CLAN DEI CASALESI: CONDANNATI TUTTI I BIDOGNETTI

Katia Bidognetti (in piedi) e Teresa Bidognetti, figlie del boss di Francesco Bidognetti
Katia Bidognetti (in piedi) e Teresa Bidognetti, figlie del boss di Francesco Bidognetti filmate in un colloquio dentro il carcere

Clan Bidognetti e Schiavone: arrivano le condanne da parte del Tribunale di Napoli. Condannate anche le sorelle trapiantate a Formia

Ecco le condanne decise dal giudice per l’udienza preliminare Nicoletta Campanaro del tribunale di Napoli: 13 anni di carcere per Giovanni Della Corte; 12 anni per Gianluca Bidognetti Nicola Garofalo; 11 anni per Nicola Kader Sergio Giosuè Fioretto; 10 anni per Franco Bianco; 9 anni e 4 mesi di reclusione per Giuseppe Granata Vincenzo Di Caterino; 8 anni per Agostino Fabozzo, Federico Barrino e Francesco Cerullo; 7 anni ed 8 mesi per Francesco Sagliano; 5 anni e 4 mesi di reclusione per Salvatore De Falco, Giacomo D’Aniello Antonio Lanza; 5 anni Giovanni Stabile, Antonio Stabile, Marco Alfiero, Onorato Falco, Clemente Tesone; 4 anni per Katia Teresa Bidognetti, Carlo D’Angiolella, Felice Di Lorenzo, Francesco Barbato, Luigi Mandato, Vincenzo D’Angelo. Infine, assoluzione per Emiliana Carrino, Annalisa Carrano Francesca Carrino.

Ad essere coinvolte, come detto, Katia e Teresa Bidognetti, 41 e 33 anni, furono raggiunte a Formia dall’ordinanza. In particolare Katia, la maggiore delle figlie, da anni vive a Formia: tra Via Vitruvio e il Parco “Luci sul Mare”. La donna, che ha un nuovo compagno finito agli arresti anche lui, Carlo D’Angiolella, e la sua famiglia, vivono in un immobile sottoposto a confisca dallo Stato. Nell’ordinanza, peraltro, erano stati coinvolti anche le nipoti e una sorella della collaboratrice di giustizia, ex compagna del capoclan di Casal di Principe, Anna Carrino (madre delle sorelle Bidognetti): si tratta di Emiliana e Francesca Carrino di Villaricca.

La presenza del Clan Bidognetti consentiva a una società, l’IFA, di avere il monopolio dei funerali su tutto il territorio dell’agro — aversano. Intorno agli anni 2012 — 2013, – si leggeva nell’ordinanza firmata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Isabella Iaselli – era stata creata una nuova agenzia funebre da parte della famiglia Autiero la quale era tutelata dalla famiglia Schiavone e quindi era entrata in concorrenza con l’associazione Bidognetti. In quel periodo Ernesto Corvino, con il cugino omonimo (classe ’80) e un altro socio di nome Pasquale si recavano spesso a Formia per chiedere un intervento di Katia Bidognetti in ordine alla nuova agenzia.

Articolo precedente

SPACCIO H24, INIZIATI GLI INTERROGATORI AI DE ROSA

Articolo successivo

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, TROVATO E ARRESTATO SU MANDATO EUROPEO

Ultime da Giudiziaria