La notizia della settimana è stata il nono posto di Damiano Coletta nella classifica del Sole24 ore sui Sindaci dei Comuni capoluoghi di provincia. Secondo il sondaggio del noto quotidiano economico il 60% degli elettori lo rivoterebbe
La notizia è stata accolta con stupore, probabilmente anche da parte dello stesso sindaco e di LBC.
In effetti la percezione che si ha è che non ci sia soddisfazione da parte dei latinensi per come è stata amministrata la città.
UNA AMMINISTRAZIONE INADEGUATA
A dire il vero non sembrerebbe trattarsi di una mera percezione, ma di una situazione di incapacità ed inadeguatezza documentata dai fatti.
Il primo dato evidente riguarda la cura dell’ordinario: la manutenzione del verde lascia a desiderare, molte strade sono ancora piene di buche, gli interventi manutentivi nelle scuole risultano carenti, gli impianti sportivi non sono tenuti in maniera soddisfacente.
Vi sono poi alcune questioni di fondo
La prima si riferisce al servizio di smaltimento dei rifiuti.
Una delle prime scelte operate dall’amministrazione Coletta fu quella di non aggiudicare il servizio in questione nell’agosto del 2016 sulla base della gara espletata dal Commissario Straordinario Barbato (c’era solo da aprire le buste e verificare le offerte), ma di costituire una azienda speciale denominata ABC.
Ci siamo occupati di tale scelta in varie occasioni criticandola fortemente sotto vari aspetti (di ordine tecnico, economico, finanziario e giuridico).
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Al di là comunque di qualsiasi tipo di analisi, basta girare per la città per rendersi conto della inadeguatezza del servizio offerto da ABC, che si caratterizza per i cumuli di immondizia che ormai fanno parte del paesaggio cittadino.
Un’altra questione di fondo riguarda l’Urbanistica, che rappresenta il cuore dell’attività di un’amministrazione comunale. È proprio con le scelte urbanistiche che si disegna una città, si indica un tipo di sviluppo, si decide se pensare alla città come un luogo da vivere o come uno spazio da riempire in maniera dissennata di cubature, si decide se ragionare prevalentemente in termini di gestione e cura dell’esistente o di consumo del suolo.
L’amministrazione Coletta non ha mai affrontato il problema dell’Urbanistica e ha governato a prescindere come se non fosse un tema di cui occuparsi, tanto che non si riesce a ricordare una qualche dichiarazione di rilievo da parte dell’assessore competente, del quale probabilmente molti nemmeno conoscono il nome.
Così facendo, non solo non ha mai indicato una strada da seguire, ma non ha nemmeno tentato di affrontare le gravi questioni irrisolte lasciate in eredità dalle amministrazioni Zaccheo/Di Giorgi.
Anzi, a dire il vero, proprio la mancanza di una programmazione urbanistica magari solo abbozzata, ha portato a fare scelte estremamente sbagliate (anche assai discutibili per il loro iter amministrativo) che nel futuro incideranno in modo negativo sul nostro territorio, come quella di far costruire un centro commerciale nei pressi di Via del Lido in prossimità dell’Hotel Garden.
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Un altro punto dolente dell’amministrazione Coletta riguarda le opere pubbliche.
A parte l’annosa questione del Teatro chiuso dal Commissario Barbato e che ancora non si riesce a riaprire (ma su questo punto indubbiamente LBC sta pagando la cattiva gestione del passato), in questi quattro anni non solo non è stata realizzata una sola opera pubblica, ma nemmeno è stata iniziata o, quantomeno, sono state poste le basi per poterla incominciare nel prossimo futuro.
Ad esempio, qualcuno sa qualcosa di concreto sulla sistemazione del fabbricato in pieno centro per riportarvi il mercato annonario e renderlo nuovamente e ancora più di prima un luogo pulsante della città?
Ad esempio, qualcuno sa qualcosa sulla realizzazione di una impiantistica sportiva che consenta alle nostre squadre di pallacanestro, pallavolo e pallanuoto di non andare alla ricerca di palazzetti e piscine fuori Latina?
Infine, un altro tema nel quale l’attuale amministrazione ha sicuramente segnato il passo è quello della marina di Latina.
Tutto è rimasto esattamente come era quattro anni fa, in particolare: irrisolta la questione dell’ampliamento di Via Massaro che porterebbe al decongestionamento del traffico sulla strada lungomare; irrisolta la questione del porto di Rio Martino; irrisolta la questione del ponte di Fosso Mascarello e della mancanza di attracchi per diportisti.
