura dell’Ente Cavalcanti specifica che “al Consiglio Comunale è devoluta – oltreché, evidentemente, ogni valutazione (nell’ambito della propria autonomia organizzativa) quanto alla possibilità di una nuova e diversa scrittura delle previsioni regolamentari relative alle sue articolazioni interne strumentali, come pure (nell’esercizio della discrezionalità politica) la conclusione di ogni accordo per la definizione della composizione degli Organismi – l’interpretazione autentica delle disposizioni di cui all’art. 2 del Regolamento per il funzionamento delle Commissioni Consiliari di prossima costituzione, come, rebus sic stantibus, la possibilità di mutuare dalla stesse i principi per la disciplina dei casi non espressamente contemplati al fine di assicurare la massima rappresentatività possibile nel rispetto del criterio di legge”.

Se sia l’ultimo step prima della composizione delle agognate composizioni lo vedremo a breve, anche perché il Presidente del Consiglio Comunale Tiero, imbeccato dalla colazione Coletta, aveva dichiarato che non c’era che da aspettare l’ultimo parere dell’Avvocatura comunale.

Sarà l’ultima puntata della telenovela di Piazza del Popolo?

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