IL SONDAGGIO È ATTENDIBILE?
A fronte di tali considerazioni deve pur esserci però una spiegazione per il risultato lusinghiero ottenuto da Damiano Coletta.
Trovare la risposta mettendo in dubbio la bontà del sondaggio ci appare troppo semplicistico e di comodo. È ovvio che i sondaggi non possono essere presi come oro colato, ma neppure può affermarsi, qualora il risultato sia diverso dalle proprie aspettative, che lo stesso sia sbagliato.
Tra l’altro c’è un elemento importante che fa propendere per l’attendibilità del sondaggio: il pessimo risultato di Nicola Zingaretti tra i Presidenti di Regione.
Il campione dell’ovvio.
Il dispensatore seriale di frasi banali.
L’uomo tuttofare che ci ha fatto scoprire che per fare il Presidente di una Regione come il Lazio non è che serva poi tutto questo tempo visto che ci si può anche dedicare anima e corpo al PD e alle sorti della Nazione.
L’uomo che, come Governatore del Lazio, si è fatto fottere 14 milioni di euro anticipati ad una fabbrica di lampadine per una fornitura di mascherine da 35 milioni di euro, fornitura rimasta inevasa (ovviamente senza restituzione del cospicuo anticipo).
Ebbene quest’uomo è arrivato ultimo.
DA DOVE NASCE L’INASPETTATO NONO POSTO?
Torniamo quindi alla domanda sul perché del risultato lusinghiero di Coletta.
Riteniamo che abbia un ruolo decisivo il vuoto che caratterizza la politica latinense.
Il Sindaco, piaccia o meno, è comunque il Sindaco e giocoforza gode di visibilità. Non solo, la vicenda Covid ha amplificato in genere la visibilità dei Sindaci.
Gli altri, invece, la visibilità se la devono in qualche modo guadagnare .
Il PD è incapace di seguire una linea comune. È un partito, almeno qui a Latina, diviso e lacerato dalle ambizioni personali dei singoli e ognuno parla e va avanti per conto proprio.
Basti pensare che sull’alleanza con Coletta ha addirittura tre posizioni:
- i fautori dell’accordo senza se e senza ma;
- quelli assolutamente contrari;
- i possibilisti che pongono come condizione di poter discutere sulla figura del candidato Sindaco (potrebbe sì essere Coletta, ma non a priori).
Il centrodestra (vale a dire Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) offre un quadro desolante.
Passiamo dalla Lega del trio Durigon/Tripodi/Carnevale a Fratelli d’Italia con Calandrini e i Tiero, per finire con il presunto volto nuovo di Forza Italia, quello della consigliera comunale Giovanna Miele, che non ha provato alcuna remora nel corso di un recente incontro al Circolo Cittadino da lei promosso a tessere le lodi di Fazzone, ringraziandolo calorosamente per la sua presenza.
Abbiamo parlato più volte della mediocrità di tali personaggi, nonché della tendenza da parte di alcuni di loro ad essere permeabili rispetto alla criminalità organizzata locale; abbiamo evidenziato come siano stati protagonisti negativi della devastazione della città nel periodo Zaccheo/Di Giorgi; abbiamo anche sottolineato il loro carrierismo che li ha fatti saltare da un partito all’altro secondo le convenienze del momento.
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Chiudiamo gli occhi per un attimo e pensiamo a una riunione alla quale partecipano Durigon, Tripodi, Carnevale, Calandrini, i fratelli Tiero e Giovanna Miele (quest’ultima magari con lo spirito guida di Fazzone ad aleggiare sulla sua testa).
Immaginiamo poi che si tratti della riunione in cui si deve parlare del futuro di Latina e scegliere il candidato sindaco.
Ecco, quello che abbiamo descritto probabilmente verrebbe considerato dalla maggioranza dei cittadini di Latina come un vero e proprio incubo.
Quando pensi che di fronte a te ci possa essere il peggio del peggio ti aggrappi a tutto.
Come abbiamo più volte ripetuto in un contesto come quello attuale di Latina è necessario un po’ di coraggio, intraprendenza e impegno da parte della città, che sicuramente sarebbe in grado di esprimere una classe dirigente nuova e adeguata.
Non è possibile continuare a delegare le sorti del futuro di Latina a chi si è dimostrato incapace o, peggio ancora, ai devastatori di una volta.
Tutti quelli desiderosi di cambiare devono incominciare a metterci un po’ di impegno personale e, soprattutto, occorre una forte dose di umiltà in modo che si possa creare un fronte comune e coeso scevro da personalismi.